Trivelle in Adriatico: interviene il Coordinamento Molise per Civati

Le perforazioni in mare puntualmente ritornano come una grande minaccia per l’ecosistema.Adesso col decreto legge detto n. 133 del 12 settembre 2014, detto “Sblocca Italia”, considerato di pubblica utilità, saranno attivati con urgenza interventi per la ricerca di petrolio e metano, e per la rigassificazione, lo stoccaggio e il trasporto.Il testo, che sta sollevando anche fondati dubbi di costituzionalità, di fatto, pare allentare i parametri della valutazione ambientale.
Visto l’obiettivo del decreto, raddoppio delle estrazioni nazionali di idrocarburi, il Molise e l’intera macroregione Adriatica potrebbero subire danni incalcolabili e irreparabili!Con l’aggravante che il Molise passa da una percentuale dell’incidenza delle attività petrolifere sul proprio territorio dal 26% all’86%.Il nostro mare Adriatico sarebbe continuamente a rischio scempio ambientale. E dire che non più tardi di tre anni fa, maggio del 2011, proprio a Termoli vi fu un’imponente manifestazione popolare, con la partecipazione delle istituzioni del Molise, dell’Abruzzo e della Puglia, che ha visto anche la partecipazione straordinaria di Lucio Dalla, illustre cittadino delle isole Tremiti e assiduo frequentatore della costa molisana.
Noi, invece, riteniamo che una delle strade maestre possibili per lo sviluppo oggi è la programmazione razionale della produzione di cibo. E per produrre cibo bisogna preservare e ricostruire l’equilibrio naturale delle risorse spontanee, prima di tutto. Inseguire per mera speculazione lo sfruttamento obsoleto delle scarse risorse petrolifere infierendo sul mare devasterà le nostre fragili coste.

L’impatto delle trivelle nell’Adriatico blinda di fatto ogni scelta di pianificazione compatibile con il territorio, che vuole sognare e concretizzare progetti di sviluppo turistico esclusivo, anche a breve termine. Non è tollerabile che la micro economia del turismo, della balneazione, della pesca, che già ci sono, vengano spazzate via. In un contesto di crisi delle aziende sarebbe come aggredire la regione con una crociata cieca e priva di qualunque criterio saggio.

Abbiamo la possibilità di ammortizzare i colpi durissimi della crisi generale lasciando alle aziende, le nostre piccole aziende a conduzione familiare, che vivono di ristorazione, turismo, agricoltura, la possibilità di resistere e ripensare una economia di difesa, di sopravvivenza e di innovazione. Sostanziale per ricostruire la barriera sociale che il lavoro, anche il piccolo lavoro, garantisce a questi territori. Non possiamo permettercelo perché ciò annienta ogni altra forma di economia possibile. Dobbiamo sostenere la nostra economia di resistenza per attraversare una crisi terribile avendo a disposizione un territorio delicato e friabile. Abbiamo già subito terremoti, alluvioni, e in questo modo ci verrebbe tolto ogni spiraglio di indirizzo progettuale. Non possiamo permettercelo!

Il mare Adriatico per noi, per il Molise, per l’intera macroregione Adriatica, è una grande cassaforte per lo sviluppo eco-sostenibile.I nostri piccoli chilometri di costa rappresentano invece un luogo di preservazione essenziale per la sopravvivenza di quei gioielli delle Isole Tremiti.Le nostre regioni hanno una configurazione e una storia che supera i confini amministrativi. Dobbiamo affrontare anche questo tema con il piglio, la forza e i numeri della macro-area.

Sappiamo di non essere soli, anche questa volta, come nel 2011.
“Concordiamo una strategia unitaria, consapevole, adulta, matura, regione per regione, territorio per territorio…ho già preso contatti con la contea di Dubrovnik, ma anche con la contea spalatino dalmata e poi con la Croazia, per determinare una posizione congiunta – ha annunciato il governatore dell’Abruzzo – insieme col Molise, le Marche, la Puglia”. Questo l’appello rivolto dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, ai partner della strategia europea per la regione adriatico-ionica (Eusair) recentemente riuniti a Bruxelles in occasione di un evento nell’ambito degli Open Days.

La tutela e la difesa del mare Adriatico deve essere prioritaria per un uso eco-compatibile del territorio a fini turistico-culturali. È il momento questo di adottare strategie integrate e sinergiche, allineando procedure e norme, con le nostre Regioni vicine (Marche, Abruzzo, Puglia), con gli Stati membri dell’UE (Italia, Croazia, Grecia e Slovenia) e con i Paesi che nell’Unione aspirano ad entrare (Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia), con molti dei quali, tra l’altro, proprio noi molisani abbiamo già esperienze di partenariati stabili e consolidati.

Dobbiamo puntare a essere le Regioni della qualità della vita, dobbiamo avere lungimiranza, dobbiamo favorire gli spostamenti in un ambiente sano. I confini non siano un limite per il diritto dei cittadini alla qualità della vita e per la valorizzazione dei nostri territori.

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