1.111: è questo il numero esatto dei visitatori della mostra personale di Mina CAPPUSSI “Maya o le Visioni Oniriche” che si è tenuta a Palazzo Colagrosso, sede del Consiglio Comunale della città di Bojano, curata da Marta UCCIFERRI e Alessandro CIMMINO, presentata da Gioia CATIVA. In realtà non si è trattato tanto di visitatori nell’accezione classica del termine, quanto di “fruitori specchianti” pronti ad un consulto a cospetto con le “visioni” dell’artista che ha esposto a New York, Dubai, Abu Dhabi. Grande assente, il quadro “Maya” che ha suggerito il titolo della performance. L’opera, attualmente in esposizione a Milano, presso il Centro Leonardo Da Vinci, è stata scelta dalla Mondadori e appare in una pubblicazione sul Metateismo, tra gli artisti della Nuova Avanguardia. Ma è stata esposta anche nella personale “Discronie Archetipe”, al Ministero dei Beni Culturali in via del Collegio Romano, seicentesco Salone Monumentale della Crociera e, ancora, nella personale “Urphanomen” al Museo dello Stadio Domiziano di piazza Navona -Soprintendenza Archeologica della Capitale. Al centro della esposizione bojanese un’opera che non c’è stata fisicamente: una contraddizione solo apparente, in linea con l’incipit dell’evento che ha richiamato un così alto numero di persone attirate da quelli che sono stati ribattezzati i “quadri-specchio” caratterizzati da diversi livelli di lettura e di interpretazione, nei quali ognuno “vede” il proprio riflesso, risuonando all’unisono con quella particolare vibrazione. E così, dopo il primo impatto, l’inaugurazione classica da parte del Sindaco della città, Antonio Silvestri “siamo onorati di avere un’artista come Mina Cappussi a Bojano”, e del vicesindaco, Gaetano Policella “la creatività e la curiosità di Mina sono al limite della genialità”, l’esposizione di Palazzo Colagrosso è diventata oggetto di dibattito, anche movimentato, al centro dell’Agosto Bojanese, un’edizione da manuale con un programma ricchissimo di appuntamenti organizzato dall’Associazione Vivi Bojano che ha voluto la pittrice al Colagrosso in apertura del calendario. Il passa-parola è divenuto esponenziale e le persone sono arrivate a decine, centinaia, per leggersi dentro. Una formula semplice. La visione in solitario, senza commenti, nel silenzio più assoluto e poi l’individuazione dell’opera che più ha colpito l’immaginario, i sensi, il cuore. In base alla scelta, la lettura del responso, quasi una moderna Sibilla che non usa foglie di palma per scrivere i vaticini, ma la tela e i colori.
“E’ lo specchio di Alice che si nasconde dietro ogni mio quadro – ha spiegato l’artista – il varco nel mondo “altro” che capovolge la visuale, la deforma, ribalta, muta e mette sottosopra ciò che si è minuziosamente costruito”. Quadri, dunque, come veri e propri strumenti di indagine, per guardarsi dentro e riconoscersi, per vedere quelle paure e quelle parti di noi che non vogliamo o non possiamo accettare. Mina Cappussi è scrittrice, giornalista e counselor, nonché esperta di Comunicazione, che insegna all’Università Roma Tre. Le descrizioni dei suoi quadri, che scrive lei stessa, sono un ulteriore livello di lettura, un altro, non l’unico. Le persone hanno cominciato a comprare i quadri e a pretendere le spiegazioni, che vengono “calate” sulla personalità dell’acquirente.
Ad onorare l’artista bojanese anche la vecchia guardia della Scuola Isernina, gli artisti Rino CAPONE, Enzo IOVINO, Nazzareno SERRICCHIO, Cosmo DI FLORIO, Antonio TRAMONTANO, Arturo BELTRANTE e il presidente di Arte’sm, l’arch. Antonio PALLOTTA, il consigliere regionale con Delega alla Cultura, Nico Ioffredi, il Sindaco Silvestri.
Un’Arte visionaria originale (Prof. Philippe DAVERIO), la sua, intessuta di preziosità barocche alla Klimt (Prof. Marcello CARLINO, critico letterario e d’arte, Università Sapienza di Roma), affioramenti mitologici, visioni oniriche in cui l’io dell’artista è sempre preponderante (prof. Massimo PASQUALONE, critico d’arte e critico letterario, Università G. D’Annunzio di Chieti), cromatismi dal sapore impressionista, citazioni di avanguardie del ‘900, eppure e contemporaneamente originale e innovativa “siamo nel nuovo, oltre la prospettiva, oltre Leonardo…” (Genny DI BERT, Rome University of Fine Arts), interessante e innovativa (Giorgio Grasso, curatore 54^ Biennale Venezia) dal forte potere evocativo (Gioia CATIVA, Storico dell’arte, SM’ART Isernia), un sentiero che segnerà una nuova storia (Dante FASCIOLO, Galleria Ucai La Pigna, Giornalista, Autore, Regista, Curatore, 35 anni su RAIUNO con Linea Verde e Linea Blu, già Vice Presidente Nazionale dell’ UCAI, Unione Cattolica degli Artisti Italiani riconosciuta dalla CEI), “i quadri di Mina ci aiutano a leggere la realtà, perché, come ha ricordato Paolo VI, il “mestiere dell’arte è quello di tradurre il messaggio divino” (Mons. Giancarlo PEREGO D.G. Fondazione Migrantes – Università LUMSA di Roma).
I prossimi progetti di Mina Cappussi riguardano una personale al Quirinale e una a New York insieme ad un’artista italo-americana Angela Mae.