Si sono presentati dinanzi l’ingresso dell’Asrem, come a voler far sentire ai Dirigenti dell’Azienda quanto affermavano davanti la stampa, i rappresentanti di tutte le sigle sindacali che rappresentano i lavoratori della sanità. Uniti, questa volta, dalla preoccupazione di veder licenziati lavoratori che a partire da questo fine mese non vedranno rinnovato il loro contratto.
Si partirà proprio dal 30 luglio, infatti, con dei licenziamenti, per proseguire a scaglioni mensili fino alla fine dell’anno che vedrà, secondo i sindacalisti, una complessiva fuoruscita dal mondo del lavoro di oltre 500 unità. Naturalmente grande preoccupazione è stata manifestata sulla paventata chiusura di presidi territoriali e della relativa diminuzione di servizi verso l’utenza.
“Abbiamo avuto un ennesimo incontro alcuni giorni fa, ha esordito Pastorino (CGIL), con i vertici Asrem ma al solito non abbiamo intravisto la volontà di risolvere i problemi. Dunque è arrivato il momento di compattare le forze per scongiurare la chiusura dei presidi, ed il conseguente calo dell’offerta sanitaria. Un grave danno in termini sociali e di sicurezza. Cosa hanno fatto di male i molisani pere meritare tutto ciò? Mandare via i 50 ausiliari a fine mese e poi innescare una circuito che vedrà licenziamenti continui è una cosa intollerabile. Il tutto senza dimenticare la perdita dei livelli di assistenza che sono garantiti per legge. Comunque, attendiamo una convocazione del Presidente/Commissario Frattura, auspicando che si presenti con delle soluzioni altrimenti ci organizzeremo con presidi permanenti.
Tecla Boccardo (UIL) ha aggiunto che “Viviamo un disastro generato da Piani Operativi e Sanitari falliti praticamente ogni volta. Negli ospedali, purtroppo, troviamo situazioni di degrado strutturale con danni al comfort ed alle prestazioni a favore dei pazienti. Esiste una Dirigenza che dovrebbe organizzare l’offerta sanitaria ma sembra che non sia minimamente intenzionata a farlo, e per di più ogni confronto è negato. Infatti, tutti i tagli a cui cominceremo ad assistere, sono stati avviati senza concertazione, unilateralmente.
Il problema, comunque, è che nessuno in questa regione ha una chiara idea dei reali fabbisogni dei cittadini e di conseguenza ci si presenta puntualmente a Roma con Piani approssimativi che vengono respinti. La politica si dovrà assumere comunque la responsabilità morale oltre che politica di tutto questo. E sulla questione lavorativa c’è poco da aggiungere. Alle carenze in termini di servizi, si assoceranno i licenziamenti di centinaia di lavoratori del comparto.
Carmine Vasile (Fials) ha affermato che “Ormai subiamo Commissari che arrivano in Molise, ostentando soluzioni ma che alla fine tornano da dove sono venuti senza aver minimamente risolto nulla.
E dobbiamo anche puntualizzare che il Governo nazionale ha le sue responsabilità di questa condizione. Ormai emerge sempre più la tendenza di questo Stato a voler accorpare le Regioni più piccole e meno consistenti facendo leva sui vari deficit economici.
L’Asrem è la più grande azienda del Molise e se la politica non si mostra sensibile neppure in questa circostanza il problema è davvero serio. Avere in meno di 6 mesi 500 e più addetti in meno significherà assistere ad una doppia tragedia. Purtroppo si chiude tutto perché non si è in grado di riorganizzare le risorse e noi uniremo le forze per evitare fino alla fine il collasso del sistema.
De Guglielmo (FSI) ha aggiunto che “Da anni viviamo questo malessere, un’assenza di programmazione e di attenzione al settore. Dobbiamo evitare che la sanità molisana sia svenduta alle Regioni limitrofe, anch’esse in difficoltà ma che vantano economie e popolazioni maggiormente rilevanti. Non chiediamo nulla di astronomico: soltanto che i cittadini godano dei diritti garantiti e che la loro dignità non sia accantonata solo per far quadrare i numeri.”