Si è avviata una discussione a livello comunitario per avviare l’introduzione di una direttiva riguardante il miglioramento delle condizioni dei tirocinanti e una lotta al rapporto di lavoro camuffato da tirocinio.
Stage e tirocini non costituiscono rapporti di lavoro, infatti,i tirocini sono un periodo di orientamento e di formazione con l’obiettivo di favorire l’arricchimento di conoscenze dello stagista.
In parole povere i tirocini servono a imparare qualcosa, i rapporti di lavoro si instaurano per vedere retribuite le proprie competenze.
Il problema, è che ogni abuso fa perdere l’uso e come spesso accade, qui l’abuso dello strumento è notevole.
Ogni anno in Italia si attivano circa 300mila tirocini extracurriculari, a questi si aggiungono stage promossi dalle Università e dalle scuole per favorire l’inserimento lavorativo dei propri studenti.
Una quota significativa di questi tirocini viene attivata nell’ambito di professioni poco qualificate, dove risulta oggettivamente difficile comprendere quali competenze deve acquisire un ragazzo o una ragazza prima di poter sottoscrivere un contratto di lavoro.
Troppe aziende attivano rapporti di tirocinio senza attuare alcun percorso formativo specifico, finalizzato all’acquisizione delle necessarie competenze professionali.
Le imprese spesso assegnano ai tirocinanti tutor che spesso sono oberati di lavoro e non riescono a svolgere efficacemente i compiti formativi previsti dalla legge, in sostanza, una quota significativa dei tirocini attivati in Italia si concretizzano in rapporti di lavoro subordinato irregolari.
L’unica soluzione possibile per risolvere il problema sarebbe quella di ricondurre gli stage all’interno dell’alveo dei rapporti di lavoro, in realtà, questo comporterebbe l’effetto di legalizzare l’utilizzo improprio di questo strumento e fare concorrenza al ribasso ad altre forme contrattuali.
Gli stage dovrebbero essere governati da regole stringenti in grado di limitare la possibilità di attivazione per contrastare gli abusi.
La violazione di queste regole dovrebbe essere accertata con il rafforzamento dei controlli e delle ispezioni per garantire agli stagisti la possibilità effettiva di acquisire le competenze necessarie a entrare nel mondo del lavoro.
Dedicare un periodo di tempo limitato della propria vita all’acquisizione di competenze sul luogo di lavoro è auspicabile, ed è qualcosa che non va demonizzato. Purché serve effettivamente a trasmettere conoscenza e ad inserire nel mondo del lavoro.
Alfredo Magnifico