Time Out/ Il basket campobassano dagli anni 70′ agli anni 90′: Ciro Cardinale

di Stefano Manocchio

Da giovane tifoso, oltre che umile giocatore di basket, nel vedere le partite della squadra campobassana ai tempi d’oro, associavo al gioco in campo la passione e l’impegno totale dal primo all’ultimo minuto. Nel ‘roster’ rossoblù quelli che secondo me incarnavano di più questo concetto erano i due amici-conterranei, Alfio Romito e Ciro Cardnale: rimanevano in campo fino ad aver stillato anche l’ultima goccia di sudore. Per questo motivo nell’intervistare il secondo questo ricordo è subito affiorato alla mente.

Ciro Cardinale ha subito ‘svelato’ la strana situazione che lo portò a Campobasso.

“Sono arrivato con la squadra in serie C, con Romito e dopo il periodo con Martinoia allenatore sono andato via; venivo da Osimo ma il cartellino era di proprietà della Partenope e venni ceduto in prestito a Campobasso. Non so perché, ma ‘l’affare’, con me e Alfio, si concluse con un’unica trattativa: una manciata di milioni di lire per la società e per noi anche due bei cestini di prodotti tipici molisani! In serie C il primo anno fu di permanenza, poi arrivò la promozione alla serie superiore”.

I ricordi della società?

“C’erano i due fratelli di Vico che più o meno gestivano le situazioni, con Antonio Varrone, il compianto Carlo Antonelli, Sandro Sardelli, Maurizio Fiorilli e pochi altri. Ci sistemarono, noi ‘forestieri’, tutti in un appartamento ed a pranzo e cena era una bella tavolata, goliardica anche se naturalmente si creavano problemi di logistica; a cucinare veniva una signora. Era una società piccola, aveva i suoi pro e contro, ma c’era tanta passione”.

Ciro Cardinale

E della squadra che vogliamo dire?

“L’anno migliore fu quando fu allestita una forte squadra; oltre a me e Alfio, c’erano Mossali, Servadio, Campiglio, Grasselli e Bulgarelli come punte di diamante, poi Bardini e i molisani Basso Lanzone, Corazza, Cefaratti e Ladomorzi. Giocavamo bene, facevamo risultati ed avremmo potuto fare meglio; ma secondo me davamo fastidio a qualcuno in federazione, perché eravamo una piccola che vinceva anche contro le grandi e ci fu qualcosa di strano che c’impedì di salire ancora. L’ambiente campobassano era pulito e mi ha fatto crescere molto, mi ha dato tanto, io ero un giovanotto. Noi ‘morivamo’ sul campo. Con Contini come allenatore abbiamo fatto tanto”

Un profilo degli uomini che le sono rimasti impressi in mente

“Il presidente Franco Di Placido era una persona d’oro e un gran signore; pulito, solare e lo ricordo con estremo piacere. Il primo sponsor fu Foreste Molisane, un piccolo caseificio che faceva delle ottime mozzarelle, poi arrivarono i fratelli Carlone e la sponsorizzazione importante de La Molisana. Ricordo anche l’allenatore Ugo Storto, che purtroppo poi è morto; un uomo di grande passione che viveva per la pallacanestro e gli allenamenti con lui erano durissimi. Nella foga si creavano sempre delle difficoltà di dialogo e a volte le scene erano divertenti. Si faceva voler bene e le prime lacrime vere le ho versate al suo funerale. Ricordo anche la figura di Mario De Santis, storico massaggiatore della squadra, uomo di grande umanità, purtroppo anche lui non c’è più”.

Lei restò per molti anni in Molise, soprattutto ad Isernia

“Sono rimasto vent’anni ad Isernia e mi sento molisano d’adozione, anche perché in regione ci ho vissuto in totale per trent’anni e poi dove riesco a fare bene rimango; mentre ero a Campobasso feci il concorso per l’ingresso nel mondo della scuola e ringrazio sempre la società che mi organizzò le giornate in maniera da non creare difficoltà a conciliare questo impegno con quello di gioco. Il concorso l’ho vinto a Campobasso e il primo anno di lavoro è stato a Termoli. Sono arrivato ad Isernia con la squadra in serie D e poi abbiamo fatto la serie C. Stavo bene in Molise, ma dopo tanti anni mi sono sentito messo un po’ in disparte; la carriera di giocatore è finita nel capoluogo pentro, ma ho allenato ad Isernia e Venafro. Non mi sono spostato da quei centri perché ero anche consigliere comunale e provinciale. Ad Isernia ho dato tanto ed abbiamo ristrutturato l’impianto per la serie A di pallavolo e la C di basket”.

La maglia di Cardinale per la partita con le vecchie glorie rossoblù

Da allenatore è poi ‘emigrato’ fuori regione

“Ho allenato per due mesi a Battipaglia in serie B, ma prima a Formia in serie C subentrando a campionato iniziato: vincemmo 12 partite su 13 ma rimanemmo fuori dai playoff. Ho allenato anche le giovanili dell’Albanova”.

Terminata la carriera cestistica cosa ha fatto?

“Ho continuato il mio lavoro nel mondo della scuola e fra due anni dovrei andare in pensione; attualmente vivo in Calabria, è stata una scelta d’amore per seguire la mia compagna. Vivo in un parco a 20 metri da mare ed è bellissimo, ma anche Termoli è una bella città di mare”.

Qualche ricordo particolare?

“Tra i ricordi belli anche il ritorno a Campobasso, per un giorno, per la partita delle vecchie glorie rossoblù nel 2012; sono ingrassato rispetto ai tempi giovanili, ma ancora adesso tiro bene a canestro e sui liberi ho ancora una buona media. E ancora: da giovane avevo una barba folta e tutti a Campobasso mi chiamavano ‘fra Cionfoli’, come il prete cantante che allora andava di moda”

E i rcordi della città di Campobasso?

“Era una città tranquilla, non c’era l’università ed era chiusa nei suoi confini; io venivo da Napoli e la polizia quando vedeva la targa ci fermava per controlli, anche più di una volta al giorno. Era giusto così, serviva a far star tranquilla la popolazione”.

Può tornare il grande basket a Campobasso?

“E’ possibile ma devono cambiare i personaggi; bisogna azzerare tutto per ripartire da capo. Adeso i costi sono più contenuti di allora e non c’è il cartellino per le società e con 4 o 5 senior bravi e dei giovani si può allestire un buon campionato. Ma a Campobasso ci sono dinamiche strane e la Magnolia oramai assorbe tutto e non so se sarà possibile fare in parallelo anche un buon campionato maschile. Comunque non sarebbe impossibile: a Rossano Calabro, fanno la serie B di calcio a cinque, con i giovani”.

E anche questa volta per intervistatore ed intervistato si è aperto lo scrigno dei ricordi giovanili!

Ringrazio il Comitato Regionale del Molise dell’Associazione Nazionale Stelle e Palme al Merito Sportivo che, nella persona di Michele Falcione, mi sta dando un grande aiuto nel contattare i personaggi che poi andrò ad intervistare.

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