“Oggi, primo aprile, la terza commissione consiliare urbanistica è stata convocata per la trattazione all’ordine del giorno del seguente argomento: “Piano Regolatore (Prp) del porto di Termoli”. Così come appreso dagli organi di stampa qualche giorno fa, però, la giunta comunale di Termoli ha già reso l’intesa di cui all’articolo cinque, comma 3, della legge n°84/94 e cio’ con delibera n°21 del 30 gennaio 2015.
Ovviamente ai sensi della citata legge 84/94 (riordino della legislazione in materia portuale) il piano portuale, ottenuta l’intesa comunale viene inviato per il parere al consiglio superiore dei lavori pubblici che si esprime nei quarantacinque giorni successivi. Dopo di che, esaurita la procedura appena citata, viene sottoposto a quella di valutazione di impatto ambientale e successivamente viene approvato dalla regione (cfr art 5 comma 4 l. 84/94). Cio’ significa che, stando così le cose, è accaduto che uno strumento così importante che si riflette in maniera straordinaria sul territorio comunale nonché sul tessuto socio-economico della comunità termolese risulta licenziato dalla giunta senza alcun passaggio in consiglio comunale, organo quest’ultimo deputato per legge al governo ed alla gestione del territorio. Nella fattispece viceversa, come puntualmente osservato a verbale nell’ultima seduta della terza commissione, era necessario e soprattutto opportuno sotto il profilo amministrativo che il piano venisse esaminato in consiglio comunale e cio’ non solo perché da una semplice comparazione delle planimetrie (quella del nuovo piano con quella del Prg) non sembrano essere puntualmente coerenti ovvero compatibili, ma anche e soprattutto perché trattandosi di strumento di pianificazione che ha riflessi significativi e importanti sulla comunità termolese risulta decisamente opportuno che a decidere “l’intesa”, prevista dal citato articolo cinque della l. 84/94, sia o meglio sarebbe dovuto essere il consiglio comunale. Peraltro non è dato sapere se la citata delibera di giunta n°21 del 30 gennaio 2015 con cui è stata resa l’intesa, sia stata adottata previa concertazione con gli operatori di settore e con le relative parti sociali interessate. Senza dire, infine, che la delocalizzazione dei pescherecci dall’attuale bacino portuale costituirebbe uno sconvolgimento della tradizione popolare e culturale della città di Termoli che da sempre ha avuto le sue imbarcazioni da pesca immediatamente sotto le pendici dello splendido borgo vecchio. A questo punto però i giochi sono fatti senza nesssuna discussione democratica che poteva e doveva avvenire prima nell’ambito delle commissioni consiliari competenti e poi in consiglio comunale. Alla faccia della democrazia partecipata e della sbandierata trasparenza”.