Il 3 dicembre con il provvedimento del direttore generale ASREM n. 136/2014 di fatto è stato sancito l’ennesimo ridimensionamento di quello che una volta era l’ospedale di Larino, con il definitivo trasferimento del reparto di oculistica, una delle poche unità operative complesse davvero d’eccellezza regionale, produttiva in termini di emigrazione sanitaria attiva, al Cardarelli di Campobasso. La proposta di conversione di esso in “Casa della Salute” che, stando a quanto affermato nell’allegato all’atto aziendale, dovrebbe “configurarsi come un presidio strategico, al fine di fronteggiare alcune tra le più evidenti criticità nel rapporto tra il SSR e il cittadino, nei trattamenti extraospedalieri e garantire i livelli essenziali di assistenza sociosanitaria nella loro unitarietà di prevenzione, cura e riabilitazione” appare proprio l’ultimo step prima della chiusura totale.
La proposta contenuta nell’atto aziendale, nel rispetto delle direttive impartite con decreto del commissario ad acta n. 7 del 20 marzo 2013, facendo riferimento al modello organizzativo delineato proprio col decreto del commissario ad acta n. 21 del 4 giugno 2014 impugnato dai vari comitati, seppur limitatamente agli aspetti programmativi di massima non oggetto di diretta impugnazione, considerazione discutibile, supera in più punti la sospensiva cautelare concessa dai giudici amministrativi andandone in parte a trasfondere i contenuti.
Se in ambito regionale il Consiglio rimane totalmente esautorato dalla discussione in merito alla riorganizzazione sanitaria, visto che Frattura in qualità di commissario ad acta conserva pieni poteri decisionali, che seppur messi largamente in discussione non ancora vengono avocati né si è mai proceduto alla sua surroga, si registrano isolati interventi da parte di singoli consiglieri che inevitabilmente appaiono soltanto gesti di demagogia e becero populismo, atti più ad alimentare la confusione che a contribuire attivamente ad una possibile modifica della riorganizzazione sanitaria. Rimane ancora in sospeso e quindi si rende necessaria una considerevole riduzione della spesa prodotta dai troppi accreditamenti delle varie strutture sanitarie private presenti in regione che vanno spesso a sovrapporsi ai servizi offerti dal pubblico, non ultima quella di Salcito, che possa finalmente adeguare la Regione Molise agli standard Nazionali, che in media prevedono finanziamenti a favore degli istituti sanitari privati non superiori al 20 % della spesa sanitaria regionale, mentre in Molise senza alcuna ragionevolezza tale percentuale si attesta attorno al 40 % della spesa sanitaria pubblica. L’ unica spiegazione che si riesce a trovare, e che nessun esponente del Consiglio regionale ha il coraggio di ammettere con onestà, passa per la necessità da parte del Presidente Di Laura Frattura e della maggioranza che governa di dover salvare gli attuali equilibri di Palazzo Moffa, continuando a garantire all’illustre alleato Patriciello, in maniera inalterata, gli introiti derivanti dalle sue attività in campo sanitario.
A Larino, nel mentre, l’imminente e definitiva chiusura dell’ospedale G. Vietri, la perdita del reparto di oculistica, la conversione di ciò che rimane in Casa della Salute, cosa questa sia e quali effetti produrranno le scelte della Regione e dell’ASREM sul welfare sociale, non sono temi che sembrano preoccupare Palazzo Ducale. Per il Sindaco Notarangelo e l’amministrazione delle idee, con l’accordo del Comitato civico frentano dell’onnipresente Palmieri, tutto deve passare inosservato, nel silenzio assoluto di tutti, anche perchè differentemente verrebbero a rendersi ancora una volta palesi i limiti, l’inconsistenza, l’incapacità politica e quella amministrativa che stanno rendendo di Larino un comune isolato nel panorama regionale e abbandonato a sé stesso. Anche quei pochi “che si sono presi la briga di salvaguardare” il Vietri, oltre che gli interessi propri, perchè oggi più che mai non alimentano il dibattito pubblico come erano soliti fare qualche anno fa quando ad amministrare era un altro colore politico? Il PD dell’assessore Palmieri, è d’accordo con la riorganizzazione sanitaria approntata dal commissario ad acta-Presidente Frattura e dall’ASREM? Perchè non prende posizione ma preferisce quasi nascondersi? Perchè, chi è tanto appassionato di sanità, non riferisce della prossima chiusura anche del centro di assistenza Padre Pio di Larino? Perchè non vi è alcuna attività di protesta, alcuna manifestazione contro chi amministra a livello locale, per l’inettitudine che sta dimostrando, e avverso chi governa la Regione per la manifesta illogicità di talune scelte che penalizzano l’intero territorio basso molisano?
Per il movimento LARINascita, è chiaro che l’amministrazione Notarangelo rimarrà in balia del Comitato civico frentano (già pro Vietri) e di un ennesimo ricorso, dai costi a carico di tutta la collettività, dimostrando così di credere alle illusioni e abbandonando l’attività politica fatta di dialogo come anche di confronto serrato con Frattura e i vertici sanitari. Continuando a rimanere totalmente inascoltata dal Presidente-Commissario Frattura, il quale in realtà, come specificato dall’atto aziendale, avrebbe ancora la possibilità di rimodulare la proposta avanzata dal Direttore Generale ASREM proprio perchè è al suo esame per la verifica di compatibilità con il decreto n. 7 del 20 marzo 2013, Larino non avrà alcuna speranza di contribuire anche a mezzo di nuove proposte all’eventuale modifica di quegli aspetti della riorganizzazione sanitaria che trascurano di garantire un servizio adeguato alle esigenze di sanità provenienti dal territorio con tutto ciò che ne conseguirà, ovvero l’accettazione in maniera supina delle decisioni che verranno imposte dall’alto. Se questa è rappresentanza politica…
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