Date le aspettative della vigilia, il risultato maturato dal nostro atleta Giovanni Grano alla Maratona di Milano è stato al di sotto delle nostre speranze, tuttavia, io sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno, in quanto nella vita bisogna essere positivi. Per cui il terzo posto al Campionato Italiano di maratona è un ottimo risultato alla luce di quanto è accaduto. Il nostro Giovanni, a Milano, ha dimostrato un attaccamento alla maglia della Nuova Atletica Isernia fuori dal comune.
Come lui stesso ha dichiarato “il Campionato Italiano va onorato”. Giovanni è stato eroico arrivando alla fine della maratona in pessime condizioni fisiche: purtroppo, già dal 15° chilometro ha avuto problemi intestinali che lo hanno costretto a fermarsi più volte, sono certo che tanti atleti al suo posto avrebbero desistito abbandonando la gara, ma lui ha voluto continuare e, pur arrivando con un tempo molto al di sopra del suo personale, è riuscito a tagliare il traguardo conquistando l’undicesima posizione assoluta e la terza nel campionato tricolore. Solo chi corre può sapere che affrontare una maratona in condizioni non ottimali equivale a un inferno.
Davanti alla tv, vedere quel ragazzo con la maglia rossa della NAI che arrivava a fatica, ma si vedeva che voleva arrivare a tutti i costi è stata una vera sofferenza, ma al tempo stesso, ci siamo sentiti emozionati e fieri di avere un atleta, e prima ancora un ragazzo, di questo livello nella nostra società.
Alla fine la sua caparbietà di voler onorare il campionato e la maglia lo hanno premiato portandolo sul podio del campionato e undicesimo assoluto, davanti a molti atleti africani.
Giovanni è giovane avrà tantissime altre occasioni per dimostrare tutto il suo valore, per il momento lo ringrazio per quello che ha fatto augurandogli di tornare presto in forma e oggi ancora più di prima credo che una maglia agli Europei la meriterebbe proprio perché è giovane: tra lui e il vincitore, Danilo Goffi, ci sono vent’anni di differenza e se l’Italia vuole tornare grande in questa disciplina deve avere il coraggio di puntare su quei giovani che hanno scelto da giovani di correre la maratona e non arrivarci a chiusura di carriera.