Caro Bjorn,
ho seguito con comprensibile orgoglio le tue ultime gare agli Internazionali di Tennis di Francia disputatisi al Roland Garros. Insieme alla comunità molisana sparsa nei cinque Continenti e in particolare insieme ai tanti amici di Castellino del Biferno arrivati in ogni angolo del mondo, ci siamo ritrovati a sostenere un ragazzo americano di 23 anni, nato a Pittsburgh, ma originario della nostra piccola Regione.
Non c’era persona di Castellino del Biferno dai Di Fabio, Stanziano o Ferrante di Adelaide in Australia, alle comunità del Canada con Persichilli, Vendittelli e Fratangelo, fino ai Narducci, Iocca e Di Lisio dell’Italia che non fosse informata sulle tue gare internazionali. Siamo felici di condividere con tuo padre Mario, che ti ha voluto chiamare con lo stesso nome del grande Bjorn Borg e che ama nella stessa misura il tennis e la sua terra d’origine, le soddisfazioni delle tue affermazioni internazionali avviatesi già nel 2011, a 18 anni, con la vittoria agli Open di Francia nel singolare per i ragazzi.
Sappiamo che sei stato per alcune gare anche a Napoli e che avresti raggiunto volentieri Campobasso per partecipare ad un torneo in programma nella nostra città. Non mancherà occasione, e la Federazione di Tennis del Molise sarà lieta di invitarti a manifestazioni sportive sul nostro territorio compatibilmente con i tuoi impegni.
Quando riporterai tuo padre Mario nella sua Castellino del Biferno troverai tutti noi a salutarti per darti il benvenuto e accompagnarti nella chiesa di San Pietro in Vincoli o nella Cappella della Madonna delle Grazie, lungo i vicoli del centro storico e per le salite del Calvario. Ti mostreremo un borgo di poche case ricco di storia e di umanità che ha visto partire nel corso del tempo migliaia di emigranti che si sono fatti onore ovunque siano andati nel mondo.
Persone laboriose come poche che hanno saputo distinguersi per sobrietà, riservatezza e concretezza, con punte di eccellenza che si sono affermate sia in Molise che in Italia, in Europa, nelle Americhe e in Australia.
Tu sei parte della grande comunità italiana di Pittsburgh che ha accolto tantissimi molisani sia in città che nelle vicine località di Charlotte e di Greensburg. Ne cito due per non tediarti. Giuseppe D’Andrea di Roccamandolfi che è stato per anni Console d’Italia a Pittsburgh e che si è distinto per aver riportato alla luce e aver restituito onore e dignità ai caduti sul lavoro della più grande strage mineraria americana, quella del 6 dicembre 1907 che vide morire 171 operai italiani di cui 87 molisani. Il secondo è Pasquale Spina o Pascal Spino, nato a Cercemaggiore e residente a Greensburg, che ha ricevuto a Washington, dal Presidente Barack Obama, il più importante riconoscimento civile americano, istituito da Abramo Lincoln nel 1861, per aver curato gratuitamente da pediatra per 60 anni i bambini poveri di quella città. Due molisani, tra i tanti che vivono in quella parte di mondo dove si è trasferito il tuo papà Mario, e dove tu a 3 anni hai cominciato a giocare a tennis nel quartiere di Plum nella scuola San Giovanni Battista.
Ho voluto scriverti queste poche righe per tenere vivo il legame tra una sconosciuta, aspra e marginale terra del Sud dell’Italia, e i discendenti di questa comunità perché ci sia la possibilità di tornare per qualche giorno tra di noi a conoscere i tanti ragazzi di Campobasso e di Castellino che come te si chiamano Fratangelo.
In bocca al lupo per il torneo di Wimbledon che ti aspetta come prossima tappa e ricordati che ovunque andrai a giocare basta chiedere che troverai sempre un molisano dalla Patagonia a Shangai.
Michele Petraroia