Il Maestro Fratianni sarà protagonista di un’antologica nella Basilica del Campidoglio a Roma

È un periodo intenso per il Maestro d’arte Domenico Fratianni, che nella prossima primavera sarà protagonista di un’antologica nella Basilica del Campidoglio a Roma.
Un luogo incantevole e incantato per una mostra d’arte, dove l’artista molisano, con il suo repertorio, si confronterà con le opere in esso presenti, come gli ‘Evangelisti’, l’affresco del Pinturicchio.
La Basilica è un luogo che trasuda tutta la storia di Roma.
La Basilica di Santa Maria in Ara Coeli al Campidoglio, fondata nel Sesto secolo, è stata costruita nel Tredicesimo Secolo sulle rovine del Tempio di Giunone Moneta, ed è la chiesa regionale del Senatus Populusque Romanus.
L’antologica di Fratianni si svilupperà nello spazio mostre della Basilica, ma anche all’interno della Cappella, attraverso un percorso creativo, che evidenzierà sia il repertorio pittorico che incisorio di Fratianni.
Deus ex machina della mostra è il Consigliere di Stato, Floriano De Santi, in Molise conosciuto per essere membro del Comitato Scientifico della “Biennale dell’Incisione Città di Campobasso”, che si svolge dal 2000 e che rappresenta uno dei momenti culturali più importanti della regione Molise.
“Fratianni, oltre che un fine artista nel campo della pittura, resta – ha spiegato De Santi – tra i maggiori protagonisti del Ventesimo e Ventunesimo Secolo dell’incisione italiana, dotato di una grande capacità tecnica e creativa, che lo pongono tra i più rilevanti esperti del settore. Del resto, la Biennale Città di Campobasso già da diverse edizioni gode del patrocinio della Presidenza della Repubblica”.
“Faremo questa mostra – ha sottolineato lo storico e critico d’arte De Santi – in un luogo dove si mescolano diversi stili, dall’arte romana, alla medievale, alla rinascimentale, alla barocca. Nel catalogo dell’antologica di Fratianni metteremo in evidenza anche il valore della Basilica del Campidoglio e il suo culto, dato dalla Maria Vergine”.
“Fratianni – ricorda il professor Floriano De Santi – torna a Roma dopo la sua precedente mostra all’Istituto Nazionale per la Grafica e la Calcografia, che riscosse un enorme successo su scala nazionale e internazionale. E questo appuntamento sarà almeno di pari valore. Il Molise deve essere orgoglioso di questo suo artista, sia perché a livello nazionale è particolarmente apprezzato sia perché, col suo impegno con la Biennale dell’Incisione Città di Campobasso, mantiene viva la cultura molisana con un evento che si pone come uno dei sette-otto che si svolgono su tutto il territorio nazionale. Basti pensare che uno dei primi a scommettere sulla Biennale del capoluogo molisano fu Giorgio Trentin, fondatore della celeberrima Biennale di Venezia. La mostra capitolina di Fratianni, in questo 2017, si pone come trai maggiori appuntamenti artistico-culturali della regione Molise, anche per l’imponente flusso di turisti che, quotidianamente, visitano questo importante monumento”.
“La politica – ha proseguito De Santi – soprattutto, in territori, come quello molisano, dovrebbe investire di più nella cultura, soprattutto di quegli artisti che portano il nome della propria città e della propria regione in giro per l’Italia e per il mondo. Il turismo si fa, anche e soprattutto, con la cultura, ma occorre crederci e investirci. Il mio discorso, comunque, si può estendere su scala nazionale. L’Italia è stata da sempre culla della cultura e io non posso tollerare quando si affidano le direzioni dei più importanti musei italiani ad artisti stranieri, che si sono formati sotto i nostri grandi maestri, da troppo tempo sacrificati da logiche (politiche) che non hanno né capo né coda”.
“Campobasso e il Molise – ha ricordato Floriano De Santi – ha avuto e ha diversi artisti importanti. Oltre a Fratianni, io ho apprezzato molto lo scultore Gino Marotta. E dai vostri grandi artisti che la cultura molisana dovrebbe prendere lo slancio per far arrivare il nome della vostra stupenda regione in giro per la Penisola e per il mondo. La valorizzazione del Molise, una regione con storia e tradizione, passa per la rivalutazione dei grandi talenti nati e vissuti sul territorio”.
Qualche cenno sulla Basilica Santa Maria in Aracoeli del Campidoglio (dal sito www.visitlazio.com) – La città di Roma presenta dei luoghi e degli scorci che da soli valgono il viaggio nella Città Eterna. La Basilica di Santa Maria in Aracoeli non sfugge a questa considerazione, incastonata come una pietra preziosa tra il complesso monumentale del Vittoriano e la scalinata di piazza del Campidoglio​.
Quando si osserva la Basilica da piazza dell’Aracoeli e la sua ripida e marmorea sequenza di oltre centotrenta gradini, voluta da Cola di Rienzo nel XIII secolo come ringraziamento per la fine di una tremenda e drammatica epidemia di peste che sconvolse tutta Europa, si rimane stupiti ed estasiati di fronte a tanto splendore.
Stupore e meraviglia che colgono il visitatore osservando all’interno della Chiesa, nella bellissima cappella Bufalini, gli affreschi opera del Pinturicchio; l’interno della Basilica è a tre navate, le laterali sono divise da quella centrale da undici colonne di marmi dal colore diverso di grande bellezza, è un vero e proprio scrigno d’arte; il pavimento è in stile cosmatesco, il soffitto è ligneo a cassettoni e numerosi sono gli affreschi Cinquecenteschi presenti.
La Basilica sorge sorge sull’Arx, una delle due alture del Colle Capitolino, sopra le rovine del Tempio di Giunone Moneta e, secondo la tradizione, il suo nome trae origine da una leggenda secondo la quale una Sibilla avrebbe predetto ad Augusto la venuta del figlio di Dio pronunciando queste parole Haec est ara filii Dei e da qui il nome di Ara Coeli (altare del cielo).
Nei secoli, la struttura della Basilica ha subito diversi mutamenti e trasformazioni; in particolare, nel 1564 papa Pio IV fece distruggere l’abside medievale affrescato da Pietro Cavallini; nel periodo dell’invasione francese la Chiesa subì dei danneggiamenti e dei saccheggiamenti fino ad essere sconsacrata e, durante i lavori di sbancamento del terreno per la costruzione del Vittoriano, fu raso al suolo il Convento annesso alla Basilica.
La tradizione popolare romana è fortemente legata alla Chiesa per la statua del Bambinello che, secondo la tradizione, è stata realizzata con il legno d’olivo proveniente dall’Orto dei Getsemani ed è dotata di poteri magici e soprannaturali. La statua, ora in copia perché l’originale è stato rubato nel 1994, è meta di romani che lasciano i propri ex-voto.

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