Anche l’ennesima emergenza “acqua potabile”, a causa dei Cloriti, per Termoli ed i Comuni del Basso Molise, sembra sia archiviata e come quanto accaduto in precedenza (autunno del 2000 per l’alluminio; 2010 per i trialometani; novembre 2015) finora, non sono state chiarite ai cittadini le cause che hanno prodotto gli ulteriori e ultimi disagi. Fin quando i Comuni del Basso Molise saranno serviti di acqua potabile prodotta dall’impianto di potabilizzazione di Molise Acque, pur conservando ottimismo, non si può escludere che in futuro, anche prossimo, i cittadini di Termoli e dell’intero territorio bassomolisano debbano far fronte, come in passato, ad una nuova emergenza.
Pur ottimizzando il processo di trattamento delle acque del’invaso del Liscione, rendendo efficiente ed efficace l’impianto di potabilizzazione, la vera e unica soluzione per escludere in futuro il ripetersi delle emergenze, è portare a termine i lavori di realizzazione dell’Acquedotto Molisano centrale, capace di fornire acqua di sorgente anche ai cittadini del basso Molise.
Va ricordato che alla fine degli anni 70, una classe dirigente “illuminata e capace”, aveva programmato un piano regionale delle acque prevedendo, tra altro, la realizzazione di tre grandi acquedotti interconnessi: Molisano Destro, Molisano Sinistro e Molisano Centrale. Per far fronte alla crisi idrica dei comuni del basso Molise, in attesa della realizzazione dell’Acquedotto Molisano Centrale, fu realizzato un primo impianto di potabilizzazione delle acque dell’invaso del Liscione e l’acquedotto basso Molise a servizio dei Comuni di questo territorio. Tale impianto, una volta terminati i tre grandi acquedotti, come previsto, dovrà funzionare solo per integrare la fornitura dell’acqua sorgiva nei periodi di massima richiesta.
Delle grandi opere sopra citate, ad oggi l’unica incompiuta resta l’Acquedotto Molisano Centrale!
Nell’anno 1997 l’ex ERIM, oggi Molise Acque, propose alla Regione la realizzazione del Molisano Destro e Molisano Centrale che vennero approvati dal CTAR Molise (Comitato Tecnico Amministrativo Regionale). L’iter tecnico amministrativo portò all’approvazione da parte del CIPE della progettazione definitiva per un costo previsto di circa 93 milioni di euro. Ad esso seguì l’appalto integrato con il criterio dell’ “offerta economicamente più vantaggiosa”, con l’aggiudicazione dei lavori per un importo complessivo di circa 70 milioni di euro. I lavori, iniziati nell’ottobre 2007, subirono una richiesta di variante di percorso dal comune di Petacciato, cui si aggiunse la nomina del Commissario Straordinario nella persona dell’ing. Donato Carlea, quale Provveditore delle Opere Pubbliche delle Regioni Campania e Molise. Tutto ciò, oltre ai contenziosi sorti tra l’ente appaltante e l’impresa, ha comportato il procrastinare la fine dei lavori nell’agosto 2012.
La Regione Molise nel 2011 chiedeva al Commissario straordinario una nuova variante dei lavori estendendo la rete idrica ai territori della costa di Montenero e Petacciato. La nuova variante suppletiva fu redatta e finanziata dalla Regione Molise con altri 5,4 milioni di euro, raggiungendo un importo complessivo di circa 80 milioni di euro con conseguente nuova previsione di ultimazione dei lavori nel gennaio 2014.
In attesa dell’approvazione della nuova perizia di variante e suppletiva da parte del CIPE e della Corte dei Conti, ad oggi i lavori sono ancora fermi, risultando realizzati per il 92 % del tracciato e per oltre l’ 84 % dell’importo appaltato.
Non è dato sapere le motivazioni di tanto ritardo per l’approvazione della citata perizia. Ciò lascia pensare che la scelta di ampliare i lavori e l’ importo contrattuale, appaltati e aggiudicati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, può essere, forse, “opinabile se non appropriata”.
Resta comunque il fatto che troppo tempo è trascorso inutilmente, con tutte le conseguenze negative: economiche, per eventuali aggravi dei costi per realizzare i restanti lavori; richiesta dei danni che l’impresa esecutrice potrebbe avanzare, ma soprattutto i gravi disagi che i cittadini hanno dovuto subire e potrebbero anche in futuro subire, nel vedersi ancora negare la fornitura dell’acqua delle sorgenti del Matese.
Pur condividendo le richieste formulate dai Comuni di Montenero e Petacciato, si ritiene sia, forse, opportuno pensare di rivisitare la perizia di variante in attesa di approvazione, escludendo i lavori suppletivi per poi assegnarli con una nuova gara di appalto.
Per discutere delle varie criticità, conoscere le iniziative, ormai non più procrastinabili, che si intendono prendere, abbiamo chiesto un incontro al Presidente, all’Assessore ai Lavori Pubblici della Regione Molise, all’Azienda Molise Acque e al Commissario Straordinario per la realizzazione del’Acquedotto Molisano centrale.
Acquedotto Molisano Centrale, Comitato San Timoteo: a quando la fine ?
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