Riceviamo e pubblichiamo
Possiamo fare finta che Natale sia quello che esiste nell’immaginario collettivo di chi ancora inconsapevolmente attinge alla memoria di una società contadina, un fantasticare di capanne, pecorelle,angeli musicanti, scorpacciate memorabili, zampogne, regali attesi, letterine di buone intenzioni……Ormai, almeno nell’opulente occidente, mangiamo quotidianamente quello che vogliamo, e molti persino troppo nonostante il tempo di crisi; i nostri bambini ricevono tutto l’anno regali che non apprezzano neppure più, mentre agli adulti doniamo oggetti da cui spesso occorrerà liberarsi; quanto alle nostalgie religiose, quando ancora sopravvivono tra gli addobbi scintillanti, si riducono a una messa di mezzanotte consacrata per tradizione. Più lucidamente abbiamo realizzato che Natale è la festa del “dio consumo”, meglio connessa agli stili del paganesimo che attraversa ogni tempo che all’irrompere della nuova evangelica novella.
Una volta, soprattutto i bambini, a Natale erano solitio scrivere una letterina a Gesù Bambino. Ma non solo bambini, perchè si hanno testimonianze di tante lettere dai grandi proprio a Natale……”Siccome molte persone passeranno a trovarti, se non nell’eucarestia e nei sacramenti almeno nel presepe, perchè non suggerisci loro, discretamente, che non te ne andrai più dalla Terra e che, pur trovandoti altrove per i tuoi affari, hai un recapito fisso nella Tua Chiesa, dove ti potranno incontrare ogni volta che lo vorranno? E, a proposito di recapito, non pensi che la tua Chiesa abbia bisogno di qualche restauro? Si tratterà, caro Signore, di restauri costosi, perchè da ricca deve diventare povera, da superba deve diventare umile, da troppo sicura deve imparare a condividere le ansie, le incertezze degli uomini, da riserva per aristocratici deve diventare fontana del villaggio” Una lettera così va letta e meditata sempre, perchè sempre deve essere Natale…parola di Francesco
cappellaroccodettotommaso
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