In Molise nasce il ‘giardino dei Giusti’. Intervista all’ambasciatore Emilio Barbarani

Appartengono alla galleria dei Giusti coloro che hanno saputo proteggere il valore e la dignità dell’uomo nei periodi bui della storia, dando lustro alla loro nazione. Sono semplicemente delle persone che posti di fronte all’ingiustizia reagiscono sapendo opporsi anche a rischio della propria vita. È in questa galleria di Giusti che troviamo i nomi degli ambasciatori Tomaso de Vergottini e Emilio Barbarani, i quali , al tempo della caduta di Allende e del golpe di Pinochet, nella ordinaria attività connessa alla loro funzione hanno espresso tutta la loro robusta componente umana ed etica nel lavoro, salvando i tanti perseguitati dal regime e scrivendo una pagina eroica di storia nazionale, quella dell’ambasciata italiana. L’8 marzo il liceo scientifico Romita di Campobasso , alla presenza delle autorità locali, regalerà al Molise e alla città di Campobasso la ‘Memoria del Bene’, il suo giardino dei Giusti, con la piantumazione dei primi due alberi assegnati al merito e all’onore dei due ambasciatori e teso a coltivare nella terra la radice dei valori umani e dei principi democratici secondo il percorso di ‘Memoria e cittadinanza’ tracciato da anni e rivolto ai propri studenti dai docenti del dipartimento di storia e filosofia del liceo. L’ambasciatore Barbarani che è stato già ospite al Romita in occasione della giornata dedicata all’altro 11 settembre , quello cileno appunto, torna a Campobasso in occasione di questo nuovo appuntamento, che ha risposto alle domande dell’intervista.
Come si è stretto questo rapporto col Molise ?
Dall’attenzione da parte del liceo Romita ad aver cura per la memoria storica, tanto da condurre ad approfondire la storia del Cile e a leggere il mio libro ‘Chi ha ucciso Lumi Videla?’ che racconta l’avventura dell’ambasciata italiana ai tempi del golpe di Pinochet e del ritrovamento del corpo nel giardinodell’ambasciata di questa giovane e bella ragazza, il cui nome e la cui vicenda da’ il titolo alla pubblicazione
Cosa ha spinto voi funzionari a sfidare la Storia e a salvare vite a rischio della vostra?
È facile rispondere a questa domanda. La risposta è nel libro e può essere sintetizzata in una battuta: perché no?
Perché no?
È, mi creda, impossibile di fronte al pericolo , alle persecuzioni, agli occhi smarriti e terrorizzati restare fermi e neutrali. È più facile dare ascolto al nostro cuore, al riconoscersi nell’altro da se’ e nella solidarietà , ad agire secondo il dettato dell’imperativo categorico, quel senso del dovere che anima la vita e da’ autentico significato al lavoro.
Qual è il messaggio che vuole inviare ai giovani?
Quello di avere fiducia, di mettere impegno e passione nella vita. Di saper riconoscere che all’interno delle Istituzioni ci sono sempre persone che lavorano con dedizione e competenza e tendono a realizzare il dovere e il senso di giustizia. Un esempio può per loro essere rappresentato anche dai loro professori o quantomeno da quelli che offrono con passione il loro servizio . Comunque le assicuro che il messaggio più bello è quello che gli studenti riescono a dare a me. Apprendo sempre tanto dagli studenti, infondono a loro volta coraggio e carica.
Qual è la credibilta’ italiana all’estero?
Abbiamo certo avuto tempi migliori da questo punto di vista. Negli ultimi anni abbiamo molto sofferto in tal senso . In certi tavoli di lavoro in sede europea e internazionale non abbiamo seduto, in certi casi non siamo stati neppure interpellati. L’Italia ha dinanzi a se’ un cammino in salita, ma sono fiducioso, bisogna essere fiduciosi e impegnarsi con talento e lungimiranza
Oggi lo scenario mondiale si è complicato. Qualcuno ventila l’ipotesi di una terza guerra mondiale…
Non posso che per missione e per visione vedere oltre l’ipotesi di guerra e ritenere che bisogna sforzarsi nel costruire la pace. Questo è il punto. Bisogna saper costruirla, puntando alla radice con lucidità e coerenza , lontani da facili slogan o operazioni approssimative che radicalizzano le questioni locali con terribili conseguenze internazionali. La pace è ontologicamente possibile nella vita e nella storia.
Adele Fraracci

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