La vita in carcere e il carcere in vita: con “Cattivi” Maurizio Torchio è il prossimo ospite di Ti racconto un libro

“Uno dei libri più belli sulla condizione carceraria o, per estensione, sulla condizione umana” (Goffredo Fofi). Il libro in questione è Cattivi, lo scrittore “incredibilmente bravo” (Antonio Pascale) è Maurizio Torchio.
Nato a Torino, classe 1970, con la sua ultima creazione narrativa ha vinto i premi Lo Straniero, Dessì, Padula e Pisa ed è stato tradotto in tedesco, spagnolo, francese e inglese.
Ha conquistato critica e lettori e ora il pubblico di Ti racconto un libro – il laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione promosso e realizzato dall’Unione Lettori Italiani con la direzione artistica e organizzativa di Brunella Santoli, e sostenuto dalla Fondazione Molise Cultura con il contributo del Comune di Campobasso e il patrocinio della Provincia di Campobasso – è pronto ad accoglierlo e a confrontarsi con lui.

Cattivi è un romanzo di parole e sentimenti compressi, storpiati dalle cattività che li restringono. Ma anche una storia di sopravvivenza in condizioni estreme. Dando fiato a una voce che finisce per diventare l’essenza stessa della reclusione, Maurizio Torchio è riuscito nel miracolo di descrivere, senza mai giudicare, i fili invisibili che legano carnefici e vittime. Il cibo, il sesso, i rumori, l’attaccamento appassionato agli oggetti, servono a parlare di ogni spazio chiuso. A raccontare ogni attesa vana, ogni dolore ripetuto che nella ripetizione trova un balsamo. Fino all’ostinata irragionevole speranza nel dopo, perché «tutta la vita non consumata dev’essersi conservata, in qualche modo, da qualche parte. Dovrà arrivare. Non può essere evaporata semplicemente passeggiando, dormendo».

L’appuntamento con Maurizio Torchio è in programma lunedì 18 aprile, alle ore 18.30, nel palazzo GIL di Campobasso (Spazi espositivi Sala 1).

Il prossimo appuntamento con Ti racconto un libro è venerdì 29 aprile, alle ore 18.30 nel palazzo GIL di Campobasso, con Monika Dobrowolska (vedova Mancini) che in Io, morto per dovere racconta la storia toccante di Roberto Mancini, il poliziotto che ha scoperto la terra dei fuochi, un uomo che ha lottato fino alla fine perché la verità non fosse seppellita dal cumulo di rifiuti e menzogne che ha rovinato la vita di molti e avvilito un intero Paese.

Commenti Facebook