Ordinazione presbiterale di Emmanuel Wanger, l’omelia del vescovo Colaianni

Saluto le autorità civili e militari presenti, il Rettore, gli educatori e i seminaristi del seminario
Maggiore di Capodimonte assieme a quelli del Redemptoris Mater. Saluto voi sacerdoti della
nostra arcidiocesi, i religiosi e religiose, i diaconi, i movimenti e associazioni, il parroco e i
parrocchiani di San Giorgio Martire in Petrella Tifernina e tutto il popolo di Dio presente.
Caro Emmanuel, lontano da casa, missionario in terra straniera, che non è detto per te sia
migliore, forse per le condizioni, ma le persone, il gregge, sono sempre e dovunque il popolo
di Dio per il quale necessitano sacerdoti che annuncino il Vangelo e che celebrino l’Eucarestia
per la loro salvezza. ‘Abramo lascia la tua terra e va’, quanti la lasciano per necessità di
libertà e realizzazione della propria vita, anche tu Emmanuel come Abramo obbedisci al
Signore che ti chiama e sei qui nella nostra arcidiocesi per metterti a servizio e dare la vita a
Dio e a quanti fruiranno del tuo ministero sacerdotale. Grazie per la tua generosa disponibilità
ad appartenere alla famiglia presbiterale di Campobasso-Bojano e servire il popolo di Dio a
noi affidato.
Nella prima lettura Isaia ode la voce del Signore che diceva: ” Chi manderò e chi andrà per
noi? Ed io risposi Eccomi manda me!”. Dio non abbandona il suo popolo ed è presente in
esso, interviene suscitando profeti, sacerdoti e pastori anche oggi. Tu Emmanuel, come
ricorda San Paolo: sei chiamato a trasmettere quello che da Cristo hai ricevuto, secondo le
Scritture, fidandoti della Grazia di Dio che ti ha reso quello che sei perché Essa è con te. (cfr)
Nel Vangelo è ricordata la chiamata di Pietro e altri apostoli a lasciare tutto e seguire Gesù.
Il sacerdote deve prima di tutto lasciare sé stesso, conformarsi a Cristo e annunciarlo con la
propria vita per la salvezza di tutti. Il sacerdote non annuncia sé stesso, il proprio pensiero,
per quanto sia buono, egli annuncia il divino, Gesù Cristo, il Messia, il Salvatore, mai deve
dimenticare di essere discepolo. In una comunità il sacerdote non è Dio, ma servo di Dio, non
è detentore del potere divino, ma è spogliato di sé per manifestare Cristo, esserne immagine,
deve espropriarsi perché i fedeli possano incontrare il Pastore Sommo e Unico delle pecore.
Esercitando la tua funzione di Capo e Pastore, tuo compito Emmanuel sarà guidare il gregge
e santificarlo mediante il tuo ministero perché diventi autentica comunità cristiana capace di
fraternità, di reciproca accoglienza, misericordia e carità, per questo cura che ogni
celebrazione eucaristica sia radice e fondamento, espressione e segno dell’edificazione
dell’unica Chiesa di cui ogni fedele è parte costitutiva.

Sii padre amorevole nell’educare alla fede e maestro di verità nell’insegnare il Vangelo di cui
devi essere fedele e coerente testimone perché nel tuo volto e nella tua vita si veda il volto e
la vita di Cristo che ama, libera e salva.
Il Signore ha bisogno del sacerdote, prende e utilizza le mani per consacrare e benedire, la
mente e il cuore per guidare e amare e continuare anche oggi, Lui, il Signore, non noi, a
salvare il suo gregge. Ma Egli sceglie alcuni tra gli uomini che siano suoi collaboratori, ti
chiama e ti ama, Emmanuel, come sei, nel rispetto della tua umanità, anzi, te la chiede, perché
attraverso te vuole farsi conoscere dal mondo, come per Simone, si manifesta nella sua natura
umana, nella sua storia, nel suo lavoro di pescatore e lo renderà pescatore di uomini come te
oggi. C’è bisogno nel mondo e nella chiesa di sacerdoti che siano uomini veri e buoni, sinceri
e trasparenti, che ispirino fiducia, sui quali poggiare e trovare aiuto e consolazione, che siano
fratelli e padri di riferimento e confronto e anche madri di tenerezza. Lasciati educare nella
tua umanità dal cuore di Dio, perché essa diventi accoglienza, rispetto, attenzione, fraternità
per chiunque ti sarà affidato e incontrerai per conto e nel nome del Signore, dalla tua umanità,
giusta, amabile e senza giudizio o chiusura, generosa e offerta nel dono di sé, si colga e si
incontri sempre l’azione e la persona di Cristo.
“Lasciarono tutto e lo seguirono”, sei discepolo, sacerdote, non sei il Cristo, ma Cristo è in
te, lo renderai presente perché il tuo ministero sia segno e strumento della sua presenza tra le
donne e gli uomini del nostro tempo, in suo nome proclamerai e agirai a servizio del suo
popolo. Sarai Persona Christy ed Egli si mostrerà come Dio quando celebrerai all’altare, è
l’Emmanuele tra la gente, sarà Padre buono e misericordioso quando assolverai dai peccati,
Maestro buono quando proclamerai la sua Parola, Dio di amore quando incontrerai nella carità
i suoi figli. Ti sarà Dio fedele anche quando le reti saranno vuote e avrai la tentazione di
sentirti inutile ed inefficace, come a volte accade ad alcuni sacerdoti in piccole comunità e
paesi isolati per una viabilità non facile, sii certo che la rete della Chiesa raccoglierà sempre
con abbondanza i suoi pesci, fidati: “Sulla tua parola getterò le reti”
Emmanuel apriti e vivi sempre in comunione ministeriale la fraternità sacerdotale, anche
Simone si è fatto aiutare e ha condiviso per evitare che le reti si rompessero, il sacerdote non
si isoli e non sia isolato, si ricordi l’abbraccio di pace al termine del rito di ordinazione che
sancisce ed esplicita l’appartenenza alla comunità presbiterale.
Sii sempre certo che appartieni a Dio, sei incorporato e assimilato a Cristo, Dio non si
allontana, il sacerdote è il suo investimento per la salvezza dell’umanità, mai pensare che ti
abbandoni, che non ti sostenga, incoraggi e dia forza nelle difficoltà che anche sperimenterai,
quindi non scoraggiarti anche nella prova e nella sofferenza. Non è facile oggi essere preti
rispondenti alle buone esigenze spirituali e umane di tutti, anche se a volte, alcuni, hanno
pretese personalistiche dovute ad una fede superficiale, non è facile saper far fronte alle sfide
culturali e sociali del nostro tempo, essere pacificatori nelle tante situazioni di divisioni e
violenza di vario tipo, essere ‘luogo’ dell’incontro con Dio per chi è sfiduciato, abbandonato e
solo, fragile e disorientato, “Non temere” disse Gesù a Simone, tu Emmanuel sarai portatore
della speranza che Dio donerà loro per risollevarli perché, la speranza non delude. Diventerai
pastore, ma anche per te, è vero come dice il salmo che: ” Il Signore e il mio pastore non

manco di nulla .. mi conduce .. mi guida per il giusto cammino .. a motivo del suo nome .. non
temo alcun male perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.”.
Allora Emanuel prendi il largo e getta le reti, ti accompagni sempre lo stupore di quanto Dio
compirà attraverso te, certo di quanto dice San Paolo: “Per grazia di Dio, però, sono quello
che sono e la sua grazia in me non è stata vana.”.
La S.S. Trinità ti guidi nel tuo sacerdozio, ti renda fedele testimone della comunione e
dell’amore di Cristo per tutti.
Ti proteggano San Bartolomeo e San Giorgio e la Madonna Addolorata ti custodisca.

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