Dalla casa, alla piazza, l’agorà. Il messaggio quaresimale di mons. Bregantini ai fedeli della diocesi invita, in questo periodo forte dell’anno, a concentrare la propria attenzione e la preghiera sulla vita domestica, rinnovata quotidianamente dall’angolo della Parola che è vita. “E la PIAZZA, fecondata dalla testimonianza di laici coraggiosi e coerenti, sarà capace di avere nuovi orizzonti di fraternità e di pace, specie nei periodi delicati del rinnovo, ormai imminente, dei vari consigli comunali. Perché non sia un tempo di ostilità, ma di leale costruttivo confronto, per il bene Comune”.
Tornare alle piccole attenzioni verso l’oikos, la casa che è ecumene, incontro della famiglia intorno al cenacolo animato dalla fede. “La casa sia poi spazio di evangelizzazione tramite i CENACOLI DEL VANGELO. Sono entrati nel vissuto delle nostre parrocchie.”, afferma Bregantini, invitando ad una nuova evangelizzazione che parta dal vissuto quotidiano. La quaresima “E’ il tempo propizio per fermarsi a mangiare insieme, con calma, spenta la televisione, intrecciando un dialogo familiare sereno. Gusteremo così il cibo, che il Signore ci ha donato ed i genitori ci hanno preparato.” Stiamo dimenticando il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, anche all’interno del nucleo familiare che, al contrario, sul modello della famiglia di Nazareth è esempio e nello stesso tempo, pietra di inciampo in una società che non conosce più ” il tempo dell’audacia, cioè del coraggio per investire, per rischiare”… Viviamo un periodo storico intriso di contraddizioni all’insegna di una precarietà che, intesa positivamente “ci rende tutti simili agli uccelli del cielo ed i gigli del campo. Fragili, pienamente nelle mani del Padre celeste.” Dunque l’attenzione deve essere rivolta alle emergenze che il nostro tempo sta vivendo, pensando che l’icona del deserto è un indicatore della redenzione dell’umanità.” Ed oggi, credo, che il “deserto” quaresimale possa essere configurato soprattutto nella precarietà giovanile. La parrocchia sappia accompagnare e sostenere i nostri giovani e adulti lungo l’arsura della disoccupazione. Ci chiede concretezza, rispetto del loro dolore, vicinanza al loro cuore. Ma anche la capacità di condividere il disagio di chi perde il lavoro.” IL richiamo del presule alla misericordia e alla speranza che nasce dalla famiglia e si irradia nella piazza è intriso del “sangue della testimonianza” effuso dal barbaro assassinio di don Lazzaro Lombardi in Calabria, dal male della “mancanza di dialogo tra popoli diversi. Campobasso città della “pace artigianale” costruita giorno per giorno dalla preghiera. Una lettera intensa ed accorata, che vuole toccare il cuore dei fedeli ma, soprattutto, guidarli in un periodo quaresimale focalizzato sulla casa come “spazio di amore convertito”. Tra le righe del messaggio di Bregantini si legge questo delicato ma indispensabile passaggio per costruire il futuro. Una economia svuotata della “casa” è fallimentare e spinge alla perdita del valore dell’unione domestica, “viziata” dal male del consumismo. E’ necessario che il cristiano, e la famiglia cristiana si riappropri della “povertà evangelica” come arricchimento dello Spirito. “E’ questo il tempo prezioso della potatura dell’ulivo. Costa, ma sui rami già si intravede la ricchezza del raccolto.” Centrate sulla preghiera, linfa per il cristiano, le riflessioni sono uno strumento per la quaresima, ma anche l’esortazione ad una intensa vita cristiana testimoniale perché la piazza sia “fecondata dalla testimonianza di laici coraggiosi e coerenti” per arrivare a raggiungere, conclude Bregantini, il bene comune.