Appare tardivo l’interessamento del consigliere regionale, Cristiano Di Pietro, intervenuto nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Larino per annunciare che si farà portavoce di un ordine del giorno, subito dopo deliberato all’unanimità, che, supportato dal medesimo deliberato proveniente dai comuni del circondario, verrà sottoposto al Consiglio al fine di sollecitare la massima istituzione regionale alla difesa dei presidi di polizia stradale di Larino, della Polizia Postale di Isernia e della Polizia Ferroviaria di Campobasso a rischio chiusura. Nel consiglio comunale di giovedì scorso, in sostanza, è stato licenziato ancora una volta un ordine del giorno che come quelli precedenti rischia di essere solo un gesto di facciata molto lontano da un’attività determinata alla difesa dell’importante presidio di legalità, proprio se si va a considerare che la pubblicazione del piano di dismissioni dei distaccamenti di Polizia stradale è stato predisposto dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno già a marzo scorso. Il documento approvato è l’ennesima prova del fatto che quando c’è da intraprendere una strategia mirata alla salvaguardia delle istituzioni ancora presenti sul territorio, l’amministrazione Notarangelo sceglie sistematicamente la strada della produzione di atti e documenti che si rivelano del tutto inefficaci, invece di rappresentare le esigenze del territorio direttamente all’interno delle istituzioni regionali e ministeriali mettendo in atto quelle capacità amministrative e politiche che il ruolo ricoperto dovrebbe prevedere.
Ha proprio ragione il Sindaco ad affermare che l’amministrazione da lui diretta ha dei “problemi di ascolto” con i vertici regionali, parole emblematiche che sottolineano quanto siano nette le distanze da Frattura e da tutta la giunta regionale, tanto più se si valuta che né sulla questione sanitaria né sulla difesa del tribunale e men che meno riguardo l’agenzia delle entrate, il Presidente Frattura ha proferito parola e soprattutto non ha mai partecipato ad un consiglio comunale o incontro aperto al pubblico a Larino come avvenuto invece in diversi comuni molisani tra i quali Termoli e Venafro. Quale rappresentanza politica sta garantendo ai cittadini larinesi l’amministrazione Notarangelo, se i rapporti con l’Ente Regione sono ridotti al lumicino?
Per il movimento LARINascita, è necessario che una rappresentanza degli enti locali interessati dai tagli unitamente ai rappresentanti delle massime istituzioni regionali entrino in contatto con i vertici del ministero degli interni, dipartimento pubblica sicurezza, al fine di rappresentare le evidenti esigenze di vigilanza, di controllo e quindi di sicurezza pubblica che un vasto territorio come quello molisano, incuneato tra aree che sono interessate da fenomeni di malavita organizzata, necessita onde scongiurare l’arretramento dello Stato sul territorio lasciando al rischio migliaia di cittadini.
Chi ha partecipato al consiglio comunale può raccontare di aver assistito ad attimi di pura follia nella rissa verbale avvenuta tra la maggioranza e l’opposizione, momenti che tutto hanno rappresentato tranne che il comportamento da dover tenere durante una seduta della più importante assise locale che per quanto possa accendersi la dialettica e il confronto politico non può di certo comprendere i toni e le bassezze proferite negli appassionati interventi di chi amministra. Una serie di interventi autorizzati e spesso fomentati dal presidente del consiglio comunale che, noncurante delle prerogative del ruolo che ricopre, si è più volte scagliato contro la minoranza replicando alle accuse rivolte all’amministrazione andando ben oltre le regole di imparzialità, correttezza e di rappresentanza istituzionale che presiedono il suo ufficio. Il tema del confronto non poteva non essere quello della nuovi impianti fieristici, con l’iter per la realizzazione fermo al palo da quando l’ordinanza presidenziale del TAR Molise ha ritenuto che nel bando per l’assegnazione della progettazione dell’opera, proposto dal Comune di Larino e impugnato dall’Osservatorio delle Professioni Tecniche, “l’oggetto dell’appalto non risulta compiutamente definito, in mancanza di una descrizione sia pure preliminare delle caratteristiche dell’opera da realizzare che rende difficile l’elaborazione dell’offerta e la stessa realizzazione della progettazione esecutiva oggetto della commessa.” La cruda realtà va rintracciata negli interessi di quegli architetti e quegli ingegneri larinesi che, pur di accaparrarsi la progettazione dell’opera, pronti già a mungere ancora una volta il pubblico producendo quelle cattedrali nel deserto, spesso frutto solo di contenziosi a debito delle casse pubbliche, a suon di ricorsi impediscono a Larino di proseguire nel procedimento di realizzazione della nuova struttura per la Fiera d’ottobre che la città attende da anni. E’ una situazione che fa rabbrividire se si pensa che sono in ballo 1.850.000 euro di finanziamento per l’opera in prossima scadenza, che andrebbero perduti se non si procedesse alla esecutività dell’opera.
Per LARINascita, infine, merita un sincero plauso la scelta dell’amministrazione di assegnare parte dei fondi derivanti dagli introiti della fiera d’ottobre al servizio di trasporto dializzati, un servizio che per insufficienza di fondi era stato soppresso proprio dalla giunta di centrosinistra nei mesi scorsi e che verrà finalmente riattivato, una buona soluzione a tutto vantaggio dei cittadini costretti a tali necessità.
LARINascita: “Alta tensione in consiglio comunale. Urla e strepiti e Larino ci rimette!”
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