A Pietracatella lunedì 8 maggio si svolgerà la festa di San Michele Arcangelo, che prevede alle 8.30 la prima messa, alle ore 12 la “Supplica” alla Madonna del Rosario di Pompei, ed alle ore 19 la Santa Messa Solenne, ospiti la Polizia ed i commercianti (di cui l’Arcangelo è protettore), a cui seguirà la tradizionale processione accompagnata dal complesso bandistico “San Pio di Pietrelcina”.
Oggi, domenica 7 maggio alle ore 17, presso la Chiesa parrocchiale, ci sarà un la presentazione del documentario dal titolo: “La Via Sacra dei Longobardi. Da S. Maria di Stignano a Monte S. Angelo”. Michelino Di Vita, del Comitato S. Michele Arcangelo di Pietracatella, illustrerà e spiegherà la via Francigena, o Francisca, che è la più nota tra le vie di pellegrinaggio frequentate dai pellegrini diretti alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a Roma. Ci si soffermerà sulla ‘Via Francesca’ del Gargano o ‘Via Sacra Langobardorum’, uno dei più antichi e documentati percorsi dei pellegrini in Italia Meridionale, la strada che congiunge tuttora i santuari garganici a quelli del Tavoliere.
Inoltre domenica 30 aprile scorso, si è svolto, come ogni anno, il Pellegrinaggio Sinodale presso S. Angelo in Grotte ed il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso.
Il culto dell’arcangelo Michele è di origine orientale. L’imperatore Costantino I a partire dal 313 gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa, anche in seguito all’apparizione dell’arcangelo sul Gargano in Puglia. Secondo la tradizione, l’arcangelo sarebbe apparso a san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto l’8 maggio 490, ed indicatagli una grotta sul Gargano lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tutt’oggi il santuario di San Michele Arcangelo – Celeste Basilica – (nel mezzo del nucleo cittadino di Monte Sant’Angelo), che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un percorso di purificazione lunga la Via Francigena. Fin dal VII secolo i pastori pugliesi che si recavano in transumanza sulla Majella portarono con loro il culto di San Michele Arcangelo, che si radicò anche in Molise (terra di passaggio dei pastori).