Sensibilizzare i consumatori sull’impatto dei loro modelli di consumo sulle risorse naturali e sulle conseguenze ambientali, economiche, sociali e personali dell’uso non sostenibile delle risorse. E’ questo l’obiettivo della campagna “Generation Awake” lanciata la settimana scorsa dalla Commissione europea che, attraverso un sito web interattivo, disponibile nelle ventiquattro lingue ufficiali dell’UE, illustra grazie ai personaggi di un fumetto l’impatto ambientale delle decisioni quotidiane di acquisto. Il tutto in considerazione che i rifiuti in Europa restano una risorsa estremamente sottoutilizzata nonostante si sono messi in atto alcuni tentativi che hanno ottenuto buoni risultati raggiunti in certi settori.
Secondo uno studio realizzato per conto della Commissione europea, la piena attuazione della legislazione dell’UE sui rifiuti non solo consentirebbe di risparmiare settantadue miliardi di euro l’anno ma anche incrementare di quarantadue miliardi di euro il fatturato annuo del settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti creando oltre 400mila posti di lavoro entro il 2020. A tal riguardo si calcola che la produzione totale di rifiuti nell’UE è di oltre due milioni e mezzo di tonnellate ossia 5 tonnellate per abitante in media all’anno. Dati facilmente consultabili e confrontabili sul sito della campagna Generation Awake che vuole mostrare il valore che possono avere i rifiuti e come certi prodotti, anziché gettati via, possano invece essere riutilizzati, riciclati, scambiati e riparati. Inoltre, a supportare la campagna è stata creata anche una pagina Facebook, il social network più innovativo che invita i cittadini a provare concretamente a ridurre gli sprechi di prodotti alimentari e a risparmiare l’acqua. La campagna, tra l’altro, prevede anche un concorso fotografico che invita a presentare suggerimenti per trasformare i rifiuti in risorse. Concorso con un premio consistente in un viaggio a Copenaghen, la Capitale verde europea 2014, città che per prima ha adottato le misure che sfruttano i rifiuti da cui vengono ricavate altre risorse a dimostrazione che non tutto quello che è buttato nelle immondizie non può essere riutilizzato.