Il Presidente della Organizzazione Produttori Pesca del Molise, Basso Cannarsa, respinge al mittente tutte le accuse mosse dal Prof. Pasquale Salvemini circa la responsabilità dei pescatori sulla morte delle tartarughe marine.E’ assurdo leggere che “i pescatori potrebbero avere usato un remo per stordire le tartarughe” quando i remi non vengono usati ormai da decenni, ma stiamo scherzando? Oppure considerare “le attività di pesca a strascico con le tartarughe che restano impigliate tre le reti e vanno sotto sforzo”. Che un motopeschereccio a strascico possa “pescare” le tartarughe marine è un fenomeno rarissimo e quando succede la tartaruga viene presa ancora viva e dunque ridata al suo habitat naturale.
Anche gli altri sistemi di pesca praticati nelle nostre zone, diverse dallo strascico, non utilizzano reti in grado di uccidere pesci o animali grandi come le tartarughe marine, data la misura sottile del filato. Può invece succedere che le testuggini marine possano avvicinarsi alle reti da posta per mangiare il pesce catturato ma non essere imbrigliate. Quindi sono assurde queste accuse mosse dal Professore del “Golfo del Gargano”.
Basta con la concezione del pescatore come “distruttore” del mare, il pescatore è in primis il “guardiano e custode” del suo mare, che è risorsa da tutelare e difendere con decisione. Ciò è sia uno degli obiettivi statutari della O.P. San Basso sia il pensiero di tutti i pescatori molisani.