Partito Rifondazione Comunista: Termoli, una città per pochi

L’amministrazione Sbrocca si è dimostrata fin dal suo insediamento in perfetta contiguità con le politiche nazionali liberiste portate avanti dal suo partito di riferimento: il P.D. (Partito Democratico).
Sulla spinosa questione dell’urbanistica ha persino superato i propri referenti politici regionali, promuovendo massicciamente finanza di progetto e urbanistica contrattata quali modelli di privatizzazione del territorio, del suolo pubblico e dei beni comuni. Termoli sta così progressivamente andando verso una vocazione privatistica e affaristica, in perfetta armonia con l’ottica economica imperante -quella liberista- fondata su tre capisaldi: liberalizzazione, deregolazione, privatizzazione.
L’amministrazione procede in modo del tutto arbitrario e autoreferenziale verso la costruzione dell’inutile e dannosa opera del Tunnel (con l’annessa privatizzazione/cementificazione degli spazi dell’area di Pozzo Dolce e di piazza S. Antonio), mascherando con il termine riqualificazione ciò che realmente si nasconde dietro questo ennesimo project financing: concessione alle imprese, finanziate da banche o da investitori occulti, di interi pezzi di territorio pubblico, a tutto vantaggio dei guadagni di questi soggetti e senza sgravi e vantaggi per la comunità.
Si prosegue, così, verso un sostanziale ed effettivo superamento dei piani regolatori e dell’idea di una pianificazione generale democratica e condivisa degli spazi di vita della città, per protendere verso una gestione assolutamente centralizzata e dirigista della cosa pubblica. Questo, ovviamente, innescherà crescenti problemi, in particolare l’abbandono ed il degrado dei quartieri, soprattutto di quelli periferici. Ciò che non risulta economicamente appetibile verrà trascurato (come d’altro canto già sta accadendo).
La cosiddetta urbanistica contrattata -faro conclamato di questa amministrazione- accantona così una visione complessiva della città per favorire interventi in limitate e specifiche aree, su cui insiste un interesse particolaristico o si concentra maggiormente il business. Tutto ciò che non porta un profitto viene escluso e abbandonato. Basta osservare le condizioni drammatiche di interi quartieri dimenticati e senza speranza, con infrastrutture e viabilità ormai disastrate.
Non è certo un caso che questa “riqualificazione” coinvolga aree centralissime e storiche della nostra città, dove l’interesse dei privati è preminente, poiché si potranno spuntare introiti maggiori nella vendita dei servizi e delle strutture che si andranno a realizzare (togliendo aree verdi e luoghi della memoria ai cittadini).
Le scelte di indirizzo politico di questa amministrazione sono classiste, fatte ad esclusivo vantaggio di chi ha già lucrato e barbarizzato questa città da sempre, in particolar modo, i costruttori e le banche. Queste scelte saranno maggiormente deleterie nel tempo, poiché dalla svendita del patrimonio pubblico si tarperà ogni possibilità di crescita per la città e per la sua comunità, già “strozzata” da affitti esosi, da disoccupazione crescente, dalla privatizzazione dei servizi sanitari, dalle gravi carenze infrastrutturali della viabilità, dei trasporti e della mobilità pubblica.
Quasi non bastasse, in questo quadro drammatico, spicca l’assenza totale di qualsiasi programmazione o di prospettiva politica da parte dell’amministrazione che, nonostante tutto, sbandiera sfacciatamente l’immagine del tutto artefatta della “Termoli del futuro”. Ma di quale Termoli si sta parlando? Di una cittadina in realtà destinata progressivamente a degradare, ad impoverirsi, ad affogare sempre più nel cemento e nelle speculazioni per portare profitti solo a pochi, come del resto sta accadendo in quasi tutto il nostro territorio, regionale e nazionale.
Il Partito della Rifondazione Comunista, oltre a contrastare politicamente questi indirizzi economici, sostiene attivamente tutte le iniziative che i comitati referendari e il Coordinamento No tunnel portano caparbiamente avanti da tempo. Va però detto, seppure nella completa indifferenza di questa amministrazione, che si osserva un crescente interesse della popolazione termolese su questa vicenda – ne è la riprova il terrore del sindaco persino a concedere un referendum cittadino!
Invitiamo, pertanto, i cittadini tutti a partecipare e mobilitarsi per mandare a casa chi vuole amministrare in modo così autoritario e classista, con l’unico scopo di devastare la nostra città a vantaggio di pochi. Si potrà crescere solo se si promuovono la partecipazione e le democrazie dirette, indirizzi del tutto assenti nell’attuale politica amministrativa. Per questo saremo in piazza a contrastare implacabilmente e vigorosamente questa amministrazione oligarchica e bugiarda e, soprattutto, a batterci affinché la pianificazione urbanistica torni ad essere una pratica collettiva e condivisa da tutta la cittadinanza termolese e non certo un artificio per realizzare gli interessi di una ristretta combriccola di affaristi.

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