“Domani sono fuori” è il titolo del cortometraggio che Moliwood Films e la Cooperativa Nardacchione di Casacalenda presenteranno ufficialmente al pubblico questa estate a Molise Cinema. Il progetto è nato con l’idea di stimolare una riflessione contro il pregiudizio verso persone con disturbo mentale, affinché la diversità sia vissuta e concepita non come elemento discriminatorio, ma come una vera e propria risorsa umana, sociale e lavorativa mirando al recupero della fiducia nelle proprie capacità di proporre e di saper fare, spesso eclissate negli utenti psichiatrici, unitamente all’esternazione delle emozioni, all’incoraggiamento della relazione con l’altro e, quindi, alla vita sociale.
Trama: “Domani sono fuori” è il viaggio inconsapevole di Mino Cecina lungo i sentieri tracciati dai passi degli ospiti di una casa famiglia durante il difficile cammino della terapia. A causa di uno strano caso di omonimia/battitura Mino viene ricoverato nella casa famiglia ed è costretto, in attesa di verifiche, a passare tutto il giorno e la successiva notte nella struttura. Completamente ignaro di ciò che la struttura sia e, soprattutto, come la vita si srotoli al suo interno, sebbene spaventato, decide di lasciarsi andare al fiume emotivo che si cela dietro il sipario dello stigma.
In questi giorni si sono concluse le riprese a Casacalenda con la regia di Manfredi Saavedra e Vincenzo De Luca, la collaborazione degli operatori della Nardacchione Rosa Di Fabio, Anna Loconte, Carmen Ricciardi e Michele Vincelli, l’apporto tecnico di Foto Kerem di Pasquale e Francesco D’Imperio, ma specialmente con l’entusiasmo dei protagonisti del corto, gli ospiti della cooperativa di riabilitazione psichiatrica che hanno sbalordito tutti per il coinvolgimento e l’entusiasmo con cui hanno sorprendentemente interpretato le scene.
A partire da Gennaio c’è stata una fase organizzativa con incontri in comunità, supervisionati dai registi, dove sono stati visionati cortometraggi riguardanti tematiche sociali per stimolare il confronto tra i partecipanti nella scrittura della sceneggiatura anche attraverso improvvisazioni degli attori che con disinvoltura si sono immedesimati nelle parti. “Inizialmente siamo stati spiazzati dalla profondità dei loro sentimenti, come se il mondo esterno perdesse senso o ne acquistasse un altro – hanno raccontato i registi – C’è stata subito empatia, uno scambio reciproco di emozioni e conoscenze che hanno fornito spunti importanti per la scrittura del copione”. Dopo questa fase conoscitiva e di avvicinamento al cinema, si è giunti alle riprese di questi giorni dove il principio della condivisione e del mutuo aiuto fra i partecipanti, offerto sulla base delle loro abilità, è stato alla base della produzione per la messa in scena delle esperienze di vita personali. “E’ stata un’ esperienza sconvolgente – hanno rivelato Saavedra e De Luca – i ragazzi erano molto appassionati, ipnotizzati nell’interpretare loro stessi, sogni e paure. Non è stata finzione ma rappresentazione della loro realtà.”
Nei prossimi giorni ci sarà il montaggio e la costruzione definitiva del corto, che sarà presentato ufficialmente il 6 agosto in occasione della 12esima edizione di Molise Cinema a Casacalenda, con la speranza che possa fornire un contributo sensibile nella lotta allo stigma sulla salute mentale e nello sviluppo di una coscienza e del rispetto sociale in un percorso di crescita collettiva che favorisca il superamento di pregiudizi e stereotipi, che dipingono “i matti” come pericolosi o incapaci, per vincere la paura ed emozionarsi con loro senza temere il contagio.