Il sindaco Basso Antonio Di Brino interviene a seguito del dibattito e del voto espresso in Consiglio comunale, sul tema delle Gran Manze. “Il Consiglio comunale sulle Gran Manze che si è tenuto nella serata di ieri – ha commentato Di Brino – ha dimostrato ancora una volta che questo territorio non solo è vivo, ma è anche determinante per le scelte che dovranno essere assunte in ambito regionale. Ringrazio il consigliere Ciarniello e il gruppo Fratelli d’Italia per aver stimolato questo dibattito attraverso la mozione votata in Consiglio comunale, così come ringrazio la presidenza del consiglio e la struttura comunale per aver organizzato egregiamente una seduta dell’assise civica ricca di contributi da parte dei vertici istituzionali della Regione Molise, della delegazione parlamentare molisana, dei vertici della Granarolo, dei sindaci dei comuni limitrofi, delle associazioni e dei cittadini.
Un grazie sentito al presidente e al vicepresidente vicario della Granarolo S.p.A., Calzolari e Federici, per aver ascoltato con grande attenzione le perplessità rivolte nei confronti del loro progetto e per il sereno contributo apportato nel corso del dibattito.
Esprimo inoltra la mia gratitudine ad ogni singolo consigliere comunale di maggioranza, anche a chi non è potuto intervenire per motivi giustificabili, per aver sostenuto in maniera ferma e decisa la posizione a difesa del nostro territorio; noi non abbiamo nulla contro la società Granarolo, o contro gli allevatori che la costituiscono, ma riteniamo che questo progetto non abbia nulla a che vedere con la crescita e lo sviluppo della nostra regione. Riteniamo invece che si tratti di un progetto dal forte impatto ambientale e che non conceda spazi rilevanti allo sviluppo di filiere produttive di grande respiro. In sostanza non abbiamo intravisto alcun beneficio per questo territorio, ma solo criticità, peraltro non chiarite in nessun intervento che abbiamo ascoltato ieri sera.
Mi permetto di sottolineare come questa Amministrazione abbia dimostrato ancora una volta, a differenza purtroppo dei vertici della Regione Molise e della delegazione parlamentare molisana, di voler aprire al dialogo con il territorio: ancora oggi, infatti, non mi spiego il motivo per cui la grande platea istituzionale e civile presente a Termoli ieri sera, non sia mai stata convocata in ambito regionale. Detto ciò, ricordo ai termolesi e ai molisani che questa Amministrazione, dopo aver detto no al nucleare, alle trivellazioni in mare, alle centrali biomasse, al biodigestore e all’impianto eolico offshore, ieri ha detto no ad un altro progetto, che non avrebbe portato né lavoro né sviluppo a quest’area, ma solo criticità ambientali.
Non posso fare a meno di rilevare, poi, l’assoluta irrazionalità del gruppo consiliare di centrosinistra che, pur essendo contraria al progetto Gran Manze, ha pensato di defilarsi al momento del voto palesando una totale incoerenza politica e una chiara incapacità di poter guidare questo territorio; appare ad esempio illogico l’atteggiamento del consigliere Erminia Gatti la quale, dopo aver espresso il suo netto dissenso nei confronti del progetto Gran Manze, evidenziando anche una forte divergenza dal Sen. Ruta, suo compagno di partito, ha preferito non votare la nostra mozione. Così come è assolutamente inverosimile la fuga dall’aula del consigliere Di Giandomenico, il quale tenta di riproporre la sua figura di leader di questa città, rifuggendo però il voto dinanzi ad una decisione così importante per la comunità termolese e per quelle limitrofe: un fulgido esempio di doti assolutamente virtuali. Evidentemente dopo averci regalato le industrie chimiche, la centrale a biomasse e la turbogas, Di Giandomenico voleva rifilarci anche quest’ultimo “cadeau”. Ancora una volta abbiamo assistito ad una atteggiamento di prona quiescenza della minoranza dinanzi a chi vuole svendere questo territorio e dinanzi a logiche contrarie al benessere della collettività.
Noi abbiamo dimostrato di voler difendere la qualità dell’ambiente e del nostro territorio, e abbiamo fatto una scelta. La minoranza, invece, ha preferito la fuga”.