Presentato il programma dell’evento dal titolo ‘La stagione delle mostre’, promosso dalla Fondazione Molise Cultura nelle persone del presidente Antonella Presutti, direttore artistico Sandro Arco e consigliere delegato alla cultura regionale, Nico Ioffredi. In occasione del novantesimo compleanno del Teatro Savoia, che cade domenica 3 aprile 2016 l’edificio sarà aperto al pubblico con l’evento “Open Day”. Il Savoia resterà aperto la domenica del 3 aprile dalle 10 fino alle 13 della mattina e dalle 17 fino alle 20. Inoltre verrà esposto ai visitatori un quadro inedito, mai visto, dell’artista Arnaldo de Lisio dal titolo “Allegoria delle tentazioni”.” È certamente emozionante scrivere di un Teatro che compie novantanni e che sembra aver avuto, nell’ultimo periodo, una grande nuova ed incredibile Stagione di vita e di frenetica attività. Non vi nascondiamo la grande soddisfazione, come Fondazione Molise Cultura, di aver portato avanti questi due anni circa con una continua “imbucata” di successi ed emozionanti situazioni che, oltre a riportare il Savoia agli antichi splendori, hanno immediatamente collocato la nostra comunità al centro dell’attenzione nazionale del Teatro italiano grazie ai grandi avvenimenti culturali, prodotti, vissuti e rappresentati qui, da noi. La musica, la danza, lo spettacolo dal vivo: il Savoia è sempre di più la loro casa“, Sandro Arco.
Dal 9 aprile al 31 maggio verrà inaugurata la mostra fotografica “Collecta Gratia”, dedicata all’artista molisano Marcello Scarano e realizzata grazie all’intervento di privati collezionisti che hanno messo a disposizione le opere in loro possesso per condividerle con il pubblico. La realizzazione dell’evento “Collecta Gratia” premette agli organizzatori e alla comunità molisana compiti di responsabilità storica, sociale, pedagogica e “spirituale”. Marcello Scarano è considerato all’unanimità il migliore artista del ’900 rappresentante il territorio molisano. Ne è testimonianza la sua stessa Biografia che gli notifica il riconoscimento di partecipazione (21 giugno – 20 settembre 1942) alla XIII Biennale di Venezia (da questa data, a seguito dello scoppio della seconda guerra mondiale, l’attività della Biennale si interrompe fino 1948) al II- III- Premio Cremona (in questa occasione riceve il Premio Speciale Triennale di Milano e lire 5000, quale più giovane pittore presente alla manifestazione), alla XXV Mostra della galleria di Roma, alla Mostra nazionale di Milano, al Premio Michetti con continuità fino al 1959. Partecipa alla Mostra Nazionale d’Arte Sacra contemporanea di Napoli e alla IV e V Sindacale d’Abruzzo e Molise.
Dal 21 maggio fino al 2 giugno, nello spazio 1, spazio tributato a Marcello Scarano, si terrà la mostra fotografica dedicata a “I Misteri” e si potranno ammirare le cinquanta tavole che raccontano, attraverso lo sguardo di un fotografo d’eccezione come Francesco Cito (fotoreporter nei teatri internazionali di guerra), momenti diversi della festa del Corpus Domini. Un autore come Francesco Cito non ha bisogno di grandi presentazioni. Per chi gravità nel mondo del fotogiornalismo a livello internazionale i suoi lavori sono conosciuti e apprezzati. Sarà per questo interessante vedere come, attraverso le trenta immagini che costituiscono la mostra, il suo occhio ha visto e interpretato la festività del corpus domini, scoprire cosa ha colpito un fotografo abituato a documentare conflitti in aree calde. In passato già altri due autori hanno fotografato la festa: uno dei fondatori dell’agenzia più importante e conosciuta al mondo Magnum (per intenderci quella di Bresson e Capa ) Seymour e Gianni Berengo Gardin. Con Francesco Cito la città di Campobasso si arricchisce di un documento d’autore sulla più importante festa della città e della
regione.
Dal 1° agosto al 25 settembre si terrà la mostra fotografica dal titolo “Non aprire che all’oscuro” a cura di Flavio Brunetti. Importante mostra antropologica di foto che sono diventate patrimonio della Fondazione Cultura e che verranno portate a Casacalenda, quindi nel luogo dal quale si sono mosse e in cui sono state scattate. Nel luogo in cui hanno trascorso una parte della loro vita i soggetti protagonisti. “Prima di essere un titolo, “Non aprire che all’oscuro” è la raccomandazione incisa sul coperchio delle scatole delle antiche lastre fotografiche al bromuro d’argento. La storia ha inizio quando l’autore, in modo del tutto casuale, si imbatte in due casse, grandi come quelle utilizzate per trasportare le bottiglie di birra., ricolme di scatole di lastre fotografiche e gettate tra le cianfrusaglie di due trovarobe. Fu amore a prima vista e immediata contrattazione dettata dall’istinto più che dalla ragione. L’ansia di scoprire l’esatta provenienza, il tempo, chi fosse stato il fotografo, culminano nelle fattezze e nell’umanità della società di una paese molisano (ma un paese varrebbe l’altro) nell’arco di tempo compreso tra la fine dell’800 e il 1933. Tutte le lastre, e questa è la fortuna, furono scattate dallo stesso fotografo, Mastrosanti, e da lui tutto il paese si recava ad immortalare la nascita, la crescita, la morte, la partenza per il fronte, il matrimonio,
la ricerca del marito, la famiglia, etc. Su quei vetri diventa materia la nostra comunità di un secolo fa che rivive e ancora respira e ancora sogna.
16 settembre 2016 – 19 febbraio 2017 presso la Fondazione Molise Cultura l’evento Arte e Follia, Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi a cura di Vittorio Sgarbi.
Organizzazione. Augusto Agosta Tota, presidentedel Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma del Catalogo Generale di Ligabue e di Pietro Ghizzardi, si pone come punto di riferimento per l’immagine di questi straordinari artisti. Opere. La mostra potrebbe presentare una selezione di circa 50 oli di Antonio Ligabue e circa 30 dipinti di Pietro Ghizzardi. Catalogo. Sarà pubblicato un catalogo con la riproduzione delle opere esposte e saggio critico di Vittorio Sgarbi oltre a testi di Marzio Dall’Acqua, Gianfranco Marchesi, Renzo Margonari. Sede. Fondazione Molise Cultura, Via Milano, 15- Campobasso. La mostra sarà inaugurata con Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi.