Sanità in crisi: il documento dei sindacati.

Segue parte del lungo  documento elaborato unitariamente dalle Sigle CIGL, CISL e UIl, dopo il dibattito tenutosi stamane presso la biblioteca Albino, alla presenza di operatori del comparto. “Riformare la Sanità molisana: un film già visto, un intento troppe volte annunciato dalla Politica, mai seguito però da risultati concreti, men che meno da oculatezza programmatoria.

La Sanità molisana ha bisogno di un riordino serio che tenga prima di tutto conto dei reali bisogni di salute dei cittadini, delle caratteristiche orografiche del nostro territorio regionale e dei criteri di economicità imposti dal Governo centrale. Ogni riforma che si va a fare in tema di Sanità non può prescindere dalla conoscenza e dalla analisi concreta e non filosofica dei dati epidemiologici: solo da questi si può evincere la necessaria appropriatezza e la congruità degli interventi da porre in essere……..

Le Confederazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL lamentano come la politica, cui compete l’indirizzo programmatorio in primis e la fase realizzativa poi, non abbia assunto quelle decisioni riformatrici coraggiose che la situazione impone e come i timidi tentativi di percorsi riformatori siano stati posti in essere unilateralmente, senza coinvolgere né i cittadini che sono i diretti interessati, né le organizzazioni che li rappresentano.

conv2Le grandi riforme non si fanno dietro le scrivanie dei burocrati, ma ci si confronta sul campo con chi di queste riforme è il destinatario e che magari può dare anche utili indicazioni o suggerimenti.

Le varie audizioni tenutesi in merito, susseguitesi presso la Commissione Regionale Sanità, si sono rivelate assolutamente prive di effetto, somigliando piuttosto a un rituale inutile e scontato, utile però alla politica tanto per precostituirsi l’alibi del coinvolgimento delle parti sociali.

CGIL, CISL e UIL, oggi intendono fare quello che fino ad ora la politica non ha fatto, cioè ascoltare i cittadini, raccogliere i loro suggerimenti, le loro osservazioni a integrazione di quelle che sono le proposte che questi Sindacati Confederali stanno elaborando e che saranno illustrate più avanti…..

E’ giunto il momento di far sentire forte la nostra voce, ma soprattutto di far sentire la voce dei cittadini, che sono stanchi di vedersi sempre più ridotti i servizi sanitari con i posti letto negli ospedali pubblici irragionevolmente ridotti mentre non si toccano o addirittura s’incrementano quelli di alcune strutture private con l’effetto di rendere molto probabile il pericoloso peregrinare di chi deve essere ricoverato con urgenza e non trova il posto perché è stato soppresso….

Si accusa infondatamente che le strutture pubbliche hanno costi più elevati di quelle private: per forza! Le strutture private sono prive di quei servizi salvavita, ad altissimo impatto sociale e ad altissimi costi, che assicurano ai cittadini il pronto intervento e le cure intensive, vedi per esempio, solo per citarne alcuni, la Rianimazione e il Pronto Soccorso.

La Politica ignora forse che in Molise esiste il rapporto più alto che in tutto il resto d’Italia tra strutture pubbliche e private e che questo rapporto è schiacciante, nettamente, a favore di quelle private?

Da anni i Sindacati Confederali molisani stanno denunciando tale inaccettabile incongruenza, ma da anni non sono ascoltati. E non è questa una lotta di retroguardia: sappia la Politica che la Sanità è pubblica, non solo in Italia ma in tutta Europa, e che il privato deve servire eventualmente a integrare il pubblico e non il contrario, come avviene in Molise.

Non è operare virtuoso il risparmiare sopprimendo i servizi e poi, sopprimere i servizi che funzionano, è agire sconsiderato oltre che un percorso che dimostra il non tener conto delle esigenze epidemiologiche da parte di chi attua tali scelte scellerate.

L’ultimo atto di questo tormentato percorso di riordino della Sanità regionale è costituito dalla proposta di Legge Regionale n. 113/2015, che finora ha incassato solo dissensi e che rigettiamo con tutte le forze, perché non risponde assolutamente alle richieste di salute dei cittadini molisani.

Siffatta proposta prevede fondamentalmente l’azzeramento dell’ASReM e il subentro di due Aziende Sanitarie, quella Ospedaliera e quella Territoriale. Bene. Sappiamo tutti che quando si scioglie un’azienda, si trasferiscono debiti, crediti ed eventuali beni patrimoniali. In questo caso i debiti su chi ricadranno? A chi si dovranno rivolgere i creditori dell’ASReM? Noi siamo convinti che questo enorme debito accumulato dalla mala gestione, alla fine per vie traverse ma secondo noi già prefigurate, ricadrà sempre e solo sui cittadini molisani, abilmente mascherato da ulteriori, inaccettabili tassazioni. La Politica spieghi chiaramente tutto questo con un documento sottoscritto, che rimanga per così dire agli atti dei cittadini: i cittadini lo pretendono.

E inoltre, visto che la proposta di legge non ne parla, che fine faranno le attuali strutture private convenzionate, quali Clinica Villa Maria, Villa Esther, ecc.?

Relativamente poi alla trasformazione dell’Ospedale “Caracciolo” di Agnone, in Presidio ospedaliero di area particolarmente disagiata, Cgil Cisl Uil, sostenendo la validità della proposta, ritengono condizione indispensabile la garanzia, alla popolazione ivi residente, di alcuni servizi fondamentali, quali : il Pronto Soccorso presidiato h24 per l’Emergenza-Urgenza, con i relativi reparti di degenza medico-chirurgica, un reparto di almeno 20 posti letto di medicina generale con proprio organico medico-infermieristico, laboratoristico e radiologico seppur ridotti, una chirurgia cosiddetta elettiva, i punti nascita, un’emoteca così come previsto dagli atti 198/CSR del 13.01.2015 ( Conferenza Stato Regioni – Standard qualitativi , tecnologici, strutturali, quantitativi). Infine, la riconversione degli attuali Ospedali di Larino e Venafro, deve realizzarsi senza determinare vuoti assistenziali lesivi del diritto alla salute.

Nella malaugurata ipotesi che si porti all’approvazione del Consiglio questo testo si otterrebbe come risultato non tanto la riduzione dei costi, delle spese inutili e di farraginosi apparati burocratici quanto lo smantellamento dei servizi sanitari pubblici con la motivazione di assicurare “funzioni amministrative decentrate , per di più raddoppiando i già mastodontici e costosi apparati della Sanità regionale: non più l’ASReM, ma due Aziende, due Direttori Generali, due Direttori Sanitari, due Direttori Amministrativi, con tutto il dispendioso indotto burocratico, ridondante e inutile e di cui conosciamo troppo bene la vocazione clientelare. Tutto questo ha davvero dell’incredibile!

La proposta di legge, poi, è apertamente in rotta di collisione con i famigerati parametri del “Regolamento Balduzzi”, una vera e propria scure che amputerà gravemente la Sanità molisana. Infatti, lo stesso, pur partendo da un obiettivo generale condivisibile, quale l’ammodernamento del servizio sanitario attraverso l’appropriatezza della risposta assistenziale sanitaria e socio-sanitaria, la riorganizzazione della rete ospedaliera ed il riequilibrio tra ospedale e territorio, ha proceduto alla riclassificazione delle strutture ospedaliere secondo tre livelli gerarchici di complessità, tagliando fuori i presidi ospedalieri molisani che non rientrano nel bacino di utenza 80.000-150.000 abitanti, ed escludendo il Molise dalla possibilità di avere un DEA di II livello . Come si supererà questo ostacolo? Perché la politica molisana non ha chiesto le necessarie deroghe a salvaguardia anche dei servizi sanitari essenziali di cui i cittadini molisani si vedranno privati. Può essere considerato un peccato originale, quello di essere solo poco più di trecentomila abitanti? Questi cittadini non hanno forse gli stessi diritti di salute degli altri cittadini d’Italia? Proprio loro che sono tra l’altro, per un beffardo destino, i più tassati in assoluto? La politica spieghi soprattutto questo….

Ma c’è di più : nella proposta di legge Si prevede l’ articolazione dell’Azienda Regionale Territoriale in 3 Distretti. Quali sono i criteri guida che hanno determinato questa scelta, considerato che il decreto legislativo 502/1992 art.3 quater individua una soglia minima di 60.000 abitanti per Distretto?….

Si ritiene dunque di dover:

1)Sollecitare la trasformazione in legge della proposta di legge d’iniziativa popolare sulla Non Autosufficienza presentata a giugno 2014 da Spi – Fnp -Uilp Molise;

2) Stipulare un Accordo Regionale con i Medici di Medicina Generale del Molise, che riguardi la disabilità con particolare riferimento alla doppia disabilità contemporanea, allo scopo di tutelare i diritti dei soggetti che vivono questa condizione e favorire l’integrazione sanitaria /ospedaliera riabilitativa e domiciliare riabilitativa;

3) Promuovere una contrattazione sociale territoriale negli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) e nei Piani di Assistenza Territoriale (PAT) dove affrontare il tema della riabilitazione ospedaliera ed extraospedaliera in modo integrato anche per non disperdere le risorse in interventi frammentari;

4) Considerato che, tra i soggetti colpiti da doppia disabilità contemporanea nel Molise, il 65% è rappresentato da donne ultra80enni pari a n. 6.876 unità., si ritiene utile istituire un Osservatorio regionale, allo scopo di individuare forme di intervento sociale integrato; 5) Chiedere, un tavolo di confronto con l’Assessorato regionale della Sanità sul Piano regionale della Riabilitazione 2014-2016, e sollecitare l’adeguamento delle strutture residenziali e semiresidenziali, l’ adeguamento del numero dei posti letto nelle RSA, il riequilibrio delle strutture riabilitative pubbliche extraospedaliere, utilizzando i piccoli ospedali in via di riconversione, e bloccando nuovi accreditamenti alle strutture private;

6) Contrattare sul territorio il potenziamento della riabilitazione domiciliare, nell’ottica della medicina d’iniziativa, che coinvolge attivamente i cittadini colpiti da disabilità rendendoli partecipi, e creando una rete integrata di welfare sul territorio;

7) garantire il diritto alla salute e l’ esigibilità dei LEA, anche alla luce del nuovo Patto nazionale della Salute potenziando l’erogazione dei servizi del sistema socio-sanitario a rete in base agli aspetti epidemiologici ed al bisogno di salute della popolazione e della geo-orografia del territorio molisano;

8. La predisposizione di un adeguato Piano Regionale di emergenza-urgenza volendo riconsiderare il servizio del 118, dal punto di vista organizzativo/logistico.

A proposito di personale, Cgil Cisl Uil ritengono determinante recepire la circolare Fadda e procedere alla stabilizzazione del personale precario sostituendo almeno quello andato in pensione negli ultimi anni.

Sotto tale profilo la stabilizzazione del personale deve essere concretizzata entro il 2016, partendo dalla ripresa delle procedure di stabilizzazione avviate nel 2008.

Si rende altresì necessaria la programmazione triennale del fabbisogno di personale occorrente per il buon funzionamento delle strutture e dei servizi che s’intendono offrire alla popolazione e soprattutto a garanzia dei L.E.A conseguenti alla rimodulazione e riconversione degli Ospedali minori, nonché per l’auspicabile mantenimento e sviluppo di programmi di ricerca in sanità….

Cgil Cisl Uil, ritengono infine che la sentenza della Consulta del 24 giugno scorso, che ha finalmente sbloccato i contratti del pubblico impiego, apra al riconoscimento del valore della garanzia dei diritti sia economici che normativi omogenei resi esigibili su tutto il territorio nazionale. In particolare Il Contratto nazionale dovrà rilanciare il secondo livello integrativo e partecipativo di contrattazione che si concentri sugli aspetti territoriali dell’Organizzazione del lavoro e dei servizi, incentivando le performance organizzative, l’aumento virtuoso della produttività, il riconoscimento delle professionalità, determinando le condizioni per il miglioramento dei servizi resi al sistema socio-sanitario regionale e territoriale.

In ultimo premono le problematiche relative all’iniquità della compartecipazione regionale dei cittadini alla spesa per prestazioni sanitarie, i cosiddetti ticket e superticket. 

Cgil,Cisl,Uil, chiedono infine l’immediata costituzione di un Tavolo di confronto regionale, con un preciso crono programma che definisca prioritariamente: 1) La fuoriuscita dal Piano di Rientro; 2) L’approvazione del Piano sanitario regionale e del relativo Atto Aziendale e dei Piani Operativi; 3) Una legge di Riforma della Sanità rispondente al bisogno di salute della Regione Molise.

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