Il senso del nostro sostegno all’iniziativa del Comitato Anticamorra che si terrà innanzi al Tribunale di Larino il 25 luglio è quello di denunciare i misfatti della giustizia borghese anche nella sua articolazione molisana: dalla impunità delle multinazionali dell’eolico selvaggio che depredano il paesaggio in nome del profitto alla repressione per vie giudiziarie del dissenso sociale, al trasferimento di singoli magistrati che svolgono inchieste sul rapporto tra lobby del capitale e potere pubblico. Anche questo fa parte della lotta per un altro stato, realmente democratico e governato dai lavoratori, perché libero dal dominio delle classi possidenti.
Ad esempio stiamo lanciando un’inchiesta popolare sulla mala giustizia a Isernia: da attenta lettura dei casi e fascicoli, abbiamo così valutato “la linea interpretativa” prevalente tra gli esponenti del Tribunale e della Procura di Isernia (salvo lodevoli eccezioni): tutte le aggressioni subite da parte del PCL MOLISE ed altre associazioni, ad opera del potere locale e dai loro giannizzeri, mediante abusi e diffamazioni minacciose, tendono a rimanere impunite; mentre si continua a colpire la legittima libertà di critica politica e sindacale verso le camarille locali, spesso anche premiate con assurdi risarcimenti per inesistenti “danni morali”, atte a rovinare la vita all’antagonista del sistema, qualora non annullate da qualche giudice dotato di un minimo di senno, nelle fasi di appello.
Dobbiamo perciò difendere, anche nella nostra provincia di Isernia, gli spazi democratici da tali abusi giudiziari.
Nondimeno nelle nostre attività anticapitaliste locali, per tutelarci dai soprusi del potere e dalla repressione, a volte dobbiamo utilizzare anche strumenti giuridici.
Ed infatti, su tutele attivate dal PCL MOLISE, sono state aperte inchieste di cui non abbiamo saputo più nulla:
– un’inchiesta sull’attuale Prefetto di Isernia dal dicembre del 2013, per ipotesi di concorso in violazione della normativa anticorruzione, impedimento all’accesso civico ad atti comunali ed altro;
– un’inchiesta sull’attuale Questore di Isernia dall’ottobre del 2012, per ipotesi di violazione della libertà di espressione e di critica diretta a colpire il PCL Molise ed altre associazioni, nella vicenda legata allo noto scandalo relativo alla “cricca dell’ auditorium di Isernia” .
Ovviamente sotto il profilo giudiziario sarà la magistratura a vagliarne la fondatezza.
Dato che in caso di archiviazione avremmo dovuto essere avvisati per esercitare il nostro diritto di opposizione (ex art.410 c.p.p.), incalzeremo pubblicamente il Procuratore della Repubblica di Isernia a far sapere a che punto sono o quale sorte hanno avuto queste due inchieste, visto che non ne abbiamo avuto più notizia, nonostante sia ormai passato tanto tempo.
Ciò in virtù dell’enorme rilievo ed interesse che la vicenda investe nell’opinione pubblica.
D’altro lato non ci risultano franchigie per questori o prefetti in merito all’applicazione del citato art.410 c.p.p. : per cui, qualora le suddette inchieste sul Prefetto e sul Questore di Isernia fossero state archiviate senza avvisarci, dovremmo considerare leso il nostro diritto di opposizione e ci attiveremo di conseguenza, fornendo all’opinione pubblica la riprova che nel capitalismo la legge non può mai essere uguale per tutti.