Quella di ieri sera, con ogni probabilità, resterà una delle più belle serate che gli 11 anni del Festival ideato da Gianluca Cefaratti ha regalato alle sue migliaia di spettatori.
Innanzitutto, una location davvero interessante, comoda e che ha permesso ai circa 900 spettatori paganti di godere comodamente dello spettacolo, assistiti da un nutrito gruppo di ragazzi dello staff che all’occorrenza consegnavano a domicilio bevande fresche, evitando il fastidio di fare file in un clima ancora rovente. Cosi ancora per il cibo, venduto su diverse postazioni così da snellire il “traffico”.
Dopo questa dovuta premessa per plaudire all’organizzazione logistica, alcuni cenni alla serata musicale.
Ad aprire l’appuntamento Dado Moroni, straordinario pianista, dalla voce calda che gli permetterebbe di cantare squisitamente, al pari di come lavora sulla tastiera bianconera. Un artista dal curriculum importante noto nel panorama jazz italiano ed europeo e che da solo vale il prezzo del biglietto.
Un’ora calda, la sua, che scorre via veloce tra standard ed omaggi ai grandi della musica internazionale con precisione ed una sapiente alternanza tra ballad e brani incalzanti.
Con lui sul palco, una sezione ritmica di quelle che fanno la differenza e che davvero permettono al solista di suonare con tranquillità.
Riccardo Fioravanti al basso elettrico e Stefano Bagnoli alla batteria. Due grandi musicisti, da anni sui palchi di tutta Italia al fianco dei migliori esecutori che il nostro Bel Paese può vantare nel panorama jazzistico.
Dopo lo spettacolo di Moroni, sul palco la star di questa edizione, Stefano Bollani, che torna in Molise, in quel di Campodipietra, per portare in scena il suo “Sheik yer Zappa”, spettacolo che sta riscuotendo successo in lungo ed in largo per la Penisola e in Europa.
Al genio di Bollani, si affiancano nel tour musicisti straordinari nonostante l’età piuttosto giovane .Jim Black alla batteria ,Paul Santner al contrabbasso ed un fantastico Jason Adasiewicz al vibrafono che ha impressionato i presenti con una performance di altissimo livello.
Sembra che alla fine del concerto, infatti, il vibrafono in alcuni punti “abbia rivelato” la forza con cui Adasiewicz abbia picchiato le sue bacchette sui tasti.
Per circa un’ora e mezza , dunque, Bollani ed i suoi si sono lasciati andare a vere e proprie battaglie di note, omaggiando in maniera ironica e dissacrante quel genio che è stato Frenk Zappa, chitarrista americano scomparso nel 1993.
Esemplare l’arrangiamento di Bobby Brown che ha incantato chi Zappa lo ha ascoltato ed apprezzato, nonostante quella sua “follia” che ha contornato la sua carriera artistica.
Bollani, come al solito, ha coinvolto in più di un’occasione il pubblico che di lui apprezza la simpatia oltre che una capacità esecutoria impeccabile e che lo ha reso uno dei pianisti italiani più apprezzati all’estero, senza mai dover scendere nella giungla delle colonne sonore.
Questa sera Bollani sarà a Roma, all’Auditorium Parco della Musica per una data sold out già da 5 giorni, con prezzi che sfiorano i 40 euro per un posto a sedere. In Molise, a Jazz in Campo, si è potuto assistere ad una serata con due musicisti eccellenti a metà di quella somma, grazie all’abilità dell’Organizzazione.
Questa sera, chiuderanno il festival altri due grandi nomi: Roberto Gatto e Peter Erskine. Due grandi batteristi, molto differenti tra loro ma con trascorsi ed esperienze musicali da poter girare un film ciascuno. Appuntamento alle ore 21:00 per la chiusura di una formidabile edizione di jazz in Campo.