Cuore Molisano propone a Termoli l’evento ” Morte improvvisa da Sport”

Lo sport, da sempre sinonimo di benessere e salute, nell’anno appena trascorso, è salito all’onore delle cronache per delle morti drammatiche di noti atleti professionisti. I decessi improvvisi di giovani atleti fanno riflettere ed emergere l’esigenza di indagare su una patologia, quella della morte cardiaca improvvisa (Mci), che colpisce ogni anno in Italia più di 1000 giovani under 35, apparentemente sani.

Di questo argomento si parlerà nel corso dell’evento promosso dall’Associazione “Cuore Molisano” con il patrocinio del Comune di Termoli e del Coni, giovedì 15 dicembre 2016 alle ore 9.00 presso la Sala Consiliare del Comune di Termoli.  Interverranno, tra gli altri, il Direttori scientifici dell’evento: il dott. Carlo Maria De Filippo, Direttore Dipartimento Malattie Cardiovascolari della Fondazione “Giovanni Paolo II” e il dott. Antonio Musto, Responsabile UOS di Cardiologia Riabilitativa e preventiva – P.O. Cardarelli Campobasso. Si allega programma completo.

La morte improvvisa può verificarsi senza alcun sintomo precedente. Mentre negli over 35 morti improvvisamente durante l’attività sportiva, nell’80% dei casi il riscontro autoptico evidenzia una aterosclerosi coronarica, in pratica, placche di colesterolo che vanno a ostruire i grandi vasi del cuore, negli atleti più giovani la cardiopatia ipertrofica di origine genetica rappresenta la causa sottostante più comune di Mci. Dal punto di vista epidemiologico l’incidenza annuale nella popolazione generale è fortunatamente abbastanza rara, 0.7-1/100.000 abitanti/anno, ancor meno nella popolazione sportiva. Gli atleti più colpiti, circa l’80%, sono dilettanti. La sua frequenza è, inoltre, superiore nelle competizioni ufficiali (79%) rispetto agli allenamenti (21%). Ma gli esperti precisano che nessun caso di morte improvvisa può essere attribuito all’effetto di un esercizio fisico, sebbene particolarmente intenso, su un cuore sano. L’abituale attività fisica sostenuta rappresenta, al contrario, un fattore di protezione, riducendo la frequenza di mortalità e morbilità.

Stili di vita scorretti sempre più diffusi tra i giovani contribuiscono direttamente o indirettamente all’evento Mci. I fattori di rischio particolarmente incisivi sono il fumo di sigaretta che aumenta del 20-30% l’incidenza di morte improvvisa nei soggetti che fumano in media 20 sigarette al giorno; il consumo di sostanze come cocaina e metamfetamine, entrambe con proprietà vasocostrittrici e aritmogene; una dieta, come è questa nostra occidentale, ricca di carne, granaglie raffinate e cibi fritti, ma povera di frutta, verdura, pesce e carboidrati integrali; l’abuso cronico di steroidi anabolizzanti, sostanze che sviluppano ipertrofia ventricolare, aumento del volume ematico, aterosclerosi coronarica e ipertensione; l’eccessivo consumo di alcol: 80 g al giorno, poco meno di un litro, aumenta di circa tre volte l’incidenza di mortalità, rispetto al consumo di una quantità inferiore.

SI PUÒ PREVENIRE LA MCI? — L’Italia possiede una delle legislazioni più avanzate nel mondo per la tutela sanitaria delle attività sportive. Dal 1982, qualsiasi sportivo che voglia iscriversi a un’associazione o partecipare a una gara è obbligato a effettuare una visita medica che ne garantisca l’idoneità. Essa prevede di routine un elettrocardiogramma di base e sotto sforzo. Nel caso sorgano sospetti o si evidenzi una qualche patologia cardiologica, la situazione viene approfondita attraverso altre indagini strumentali come l’ecocardiografia, il monitoraggio Holter o l’elettrocardiografia ad alta risoluzione. Tutti questi controlli hanno ridotto drasticamente questo genere di decessi. Ma si può fare di più rendendo ad esempio obbligatoria la presenza dei defibrillatori elettrici in qualsiasi luogo in cui é praticata un’attività sportiva.

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