Il 2018 della Molise Tour Bike volge al termine.E’ stato un anno ricco di emozioni, di sacrifici, di passione e lavoro ma anche di grandi risultati.Il presidente Giuseppe Gennarelli ha creato, con i suoi collaboratori e con la sua grande squadra, qualcosa di straordinario.Con lui abbiamo tracciato un bilancio dell’ultima annata sportiva.
Si sta per chiudere un 2018 ricco di soddisfazioni per la Molise Tour Bike, se lo aspettava?
“Quando si parte con un progetto cercando di curare tutti gli aspetti nei minimi dettagli, la mission è sempre quella di raggiungere gli obbiettivi prefissati. Onestamente però in quattro anni di lavoro non avrei mai creduto che ci saremmo fatti conoscere in tutto il ‘circus MTB’ a livello nazionale, che ci avrebbero dedicato le prime pagine i principali siti del settore, che avremmo conquistato risultati di prestigio, ma soprattutto che saremmo riusciti a creare interesse da parte dei media intorno ad una disciplina che in particolare nella nostra regione era ai più sconosciuta. In tal senso, il 2018 ha rappresentato solo un gradino di un’ascesa che non vuole fermarsi, ma punta a diventare sempre più ardua e allo stesso tempo ricca di soddisfazioni”.
Avete ottenuto risultati importanti in giro per l’Italia frutto di lavoro e sacrifici. Quale è stato il segreto?
“Sono un maniaco della programmazione e del lavoro. Credo che sia l’unico modo per raggiungere risultati. Dedico almeno due ore al giorno a tutto ciò che riguarda la Molise Tour Bike e sono riuscito a trasmettere questo “modus operandi” anche ai mie più stretti collaboratori che sono Emilio Bontempo e Antonino Pirosanto. I risultati non vengono mai per caso, ma si raccoglie bene solo se ciò che si semina è di qualità e se c’è unità di intenti. In tal senso mi reputo molto fortunato perché posso contare su dei collaboratori validi e affidabili e siamo totalmente interscambiabili tra noi. Pertanto dove non arriva l’uno, sopperisce l’altro. Ecco il nostro segreto. E ne approfitto per ringraziarli pubblicamente”.
Per la nuova stagione che partirà a primavera avete inserito anche il settore strada oltre alla mountain bike. Cosa vi ha spinto a fare questa scelta?
“Più che una scelta è stata la naturale evoluzione che porta all’espansione della nostra società verso la disciplina principe delle due ruote a pedali quale è la bici da strada. Del resto noi che pratichiamo la Mtb utilizziamo tutti i giorni la bici da corsa per allenarci e considerato che gli amanti di questa disciplina superano di gran lunga quelli che vanno per sentieri e strade brecciate, abbiamo deciso di rimetterci al lavoro verso un mondo a noi nuovo ma non troppo, puntando su atleti che negli ultimi anni hanno vinto tutto ciò che c’era da vincere, ma soprattutto su ragazzi seri e preparati che ci daranno una grossa mano anche da un punto di vista tecnico. Avere in squadra gente con esperienza da vendere non potrà far altro che farci crescere e migliorare”.
Nello sport è sempre difficile ripetersi. Quali sono i vostri obiettivi per il 2019?
“Con l’innesto di atleti del calibro di Cardillo e la riconferma di Bettini per quanto riguarda il settore Mtb, l’inserimento di Centofanti, Amorosa e Primiani per quanto riguarda il settore strada, crediamo di aver allestito un’ottima rosa che fa delle caratteristiche atletiche assai diverse l’una dall’altra l’arma vincente per primeggiare in tutte le competizioni. Certo, il campionato Mtb dei “Sentieri e Sapori” che ci vedrà al via con ben quattordici atleti sarà il fulcro di tutta la nostra attività. Puntiamo a piazzare i nostri atleti nelle prime tre posizioni di ogni categoria ma soprattutto puntiamo senza nasconderci, alla vittoria finale per quanto riguarda la classifica generale squadre. Sarebbe per noi e per la nostra regione un qualcosa di straordinario”.
A livello personale riesce a conciliare il ruolo dirigenziale con quello di atleta. E’ difficile?
“Sicuramente non è facile perché a volte le esigenze del Giuseppe atleta non coincidono con quelle del Giuseppe presidente. Ma Tutto questo per fortuna ha anche il rovescio della medaglia. Infatti stando dentro al gruppo si riescono a filtrare richieste che magari stando seduti dietro la scrivania non si percepirebbero. In questo modo è difficile che manchi qualcosa ai ragazzi perché interveniamo prima che il loro ‘mal di pancia’ diventi un problema, risolvendolo al principio e facendone una risorsa per migliorare e migliorarci”.
Da atleta è soddisfatto di quello che è riuscito a fare nell’ultima stagione?
“La mia soddisfazione da atleta è nulla se la squadra non gira. Io personalmente mi ritengo molto soddisfatto soprattutto se penso che mi sono avvicinato a questo mondo solo tre anni fa. La gara la faccio sempre con me stesso perché solo migliorando a livello di gambe e di testa posso pensare e sperare di competere con avversari più forti. L’impegno e la costanza al sacrificio c’è, ma voglio ribadire ancora una volta che non andrei da nessuna parte se non facessi parte di una squadra fantastica che ringrazio giorno dopo giorno per quanto riesce a trasmettermi a livello emotivo e per cui non mi tiro mai indietro anche nei momenti di difficoltà. A tal proposito ne approfitto di questa intervista per rivelare che agli uomini della squadra ho dedicato il mio ‘Scudetto MTB Magazine 2018’. Aspettavo il momento opportuno per farglielo sapere e questa mi sembra l’occasione migliore”.