Scritto sei ani prima della nascita della psicanalisi, il testo, in realtà ne contiene i principi salienti rivelando la sua sorprendente lungimiranza e attraverso un monologo che è teatrale e non narrativo, squarcia abissi sulla dimensione umana conducendo un intimo e impietoso ritratto di donna.
Si usa datare la nascita della psicanalisi al 1895. Questo testo di Strindberg è del 1889: sei anni prima. Lo spettatore potrà facilmente valutare quanto siano state acute le antenne del drammaturgo a captare, con buon anticipo, la nuova temperatura psicologica, che poi si sarebbe chiamata freudiana.
Temperatura magmatica e tanto incandescente, da ustionarsi al solo guardare dentro questo impietoso e, al tempo stesso, pietosissimo e intimo ritratto di donna.
Fru X skådespelerska (Signora X, attrice) : così è chiamata nel testo svedese.
L’autore sceglie, già da subito, cosa si può dire e cosa non si può dire di un’esistenza o di una coscienza dolorosa.
Il nome è già una definizione, una comprensione (e un’autocomprensione) e, dunque, una sorta di pacificato compimento di un destino. Questa donna non ha nome e, forse, nemmeno un volto.
Di questa persona si può dire solo quello che la parola significava alla sua origine: una vita rappresentata e, forse, non vera o molto problematicamente vera.
Una maschera.
Il Teatro del Loto presenta LA PIÙ FORTE di August Strindberg con GIUSI SAIJA Adattamento e regia di GIUSEPPE ROCCA elementi scenici di Bruno Buonincontri costumi di Anna Hurkmans