Abbiamo appreso dalla stampa che per Arpa Molise, nella persona della commissaria straordinaria dottoressa Antonella Lavalle, «i valori relativi alle polveri ed agli ossidi di azoto riscontrati durante i controlli delle emissioni in atmosfera effettuati in 7 aziende del Nucleo industriale di Termoli, sono risultati nella norma. Per quel che riguarda la qualità dell’aria, si è conclusa la campagna di monitoraggio del PM10 effettuata con il Centro mobile dell’Agenzia nei pressi della stazione Termoli4. I risultati non hanno evidenziato superamenti della media giornaliera. Sul particolato raccolto sono state condotte anche analisi volte ad individuare le concentrazioni dei metalli arsenico, cadmio, nichel e piombo; i valori ottenuti risultano in linea con il monitoraggio effettuato nella stazione Termoli1 della rete regionale».
Leggendo queste affermazioni è semplice pensare che la zona, denominata “fascia costiera” codice IT1404 nel Progetto di zonizzazione redatto da Arpa Molise e recepito dalla Regione Molise con deliberazione n. 375 del 1 agosto 2015, sia una zona poco o per niente inquinata.
Ma le cose stanno davvero così?
Nel suddetto progetto di zonizzazione i dati riportati suggeriscono che la fascia costiera (codice IT1404) sia una zona, quanto meno, “abbastanza inquinata” (vedi tabelle di riepilogo della classificazione a pagina 17 del progetto di zonizzazione che segnalano superamenti costanti del valore limite superiore di numerosi inquinanti monitorati), sempre nel progetto si precisa anche che “per il PM2,5, i metalli e il Benzo-a-pirene non essendo disponibili dati di monitoraggio, si assume un approccio cautelativo, ipotizzando, in tutte le zone individuate, il superamento delle soglie di valutazione superiore previste dal D. Lgs. 115/10 e pertanto verrà effettuato un monitoraggio con stazioni fisse”. Come la legge impone aggiungiamo noi del Co.Di.S.A.M.
Rileggendo l’affermazione ci viene spontaneo sottolineare qualche punto che non collima perfettamente con i dati a disposizione e farci qualche domanda:
– 7 aziende del nucleo industriale controllate emettono in atmosfera polveri e ossidi di azoto secondo i limiti di legge; quali sono queste aziende? in esse è compreso l’inceneritore industriale (associato alla Momentive), la biomassa, il “gessificio”?
– La centralina fissa Termoli4 ha segnalato che nel 2015 ci sono stati 60 superamenti del limite giornaliero del PM10, limite posto a 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte l’anno; attualmente, dato del 31/03/2016, ne segnala 7; dal centro mobile di monitoraggio secondo quanto affermato dalla dottoressa Levante non vi superamenti della media giornaliera: cosa vuol dire?
– Per la stessa centralina negli ultimi 60 giorni, dato ottenuto dalla scheda grafica scaricabile da chiunque nel sito di Arpa Molise, periodo 01/02/2016-31/03/2016 la raccolta dei dati è pari al 65%, risultano infatti come n.d., ovvero dato non disponibile, 21 giorni dei 60 riportati, questo dato è al di sotto della soglia minima di raccolta dati prevista dal D. Lgs. 115/10 che all’allegato 1 tabella 1 prevede una raccolta minima dei dati pari al 90%; tale raccolta minima dei dati peraltro risulta inferiore anche nelle schede relative ai mesi del 2015; le centraline come sono manutenute? i dati sono validati su che base?
– La concentrazione dei metalli pesanti sul particolato raccolto è in linea con quello di Termoli1; una raccolta estemporanea di particolato con relativa analisi della concentrazione di metalli pesanti è sufficiente a dire qualcosa su una zona dove i superamenti del PM10 sono stati 60 nel 2015?
– Non si parla, nemmeno a livello di citazione, del PM2,5; nessuna delle centraline della rete effettua questo monitoraggio e la legge impone che il monitoraggio venga effettuato da stazioni fisse e che il valore obbiettivo previsto negli anni passati è divenuto valore limite dal 1 gennaio 2015 e tale valore è di 25 µg/m3 media annuale; quando avremo tale dato?
Il PM2,5 è in grado di penetrare profondamente nei polmoni, le polveri più sottili possono attraversare la barriera alveolo-capillare riversandosi nel torrente ematico.
In uno studio sulle polveri sottili pubblicato su The Lancet si evince un collegamento tra ospedalizzazione e mortalità per infarto e il livello di particolato presente nell’aria, in 35 studi nei paesi sviluppati, si evidenzia una maggiore ospedalizzazione e mortalità in proporzione con la concentrazione di polveri con diametro inferiore a 10 micron PM10 e polveri sottili di diametro inferiore ai 2,5 micron PM2,5 di cui queste a maggiore lesività.
Il rapporto 2015 sulla Qualità dell’aria in Europa, relativo all’inquinamento atmosferico, indica che in Italia si verificano 84.000 morti premature l’anno; in particolare 59.500 morti premature sono da attribuire all’esposizione di lungo termine al PM2,5.
L’OMS ritiene gli attuali livelli di esposizione agli inquinanti atmosferici non sicuri.
Esiste anche un danno economico notevole in termini di anni di vita persi e aumento dei costi sanitari dovuto all’inquinamento atmosferico, una stima fatta dall’OCSE insieme all’ufficio regionale OMS per l’Europa diffusa nel 2015 ha quantificato per l’Italia un danno di 97 miliardi di dollari l’anno ovvero circa 88,5 miliardi di euro, che corrisponde a 5 punti di Pil.
Il Comitato di Difesa della Salute & Ambiente ha più volte evidenziato nel corso del 2015 gli sforamenti del limite giornaliero PM10 e che è necessario ed impellente il monitoraggio del PM2,5 quale dato più sensibile nella valutazione della qualità dell’aria. Così come si è espresso sul carattere di emergenza che ha assunto la realizzazione di una zonizzazione dell’aria. Senza di essa e senza un monitoraggio completo e preciso, alla cui base ci sia una raccolta dati corretta, tutto quello che si dice sulla qualità dell’aria rimane aleatorio e inconcludente.
Vorremmo che fosse chiaro a tutti e in particolare alla Regione Molise che le valutazioni di impatto ambientale di nuove attività aziendali o di ampliamento di quelle esistenti non possono prescindere da una visione completa della situazione di base che solo una zonizzazione può dare.
Non ci bastano più i proclami, è giunto il tempo del fare.
Vincenzo Pietrantonio- Presidente Comitato di Difesa della Salute & Ambiente Molise.