Su di lei sono molteplici le attenzioni: non solo in Italia, ma anche oltreoceano. Senza dubbio è pronta a suscitare tanta curiosità su di sé Sara Scalia, il prospetto statunitense, ma di chiare origini – grazie al padre – e passaporto italiani. Giocatrice ai vertici dell’universo Ncaa (il basket universitario a stelle e strisce), completato il proprio percorso accademico, la cestista figura tra gli innesti – in casa La Molisana Magnolia Campobasso – figli della campagna acquisti in prospettiva della stagione 2024/25.
Ventitreenne guardia di 178 centimetri, l’esterna del Minnesota – nel novero dei suoi cinque anni universitari, i primi tre nell’Ateneo del proprio stato, gli altri due ad Indiana – ha messo assieme qualcosa come 1.980 punti, di cui 1.110 figli di realizzazioni (ben 370) dall’arco dei tre punti. Di queste, ben 103 sono arrivate nell’ultima stagione tanto da farle centrare il record assoluto del proprio college e da consegnarle, tra l’altro, la ribalta dell’All Star Game (in cui ha vinto anche la specifica gara del tiro da tre), nonché il successivo confronto tra le stelle.
Non solo, è finita anche nella top ten del premio Meyers Drysdale riservato alla migliore guardia tiratrice a stelle e strisce, Scalia figurava tra le possibili scelte dell’ultimo draft Wnba, secondo le previsioni dei siti accreditati, non venendo poi chiamata direttamente.
ITALIAN PERSPECTIVE Da parte sua, ora, la nuova guardia delle magnolie non vede l’ora di mettersi in mostra oltreoceano e di far emergere le sue qualità in prospettiva per portare nuovamente con forza all’attenzione il proprio nome, anche per una dimostrazione piena (ed ulteriore) delle proprie qualità.
«Sono davvero entusiasta di quest’opportunità di iniziare in Italia, e a Campobasso, il mio percorso professionale nel basket. Sono certa – spiega la diretta interessata – che sarà davvero un’occasione unica e cercherò di sfruttarla al meglio».
SPORT FAMILY Secondogenita tra tre sorelle, lo sport è stato una componente fondamentale nella vita di Scalia. Il papà Peter è stato una guardia finita agli onori del museo del basket dell’Illinois, la mamma Sheri giocatrice di pallavolo e softball (la variante ‘rosa’ del baseball) al college. Peraltro, come lei, ambedue le sorelle sia la maggiore Taylor che la minore Amber hanno saputo distinguersi nello sport: la prima nella pallavolo, la seconda, invece, nel basket tanto da tenere, assieme alla sorella Sara, una scuola di fondamentali cestistici.
«È stato mio padre – racconta ancora l’esterna dei #fioridacciaio – a mettermi un pallone tra le mani quando ero piccina e me ne sono subito innamorata».
THREE POINT INSTINCT Del resto da ‘bambina piccola e magra’ (secondo la definizione coniata dallo stesso papà Peter), Scalia ha dimostrato ben presto una capacità innata di lanciare il pallone dove desiderava e ha continuato ad affinarsi, in ogni circostanza perché, in tutti i propri viaggi vacanzieri con la famiglia, c’era sempre in valigia un pallone da basket sgonfio.
«Quando ho la palla in mano – aggiunge – provo sempre a creare qualcosa che sia per me (i tiri da tre, ma anche quelli da due, ndr) o per la squadra. Peraltro, negli anni, ho anche affinato il lavoro in difesa perché mi piace dare appieno il mio contributo per la squadra, su entrambi i lati del campo».
ALL STAR GAME L’ultima stagione – tra l’altro – l’ha vista protagonista all’All Star Game della Ncaa, sia nella partita delle ‘stelle’ che nel contest specifico del tiro da tre punti, peraltro vinto.
«Vivere questo tipo di competizione – racconta – è stata un’esperienza incredibile. Poter essere circondata da tante giocatrici così talentuose con percorsi cestistici differenti alle spalle è stato motivo di forte ispirazione. È stato davvero notevole poter competere insieme e, al tempo stesso contro, giocatrici di rilievo provenienti dagli altri college».
AGAINST CLARK Sempre nel torneo 2023/24, Scalia ha avuto modo di confrontarsi, nel novero della medesima Conference (la Big 10) con quello che, attualmente, è considerato come il grande nome del basket femminile statunitense non solo ma anche mondiale come Caitlin Clark (peraltro, ironia della sorte, anche lei di origini italiane per parte di madre).
«Lavorare su Clark, marcandola, è stata una sfida coinvolgente. Mi sono applicata nel fermarla ed eseguire al meglio il nostro piano partita per trovare la vittoria. Accetto sempre la sfida da un punto difensivo, concentrandomi su quanto mi viene richiesto e cercando di spingere gli avversari sui loro punti deboli, soprattutto quando si tratta di elementi talentuosi come nel suo caso», spiega Scalia.
INDIANA EXPERIENCE Del resto, il percorso universitario della nuova giocatrice rossoblù ha avuto, nel biennio ad Indiana, ateneo di punta per lo sport ed in particolare il basket, una svolta ulteriore per il nuovo #fioredacciaio che, tra l’altro, si è acquistata negli States una fanbase sempre più crescente sia sul parquet che nel mondo telematico (oltre venticinquemila i suoi followers sia sul profilo X che su quello di Instagram).
«Quella ad Indiana – riconosce – è stata una gran bella esperienza perché, oltre all’aspetto prettamente accademico, dal punto di vista sportivo far parte di una squadra al vertice e che lavora sempre per le posizioni di primato ti consente di crescere e lavorare sodo sempre più giorno dopo giorno. Lo stesso che voglio fare con Magnolia, per me occasione ed opportunità unica di proseguire su questa strada».
BLUE JERSEY Proprio l’esperienza con Magnolia – se suffragata anche oltreoceano da quelle qualità dimostrate già in Ncaa – potrebbe consegnarle anche un’ulteriore esperienza nella pallacanestro Fiba con la possibilità di proiettarsi in azzurro, se arrivasse una chiamata da parte del coach venafrano dell’Italbasket rosa Andrea Capobianco, con la prospettiva magari di essere protagonista in una delle prossime due finestre di qualificazione ad Eurobasket 2025, che vivranno anche una prima fase proprio in Italia al PalaDozza di Bologna.
«La maglia azzurra? Sinceramente mi piacerebbe e proverò a dare del mio meglio per verificare poi, se ci sarà l’opportunità sia di essere convocata che di far parte del gruppo. Sarebbe un’esperienza nuova ed unica per me e sono pronta a viverla pienamente».
SUPPORTERS CALLING Nel frattempo, al di là di qualsiasi prospettiva, il presente è griffato Magnolia con tanta curiosità anche per vivere il clima dell’Arena e dei suoi appassionati supporter.
«È un aspetto che mi fa felice. Non vedo l’ora di essere a Campobasso e sarà un piacere poter contare su di un tifo che si fa sentire e ti trasmette energia. In questa maniera in partita sei spinta a dare ancor di più e provi ad ottenere sempre il meglio da te stessa».