Il 25 marzo al teatro Savoia di Campobasso si è celebrata la tanto attesa sottoscrizione dell’accordo per la consegna di 445 milioni al Molise del FSC – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Questi fondi sono in pratica uno strumento finanziario con cui si cerca di rimuovere o almeno attenuare gli squilibri sociali ed economici di determinate aree del paese che presentano problemi di sviluppo. La loro caratteristica è che sono pluriennali, in pratica questi finanziamenti possono essere suddivisi in un arco temporale settennale, e complementari, cioè si aggiungono ad altri finanziamenti statali o europei.
Non si può certo nascondere la magnificenza teatrale dell’avvenuta cerimonia anche se, come qualche autorevole commentatore ha ben evidenziato, non ci sarebbe stata alcuna epifania di doni se il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di tutt’altra parte politica, non avesse impugnato il blocco del fondo FSC imposto da questo governo di destra-centro.
Va comunque colta la possibilità di poter avere a disposizione degli ulteriori fondi per la nostra comunità. Analizzando le tabelle di assegnazione, però, anche sorvolando sul giudizio politico del loro impiego, si nota subito, in senso quantitativo, una sproporzione dei fondi già definitivamente assegnati a Termoli, rispetto alle altre realtà regionali: 672 mila euro per la ristrutturazione dell’edificio dell’Istituto Zooprofilattico e 3,5 milioni, da dividere con
Campomarino, per la pista ciclabile nazionale.
La cifra equivale a meno dell’1% dei fondi globali previsti, mentre Termoli conta più del 10% della popolazione regionale. Se poi consideriamo l’intero Basso Molise risulta che un terzo della popolazione regionale beneficia di meno del 10%. Vi sono ad onor del vero una parte del totale dei fondi che devono essere suddivisi dalla Regione per una serie di ambiti di spesa, come ad esempio cultura e viabilità. Per questo sarebbe opportuno che una parte di questi fossero assegnati al comune di Termoli per affrontare e risolvere alcuni problemi storici che affliggono la città.
Per quanto riguarda la viabilità si potrebbero utilizzare alcune risorse per migliorare finalmente l’accesso a Difesa Grande, rettificando ed allargando via degli Abeti, principale via di collegamento del quartiere con il centro città. Questo tratto, posta a valle del ponte sull’autostrada Adriatica, mantiene ancora le sue dimensioni di antica strada interpoderale, senza spazi per l’incrocio dei Bus, con percorsi pedonali inesistenti, la cui assenza costringe gli
studenti ad invadere la corsia di marcia correndo rischi davvero eccessivi.
Altro progetto viario quasi dimenticato di ricucitura delle periferie è il completamento della seconda “circonvallazione” di Termoli, ultimando il tratto che mette in collegamento la zona di Colle Macchiuzzo con la Zona della chiesa di San Pietro.
Sul piano culturale, invece, è deprecabile che sia Campobasso, che Isernia abbiano due grandi spazi, il teatro Savoia e l’Auditorium Unità d’Italia, in grado di ospitare eventi di rilevanza anche nazionale con un ampio pubblico, mentre Termoli è del tutto sprovvista di uno spazio anche lontanamente paragonabile. Sarebbe anche qui il caso di utilizzare parte dei fondi previsti per i luoghi della cultura o costruendo uno spazio ex novo, oppure acquisendo e ristrutturando, ad esempio, uno spazio come l’ex cinema Adriatico per poter utilizzare la parte superiore come luogo per eventi ed il piano inferiore come vera e propria Casa della Cultura comprendente almeno la Biblioteca e spazi per il coworking.
Anche Termoli merita le necessarie infrastrutture, così da poter ospitare, alla prossima presentazione del FSC, una così nutrita folla di rappresentanti politici nazionali e locali di qualunque colore politico. Sempre che il destra-centro non riesca definitivamente a bloccarli o peggio a non spenderli.
Simone Coscia