La delibera di giunta comunale n. 54 del 9 novembre 2012, licenziata dall’amministrazione Giardino, andava ad approvare il progetto definitivo-esecutivo redatto dagli ing.ri Sabetti, Lallo, Guglielmi, dall’arch. Vesce e dal dr. agr. Mammarella (incaricati su nomina del Rup ing. Raimondo) per un importo complessivo di 300.000 euro, di cui circa 40.000 euro destinati a spese tecniche e ben 213.064,80 per i lavori di “valorizzazione e recupero ambientale del bacino urbano del Vallone della Terra, per lo sviluppo turistico del territorio”. L’opera è stata appaltata a novembre del 2013 e nonostante doveva essere consegnata in soli 156 giorni, termine ovviamente non rispettato visto che non è stata ancora ultimata, l’assessore ai lavori pubblici Palmieri è già pronto a gongolare per la realizzazione del campetto. Minimo sforzo, massimo profitto!
Al di là della tracotanza e autoreferenza di Palmieri, che non interessano a nessuno, pur non potendo ricondurre l’intervento di valorizzazione di quella parte del territorio larinese all’amministrazione Notarangelo, va comunque riconosciuto all’assessore ai lavori pubblici l’impegno di aver condotto l’opera alla realizzazione. La domanda che sorge spontanea ora è: considerato che a tutt’oggi è possibile notare come gli interventi di valorizzazione già realizzati in zona Olivoli, pineta Valle del Pozzo e Cappuccini, durante l’amministrazione Giardino, siano già finiti in uno stato di degrado (dimostrando così per l’ennesima volta che l’importante è spendere soldi pubblici, non importa come…) a Palazzo Ducale hanno messo in conto che ci si dovrà occupare anche di una così vasta area verde con tutti gli oneri derivanti? A fronte di una spesa per le casse pubbliche di 300.000 euro, non è che i cittadini larinesi rischiano di avere un altro luogo difficilmente accessibile e destinato presto all’incuria vista proprio la mancanza di organizzazione e risorse per la manutenzione?
Ad ogni modo, dovrebbe allarmare invece lo stato del tratto a valle (Lunghezza 5km) che sbocca nel Biferno, dopo essere passato a ridosso degli impianti di depurazione dell’acqua ad uso civile dell’ERIM. L’alveo utile per lo scorrimento delle acque è ormai inesistente, compromesso dalla mancanza di manutenzione, che negli anni passati veniva svolta dal Consorzio di Bonifica larinese, e completamente ostruito anche da alberi divenuti patrimonio del demanio, viste le dimensioni raggiunte e dunque non abbattibili senza nulla osta del Corpo Forestale dello Stato. L’aggravarsi della situazione, anche per via dei detriti dei lavori trasportati a valle, potrebbe provocare seri danni ed è forte il rischio esondazione in particolar modo nell’area a monte del depuratore tanto che sono diversi gli abitanti della zona ad esserne preoccupati.
Movimento LARINascita