Sembra fantasia ma sembrerebbe vero! Un tratturo, bene archeologico, bene dello stato, tutelato con decreti specifici, oggi come ieri, sarebbe sotto l’attacco di amministrazioni pubbliche! Nonostante l’introduzione, con D.LGS n. 42 del 2004, del Codice dei Beni Culturali che all’art.10, comma 1, reciti “Sono Beni Culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle Regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”, nonostante all’art.20 comma 1 reciti ”I Beni Culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”, nonostante all’art.142, lettera m, dichiari tra le aree tutelate per legge “ le zone di interesse archeologico alla data di entrata in vigore del presente codice”; nonostante all’art. 146, comma 1 reciti “I proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili ed aree di interesse paesaggistico, tutelati dalla legge, a termini dell’art.142 o in base alla legge, a termine degli articoli 136, 143, comma 1, lettera d), e 157, non possono distruggerli, né introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione”, nonostante l’articolo 4 della L.R. n.9 del ’97 ricorda che “Le amministrazioni interessate a titolo gratuito di suoli tratturali, su cui insistono opere pubbliche o di pubblico interesse, ivi compresi anche aree residuali non altrimenti utilizzabili, all’interno del centro abitato, costruite anteriormente all’entrata in vigore della legge regionale n.9/97, possono acquisire le aree di stretta pertinenza per l’utilizzo dell’opera, salvaguardando comunque la continuità del percorso tratturale o recuperandola con possibili varianti”, nonostante la L.R. 19/2005 abbia tra gli obiettivi riportati all’art.1 il “favorire le azioni di valorizzazione, promozione e tutela del patrimonio tratturale regionale e della civiltà della transumanza”, nonostante i tratturi siano candidati come patrimonio UNESCO, nonostante esistano progetti europei di salvaguardia dei tratturi con l’Italia e il Molise in bella mostra, nonostante i tratturi siano stati portati all’Expo di Milano in rappresentanza della cultura molisana, sembrerebbe che in un comune della provincia di Isernia (che a breve sarà reso noto) il sindaco e la sua amministrazione avrebbero deciso che, nonostante sul tratturo Celano-Foggia insista già un campo di bocce (!) (che sarebbe il caso di rimuovere), parimenti a tante altre schifezze sorte nel tempo sul tracciato tratturale, vorrebbero addirittura realizzare un porticato e una copertura a difesa dello stesso!
Una piscina, no?! Ovviamente osceno ma non meno del resto della retroscena che ci si accinge a raccontare. Intanto è il caso ricordare che tale citata straordinaria opera godrebbe di un finanziamento regionale pari ad euro 64.000 che, oltre a servire ad oltraggiare eventualmente un tratturo, risulta essere poco rispettoso dei tanti lavoratori messi per strada senza godimento alcuno! Ebbene, il comune, una volta accertato il finanziamento, si sarebbe adoperato da subito per la richiesta di rinnovo di concessione del tratto tratturale ad esso assegnato ai sensi della legge regionale n.9 del ’97 e dell’istituzione del Parco dei Tratturi, il quale, all’art.5 del suo regolamento dell’8 gennaio del 2003, n.1 riporti “in caso di interruzione del tracciato tratturale a seguito di individuazione di aree irrimediabilmente compromesse, i comuni, al fine di salvaguardare la continuità del percorso, segnalano alla regione terreni pubblici o privati per l’eventuale acquisizione al Demanio regionale – ramo tratturi a prezzi unitari e non superiori a quelli quantificati ai sensi del presente articolo.
Le determinazioni per l’acquisizione dei suoli segnalati saranno attivate dalla regione Molise che sosterrà anche i relativi costi complessivi”, come peraltro già riportato nel Regolamento Regionale dell’11 febbraio del 2000, n.1. Tale rilascio di concessione, parrebbe (condizionale d’obbligo nella giungla della burocrazia) di competenza della Soprintendenza Archeologica e, parrebbe (ma forse qui il condizionale è esagerato) che, la medesima abbia dato parere favorevole al rinnovo. Ovviamente parliamo di concessione del suolo (giammai di approvazione del progetto di copertura che, invece, è di competenza della Soprintendenza per i Beni Paesaggistici), secondo quanto stabilito dalle leggi su citate. In questa fase ci sarebbero, se accertate, situazioni che dire di imbarazzo (molto più appropriato sarebbe parlare di penale) sarebbe molto riduttivo! Infatti, l’istruttoria della pratica della richiesta di concessione pare sia stata istruita da un funzionario della Soprintendenza Archeologica del Molise il quale, guarda caso, pare coincida con un componente della maggioranza del comune interessato!!!!!!!!!
Se venisse confermata questo fatto preoccupante, anche un bambino capirebbe che il funzionario in questione, oltre che essere in palese conflitto di interesse, sarebbe anche in situazione di dolo, avendo saputo sin dall’inizio, in quanto amministratore comunale, dell’esistenza di un progetto edificatorio sul suolo tratturale medesimo! Una volta acquisito l’insperato (!) parere, l’amministrazione in questione avrebbe ricevuto, inopinatamente, anche il parere favorevole della regione! Ma va?! E certo, la medesima probabile concessionaria del finanziamento, come avrebbe potuto togliere con la mano sinistra ciò che probabilmente aveva elargito con la destra! Ma, ci piace ricordare, che la regione ha emanato la legge n.9 del 97, così come si vuole sottolineare quanto si prescrive in essa! C’è aderenza tra soggetto politico e tecnico? Il politico sa di stare a dare finanziamenti per opere che non possono essere eseguite secondo una legge da essa stessa emanata?! L’apparato tecnico sa di questa legge? Se sì, come avrebbe potuto dare parere favorevole?! Interrogativi, nient’altro che stupidi inquietanti interrogativi! Ma non finisce qui! Registrati con soddisfazione i primi pareri favorevoli, l’amministrazione comunale avrebbe inoltrato alla Soprintendenza per i Beni Paesaggistici il progetto vero e proprio, per intenderci quello delle pensiline e delle coperture. Come si vuole e si pretende dalle stanze del rispetto delle leggi, il progetto pare sia stato bocciato in quanto in totale contrasto con le norme e gli articoli di cui sopra. Lineare, giusto, atteso dai più. Dai più, appunto, non dal comune interessato! Sembra infatti che il sindaco e la sua cordata avrebbero, tra i fumi della rabbia e dell’arroganza, chiesto lumi al soprintendente. Inutile soffermarsi sulla ipotizzata risposta del dirigente a tale scomposta reazione: negativa, scontata e dovuta. Ma niente, il sindaco ed i suoi sodali, non soddisfatti, evidentemente, avrebbero preso carta e penna e, unitamente ad altri molto amichevoli sindaci, avrebbero inoltrato la loro protesta alla Soprintendenza in questione ed al superiore ministero! Ma, pensate l’ardire del potere dove
arriverebbe! La nota piuttosto che interessarsi del diniego, pare che chiedesse alle strutture interessate di rimodulare le aree territoriali di competenza dei funzionari preposti all’istruttoria dei pareri paesaggistici!!!!! Questo passaggio sarebbe di una gravità assoluta, chiarissimo anche per i meno avvezzi! Ma mica finisce qui! Sembra che non si sia voluto tirare indietro da questo “prezioso contributo istituzionale” neanche il presidente della provincia di Isernia, il quale sembra che abbia sottoscritto l’edificante nota rimasta giustamente inascoltata dalla Soprintendenza e dal Ministero! E pensare che alcuni di questi “paladini”, sindaco del comune interessato compreso, pare aderiscano con le loro amministrazioni all’ASSOMAB, Associazione che tra i suoi obiettivi, tra le altre cose, ha la tutela delle valenze paesaggistiche e storiche dei luoghi! Di quali?! Mi piacerebbe essere smentito da chiunque degli attori di questa presunta schifezza, specialmente dagli irriducibili. Infatti, dopo i primi incauti approcci all’iniziativa del comune interessato direttamente, sembrerebbe che un buon 2/3 dei firmatari della presunta violenta nota, abbia fatto ritorno sui propri passi, forse capendo, dopo aver azionato il cervello, la gravità di ciò che avevano con ogni probabilità sottoscritto. Meglio tardi che mai, magari una nuova nota di chiarimento e scuse sarebbe opportuna. Rimarrebbero isolate nel loro testardo ed inaudito comportamento, il comune capofila ed altre due o tre amministrazioni comunali, forse non ancora lucide per comprendere fino in fondo cosa avrebbero messo tragicamente in atto! Adesso però, forse sarebbe il caso che, chi di dovere, accerti tutte le eventuali responsabilità e ristabilisca la giustizia e la legge a difesa del bene pubblico e collettivo. Si resta in attesa di chiarimenti o eventuali smentite.
Il Segretario Regionale UILBACT Molise
Emilio Izzo