Presso la sala Molajoli, nella sede del Mibact a Roma, si è tenuto giovedì 20 luglio un primo incontro di presentazione del lavoro di restauro del Crocifisso ligneo di Petrella Tifernina, alla presenza di Caterina Bon Valsassina Direttore Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MIBACT, Teresa Elena Cinquantaquattro Direttore della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Molise , Marisa Laurenzi Tabasso Presidente del Comitato Scientifico di RSF Italia, Paolo Pastorello Presidente di RSF Italia, Claudio Strinati Storico e critico dell’Arte, membro del Comitato Scientifico di Rsf Italia, Leandro Ventura Direttore del Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo per il Molise, oltre ad una rappresentanza della comunità di Petrella Tifernina guidata dal parroco Don Domenico di Franco.
Ciò che ha stupito, favorevolmente, sia i membri dell’Associazione di Rsf Italia, che i dirigenti del Mibact è stato lo straordinario interesse di una piccola comunità dapprima verso un crocifisso, segno di venerazione e culto cristiano, e successivamente quando è stato acclarato il valore oltre che simbolico anche storico – culturale, la la straordinaria sinergia che si è creata tra RSF e la cittadinanza di Petrella, a testimonianza della consapevolezza del valore dell’opera, ed ancora che sia un esempio di quanto una comunità intera abbia una attenzione particolare sia alle tradizioni popolari che alla valorizzazione del patrimonio artistico.
Il Molise è una terra sconosciuta, sia geograficamente che per quanto riguarda i tesori che vi sono conservati. Una piccola parte, nel cuore di quello che per secoli è stato denominato “Il Bel paese”, attraversato da pittori, poeti, scultori e che oggi sta perdendo la memoria dell’immenso patrimonio artistico, culturale ed archeologico. Bisogna ripartire dalle piccole cose, dalle piccole comunità, riscoprire, investire e valorizzare, questo sogno, questo progetto la comunità di Petrella Tifernina lo cura da tempo, da oggi “Il mistero nel mistero” aprirà ulteriori strade di ricerca e studi.
” Il Molise, regione senza eccellenze, non perchè manchino, la Chiesa e il Crocifisso di Petrella ne sono un emblema, ma la motivazione è il fatto che sia sconosciuta, dal piccolo borgo una lezione a tutta l’Italia, di amore verso il proprio territorio, verso le tradizioni popolari e soprattutto della voglia di un riscatto culturale e storico che faccia anche del Molise, partendo dal borgo di Petrella, una regione d’Eccellenza!”, come non condividere queste affermazioni del critico d’arte Strinati e della Direttrice Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MIBACT Caterina Bon Valsassina?
Al mistero della costruzione, del simbolismo della Chiesa di san Giorgio martire si affiancherà il “mistero” del crocifisso ligneo, anche se qualche ipotesi sul probabile scultore dell’opera è già stata avanzata, da professor Claudio Strinati. All’interno della chiesa delle pietre parlanti si potrà contemplare il Crocifisso dal volto parlante. (ndr)
“Del Crocifisso sappiamo ancora poco, – afferma lo storico Strinati- non avendo documenti storici, fortunatamente le tecniche del restauro aiutano a poter stabilire un lasso di tempo in cui l’opera, perchè di questo si tratta di un’opera d’arte raffinata, possa essere stata scolpita, fine del 1400 – primi del 1500. Quello che colpisce di questo Crocifisso è che si va dalla raffinatezza più profonda alla espressione di dolore che si legge chiaramente sul volto. Il lavoro che hanno fatto i Restauratori, RSF, togliendo tutte le stratificazioni succedutesi negli anni, hanno portato a scoprire una opera d’arte notevole, di pregio. La scoperta più notevole è stata quella finale che ha rivelato il Cristo con gli occhi semiaperti, nell’attimo dello spasimo. E’ un fatto notevole perchè ha scatenato molti pensieri , domande e suggerito ipotesi a noi studiosi. Questo Crocifisso potrebbe far parte di una importante tradizione artistica del cinquecento, potrebbe rientrare nel periodo storico dei primissimi tempi della riforma protestante. Abbiamo notato che potrebbe esserci un collegamento di una scuola d’arte che proviene dalla Toscana, in particolare la Famiglia dei Sangallo …”.
L’attenzione dello storico Strinati si è fermata molto sul volto del Cristo, che in effetti stupisce l’osservatore, non è statico ma quasi si riesce ad intuire il momento di grande sofferenza, il Dio fatto Uomo, in maniera molto realistica, con principi di simmetria artistica, propri del periodo rinascimentale.
Da un piccolo borgo, di una regione semi sconosciuta, ancora una volta la scoperta di una opera d’arte, raffinata, pregiata, capace di parlare all’animo di chi la guarda, grazie alle abili mani dall’artista e grazie a chi oggi ci da l’opportunità di poterla contemplare, come l’Associazione di RSF, apre nuovamente le porte alla ricerca storica, all’importanza che nei secoli ha avuto questo lembo di terra, a dare una nuova spinta verso la conoscenza e la scoperta del territorio.
Questa scoperta ci auguriamo possa servire da esempio alle comunità di avere il coraggio di investire nella “cultura”, non ritenendola una scelta d’elite, ma proiettandola verso una rinascita culturale ed economica del territorio. Certo le Istituzioni, a tutti i livelli, dovrebbero avere la stessa sensibilità, ma questa è un’altra storia ….
Maggiori dettagli, del lavoro fatto dai restauratori, RSF, e delle ipotesi storiche di Claudio Strinati verranno rivelate sabato 22 luglio alle ore 16.00 in un convegno apposito, con l’esposizione pubblica dell’opera d’arte all’interno della chiesa di san Giorgio martire a Petrella Tifernina.
(MDL)