Il 17 Marzo a Bologna si è riunito il coordinamento nazionale sindacale del settore saccarifero che ha visto la partecipazione dei delegati degli stabilimenti produttivi e delle relative rappresentanze territoriali e nazionali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. La riunione del coordinamento nazionale è stata l’occasione per fare il punto sulle diverse criticità che da tempo la filiera bieticola-saccarifera presenta all’interno del panorama produttivo italiano. In primis consideriamo allarmante le oscillazioni del prezzo dello zucchero sul mercato europeo; solo negli ultimi 3 anni si è dimezzato, aggravando la crisi di un settore già fortemente colpito dai processi di ristrutturazione che – dal 2006 ad oggi – hanno portato alla chiusura di 15 zuccherifici su 19, in conseguenza alla dismissione di circa il 70% delle quote italiane di produzione prevista dalla riforma dell’OMC dello Zucchero.
Questa flessione del prezzo di mercato sta mettendo in ginocchio l’intera filiera con rischi notevoli sui livelli occupazioni. Per tale motivo Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil in questi mesi hanno sollecitato le Istituzioni competenti – dal livello nazionale a quello europeo – ad intraprendere tutte le azioni necessarie per difendere la filiera bieticolo-saccarifera, tutelare la sua strategicità, a maggior ragione in un paese – ovvero il nostro – che è ancora uno dei principali consumatori di zucchero sia in ambito commerciale che industriale. L’azione dei sindacati di settore è stata decisiva ai fini della creazione di un gruppo di esperti di alto livello – voluto dal Consiglio europeo dei Ministri dell’agricoltura, su iniziativa del Governo italiano – con il compito di affrontare (e di risolvere, ci sentiamo di aggiungere) le criticità del settore, riconosciute da tutti gli organismi internazionali, siano essi istituzionali, datoriali, professionali o sindacali. Allo stesso tempo è opinione di tutte le rappresentanze intervenute che il Governo italiano debba intraprendere azioni più incisive e tempestive per la difesa della filiera e dei posti di lavoro ad essa collegati, a partire dagli impegni di spesa presi e non ancora onorati, nonché dalle esigue risorse previste per l’aiuto accoppiato alla bieticoltura.
Particolarmente allarmante è la situazione dello zuccherificio del Molise, che a causa di una gestione inefficace e miope oggi rischia di non svolgere la campagna saccarifera 2015, mettendo a rischio numerosi posti di lavoro e determinando di fatto la scomparsa dell’intera filiera nel centro-sud Italia. Le Rappresentanze intervenute a tal proposito hanno espresso piena e convinta solidarietà ai lavoratori dello zuccherificio del Molise in stato di agitazione permanente. I lavoratori molisani rischiano di pagare con la perdita del proprio posto di lavoro le scelte politiche sbagliate degli ultimi anni e che sono imputabili indistintamente ai diversi governi – siano essi nazionali o locali – che negli anni si sono susseguiti. Il coordinamento si è concluso con la consapevolezza di dover continuare sul percorso di iniziativa sindacale fin qui portato avanti dalle segreterie nazionali di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila Uil con l’obiettivo di continuare a sollecitare tutte le Istituzioni interessate e le diverse realtà aziendali a intraprendere tutte le azioni necessarie per salvaguardare la strategicità della produzione bieticola-saccarifera italiana e salvare migliaia di posti di lavoro.
Qualora nei prossimi mesi – in ambito europeo quanto nazionale e locale – dovessimo verificare che la politica si dimostrasse sorda nei confronti dei problemi della filiera e incapace di fornire utili soluzioni, sarà doveroso promuovere tutte le iniziative di mobilitazione affinché si salvi la produzione di zucchero da barbabietola in Italia. Rinnoviamo ancora una volta l’appello a tutti i rappresentanti nelle assemblee elettive e delle Istituzioni – dai livelli locali e regionali, passando per il Parlamento italiano e quello europeo – a fare bene e fare presto, perché nel contesto di crisi economica che il nostro paese sta attraversando non permetteremo che neanche uno degli zuccherifici attualmente produttivi chiuda.