Il Direttore generale dell’Isernia Fc, Guarino, chiarisce il suo passato da dirigente in altre società

In relazione ad alcune notizie riportate oggi da alcuni organi di informazione il direttore generale dell’Isernia Fc Generoso Guarino intende precisare quanto segue.  “Sulla squalifica che mi è stata comminata dalla Figc per non aver risposto alle convocazioni della stessa Federazione, voglio spiegare che all’epoca dei fatti non mi trovavo in Italia. Sono stato chiamato per avere dei chiarimenti relativi alle ricevute del compenso annuo dell’allenatore del Campalto. Quando sono rientrato in Italia ho depositato immediatamente le liberatorie nell’ufficio indagini della sede di Napoli della Federazione italiana giuoco calcio, ma ero stato già deferito. Colgo ora l’occasione per annunciare che al più presto impugnerò quel provvedimento nelle sedi opportune.

Voglio precisare inoltre che a Mestre ho rivestito il ruolo di presidente senza potere di firma. In quella realtà ho investito soldi e professionalità. Successivamente, dal 2009 al 2011, ho avuto l’incarico di co-presidente della società Quinto di Treviso. Al termine dell’ultima stagione io e il mio collega Pizziolo siamo andati via, ma la società non è mai sparita.  Mi soffermo anche sulle mie esperienze nelle società calcistiche Mira e Real Campalto.  Nel primo caso ho contribuito sensibilmente alle spese della società non avendo alcun incarico, dopodiché ho preferito tirarmi indietro per motivi personali e in quel momento i vertici della società hanno consegnato il titolo nelle mani del sindaco.
Nel Real Campalto ho avuto il ruolo di presidente per tre anni. Al termine di questo periodo ho ceduto gratuitamente il titolo ad un gruppo di imprenditori del posto, i quali hanno ritenuto opportuno mantenere attivo solamente il settore giovanile. In merito poi al mio passaggio in tre squadre diverse nell’arco di un solo anno spiego che sono stato chiamato a fungere da direttore generale della Palmese in seguito all’invito rivoltomi dal presidente Salvatore Addeo. Ho accettato in virtù dell’amicizia che ci lega, ma dopo un mese e mezzo ho ricevuto un’altra chiamata, quella dell’Eclanese, team che militava nello steso campionato e nel medesimo girone.  Era appena scomparso lo storico presidente e avevano bisogno dell’aiuto di un esperto, quindi sono intervenuto lasciando a malincuore Palma Campania. Ho  allestito una nuova squadra a Mirabella Eclano nell’arco di tre giorni e con costi bassissimi. Dopo aver prestato la mia consulenza ho lasciato quella realtà per correttezza verso il presidente Addeo, che avevo dovuto abbandonare in maniera improvvisa.  A Ercolano non sono mai stato, mentre quest’anno sono approdato a Licata.  Nonostante abbia deciso di non proseguire il mio lavoro in quella terra, detengo ancora il 50% delle quote del Licata Calcio. In Sicilia mi sono esposto economicamente con cifre importanti ed è tutto documentabile. Ho pagato gli stipendi ai giocatori, ma per contrasti con la dirigenza che deteneva l’altra metà delle quote, mi sono ritirato perdendo gli investimenti fatti.  Ora sono a Isernia perché mi piace fare calcio e perché qui mi è stata data la possibilità di lavorare. Sia io che il presidente De Benedictis, pur avendo in mano la gestione dell’intera società, non abbiamo potere di firma, potere che è ancora in mano all’ex vicepresidente. Sfido chiunque ad affermare che io abbia fatto fallire alcune società. Sono pronto a tirarmi indietro se qualcuno sarà in grado di portarmi i documenti che attestano le situazioni citate oggi da un quotidiano locale. Non si possono rendere pubbliche delle notizie senza avere dei riscontri concreti. Vorrei tanto dimostrare a Isernia la bontà del mio operato e non essere costretto ancora una volta a lasciare perché non ho modo di assumere decisioni in via ufficiale”.
      

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