Saranno le scienze umane a salvare la democrazia? Il titolo del convegno potrebbe essere così parafrasato per rendere esplicito l’intento di domandarsi se e come le scienze umane possono difendere la democrazia dalle sue fragilità interne e dai nuovi nemici esterni, particolarmente evidenti in questo momento storico.
La questione non è posta in termini retorici, ma vuol essere l’occasione di un confronto di merito fra ricerche diverse per disciplina e metodo, punto di vista e orientamento, che faccia leva sull’articolazione che qualifica il dipartimento promotore.
Alle prese con gravi fenomeni interni ed esterni, quali le minacce terroristiche i grandi flussi migratori, la crisi economica, la disoccupazione di massa, il futuro incerto delle nuove generazioni, le democrazie contemporanee stanno vivendo una fase di grande vulnerabilità. Inoltre, i nuovi mezzi di comunicazione di massa stanno profondamente modificando i meccanismi di formazione dell’opinione, con il rischio di trasformare i “cittadini” in “pubblico”, sempre più passivo e istintivo nelle proprie scelte.
E’ proprio lo stato di salute delle nostre democrazie oggetto di riflessione nel convegno internazionale “Scienze umane e democrazia. Formazione umanistica e difesa della libertà”, organizzato dall’Università del Molise per il 5 e 6 aprile.
Intellettuali provenienti da molte università italiane e straniere discuteranno di come le scienze umane e la formazione umanistica siano fondamentali per difendere e sviluppare la democrazia.
La democrazia presuppone infatti la capacità del cittadino democratico di formarsi un’opinione, di avere autonomia di giudizio, di comprendere le ragioni degli altri, di conoscere il contesto storico e sociale, di riconoscere il valore della discussione critica e di saper esercitare la propria responsabilità. Le scienze umane, e più in generale quella formazione umanistica che viene impartita in ogni ordine di scuola, può fornire al cittadino democratico questi preziosi strumenti, indispensabili per difendere la democrazia e la libertà da vecchi e nuovi nemici. Il convegno vuole dunque discutere la tesi di come il rilancio dello studio e dell’insegnamento di tutte le scienze umani e sociali sia decisivo per le sorti della democrazia.
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