di Massimo Dalla Torre
Finire nuovamente in prima pagina, non noi ovviamente che commentiamo o diamo corpo
agli avvenimenti, soprattutto quelli più scomodi, non fa piacere, anche perché sapere che
persone pubbliche o che occupano un ruolo importante del sistema Molise, non sono poi
così limpide certamente non giova al ruolo che occupiamo a livello nazionale. Questo è
senza ombra di dubbio il primissimo commento, agli articoli di spalla comparsi oggi su
molti quotidiani nazionali in cui si legge della questione che vede il Presidente della
Regione e la sua consorte al centro di un’inchiesta condotta dalla GDF su richiesta della
DEA. Inchiesta, si badi bene che non riguarda l’attuale ruolo di Presidente del ing. Roberti
e signora bensì di quando era sindaco della città adriatica di Termoli e Presidente
dell’amministrazione provinciale di Campobasso. Sui dettagli non vogliamo entrare anche
perché fino a quando non ci sarà e se ci sarà una condanna definitiva nessuno è
colpevole, per questo non vogliamo assolutamente assurgere al ruolo di giudici e tanto
meno di accusatori.
La cosa che invece innesca molti punti di domanda è mai possibile
che, sempre che corrispondesse a verità, il Molise e i suoi amministratori e familiari, come
in questo caso, sono in prima linea nelle vicende giudiziarie? Domanda cui non possiamo
rispondere perché non siamo in possesso di dati oggettivi che riguardano la delicata
inchiesta che, questo possiamo assicurarvelo, rende l’ambiente elettrico; tant’è che più di
qualcuno ironizzando ha affermato: chi tocca i fili muore. Inchiesta che parte da lontano e
che valica finanche i confini regionali ma la cosa assurda che si lega “ad affaire” poco
chiari cui sono coinvolti personaggi più o meno dubbi, e aggiungiamo noti, il che lascia
esterrefatti e sconcertati cosa che non depone assolutamente a favore del Molise. Realtà
che si credeva e si crede, almeno fino a quando non verrà messa la parola fine alla
questione, immune da inchieste simili che fino a non molti fa accadevano in regioni a noi
viciniori.
Molise che, per molti non esiste, questo è lo slogan che ci marchia, ma che
evidentemente a quanto pare è appetito da chi fa i fatti, anzi i misfatti, sicuro
dell’anonimato di cui godiamo. Molise considerato da molti semplice corridoio di passaggio
per raggiungere altre destinazioni in cui affari più o meno leciti prosperano. I quali, visto
quello che i giornali e le cronache riportano, fanno di chi è ai vertici il punto di aggancio
ideale pur di arrivare all’obiettivo la cui parola fine è delinquere a discapito di chi in buona
fede, ed inconsapevolmente presta il fianco, senza sapere che prima o poi i nodi vengono
al pettine. Ma, ripetiamo non in questo caso che, ne siamo più che sicuri, il coinvolgimento
è frutto di un gioco scellerato che ha quale obiettivo screditare chi lavora per il bene della
collettività molisana, almeno che i fatti ci smentiscono clamorosamente.