Meale, il runner molisano alla Maratona di New York

La tenacia e l’orgoglio molisano si confermano anche oltreoceano. Gianfrancesco Meale, nato a Fossalto e residente da anni a Segrate, ha lanciato una sfida innanzitutto a se stesso: partecipare e concludere la maratona di New York a 61 anni. Per superare innanzitutto quelle che chiama le “convinzioni limitanti”, ma anche per rendere onore al nostro Paese con un tricolore sul petto che ha raccolto entusiasmi dall’inizio alla fine del tragitto. “Sulla maglia azzurra c’era scritto ‘Italia’ e stampato il nome di battesimo. Quando passavo insieme ai miei compagni italiani, eravamo acclamati per nome e con il tifo ‘Italia, Italia, Italia’ – racconta Meale. “Un bagno di gioia e di energia per affrontare la fatica. Riconoscevi gli italiani che ti chiamavano per nome e il newyorchese che simpatizzava per l’Italia. Grandissima esperienza e capisci a cosa equivale l’italianità all’estero, accolta e salutata con simpatia in tutto il mondo”.

Il manager molisano racconta l’avventura newyorkese. “Tutto è nato all’interno di un percorso di studi di un master internazionale che sto seguendo – spiega Meale, stimato manager in Lombardia, intervistato da diverse testate dopo la sua impresa, ad iniziare dalla Gazzetta di Segrate. “Grazie a questa esperienza ho compreso che molti obiettivi che avrei potuto pormi nella vita li avevo sempre evitati nell’errata convinzione che non fossero alla mia portata”.

Quindi innanzitutto un confronto con se stesso, con le potenzialità della mente che regola, in fondo, anche le nostre facoltà fisiche. “Lungo la maratona, che si snoda per cinque sobborghi di New York, si moltiplicano i tuoi pensieri e le tue sensazioni – continua Meale. “A volte pensi di non farcela a macinare tutti quei chilometri. Ma la cosa che mi ha colpito di più è l’entusiasmo della gente che ti sospinge a vivere la gara fino in fondo. E poi, va ribadito, il mio pettorale con la scritta ‘Italy’ e i colori dell’Italia hanno suscitato un’accoglienza straordinaria da parte degli spettatori”.

Meale, che è anche dirigente della Cim ed è legatissimo al Molise, ha corso con la squadra Micap, Master internazionale in coaching ad alte prestazioni. In linea con la sua squadra osserva che “non si affrontano certe gare se non si ha una robusta e sana mentalità”. Dna sannita e scuola di motivazione l’hanno sicuramente aiutato.

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