La mostra su un emigrante speciale del Molise, Tony Vaccaro, non rappresenta per Bonefro e per la comunità regionale, solo un’occasione straordinaria di riconoscimento del valore culturale di uno dei più bravi artisti del Novecento, ma segna l’opportunità di ricordare i 900 mila oriundi molisani sparsi nel mondo frutto di un fenomeno migratorio partito nel 1860 e che non si è mai fermato. Tanto è vero che la Terra del Molise per ogni proprio abitante ne conta almeno tre distribuiti tra Nord e Sudamerica, Europa ed Australia.
Per l’Italia questo territorio è un “non luogo” o una “periferia anonima” scelta non a caso emblematicamente da Papa Francesco il 5 luglio scorso per ribadire il messaggio che la dignità dei popoli non si misura con le opulenze delle grandi metropoli. Sarà anche la consapevolezza storica di sentirsi “un’Isola aspra” in una “Penisola matrigna”, che ha accentuato i legami tra il Molise ed i molisani ovunque finiti da Melbourne a Vancouver.
Per questo, il 5 luglio i rappresentanti di tutte le nostre comunità sono tornati per condividere con noi l’ascolto del monito di Papa Francesco su un Patto per il Lavoro da sottoscrivere con il Governo per assicurare una prospettiva di prosperità e di progresso.
E per le stesse ragioni consideriamo la storia di Tony Vaccaro come la descrizione efficace di una vita vissuta a cavallo dell’Oceano, tra partenze e ritorni, che sdoppiano le identità degli individui prima che scindere le famiglie e spaccare le comunità locali tra chi è rimasto e chi non torna più.
Tony nasce a Greensburg in Pennsylvania, la città in cui per sessanta anni un pediatra molisano Pascal Spino ha curato gratuitamente i bambini poveri della città tanto da essere insignito dal Presidente Barack Obama nel 2011 del più prestigioso riconoscimento americano attivato da Abramo Lincoln. Già nel 1922 erano migliaia i molisani di Greensburg come ci può testimoniare l’ex console di Pittsburgh Joseph D’Andrea a cui l’Italia deve la riscoperta della strage mineraria del 6 dicembre 1907 a Monongah nel West Virginia dove dei 361 minatori morti 171 erano emigranti italiani e di questi 87 erano molisani.
E’ l’insieme di questo intreccio di vite, sofferenze, gioie e sacrifici, che ci induce a dire grazie come comunità molisana a Tony Vaccaro per aver rappresentato al meglio la nostra terra affiancandosi agli esempi virtuosi di Arturo Giovannitti, Padre Giuseppe Tedeschi e dei tanti anonimi ma dignitosi corregionali costretti a partire da circostanze sociali rimaste sostanzialmente immutate dal 1860 ai nostri giorni.
Quale rappresentante pro-tempore della galassia molisana nel mondo, di ieri e di oggi, ringrazio i promotori di un evento di spessore che segna la volontà ferrea delle nostre comunità di non dimenticare chi vive lontano perché non esiste distanza che possa annullare le radici di ciascuno di noi.
Molisani nel Mondo. Inaugurazione Museo e Mostra fotografica Bonefro dedicata a Tony Vaccaro
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