La manifestazione “I Rituali del Matrimonio”, organizzato dalla Compagnia culturale Le Bangale, propone da 26 anni, una trasposizione e rievocazione storica dei tre momenti fondamentali fulcro della ritualità della civiltà contadina nella preparazione al matrimonio: la mostra del corredo, il trasporto del corredo fino al Matrimonio ottocentesco e corteo nuziale attraverso i “ponti” di coperte. Nei tempi antichi per i figli maschi era più facile uscire fuori dalla casa, mettendosi a lavorare fuori della cerchia familiare o con l’emigrazione, la donna, invece, doveva aspettare il matrimonio, per cui cambiava il suo status da figlia a moglie e futura madre.
Il corteo del trasporto della dote è un rituale quasi sacro, tutto al femminile, le amiche più care trasportano il corredo che non viene accettato subito ma viene controllato, dalla suocera, grazie al doddario, ossia un atto notarile precedentemente stilato che sanciva ciò che la giovane doveva portare in dote, si assiste all’apprezzamento della dote.
La ‘’dodda’’ doveva essere ammirata e stimata in pubblico, pertanto il rito più suggestivo e più rappresentativo era il trasporto del corredo dalla casa della giovane sposa a casa della suocera, quella in cui poi andava a vivere. Il trasporto doveva avvenire lungo le strade del paese.
Tradizionalmente nelle società contadine la ‘’dodda’’ era costituita da una cassapanca di legno (cascia) contenente il corredo di un certo numero di lenzuola, tovaglie, coperte, biancheria intima, fazzoletti, a volte suppellettili per la casa e oggetti in rame per la cucina che venivano indicati in peso. Tutto questo veniva valutato da amici e parenti ed annotato in una lista allegata al contratto di matrimonio. Nella lista veniva indicato ad ogni pezzo il relativo valore ed alla fine l’ammontare del valore del corredo. La funzione di questi riti avevano un significato ben preciso far sapere alla comunità ciò che la donna porta in dote e testimoniare la condizione economico-sociale di origine. In questa occasione, la suocera regala alla ragazza “lu bangale”, un grembiule del vestito della festa che, a seconda della ricchezza dei galloni e dei ricami in seta, diventa simbolo della posizione che la sposa andrà a ricoprire.
Solo dopo si dà il via alla composizione del ‘primo letto’. Questo rito veniva preparato dalla madre e dalle amiche della sposa e composto in presenza e con l’aiuto delle commari di battesimo e di cresima. Seguivano i doni, simboli della fertilità e del benessere, quali la bambola, le banconote e i confetti. Infine si festeggiava con le pastarelle, il vino e altro con musica e danze fino a tarda ora.
Suggestiva a Baranello è la cerimonia vera e propria celebrata in chiesa. I riti di passaggio importanti sono due, l’uno in chiesa è il passaggio dello status di donna nubile a maritata, con il cambio del copricapo, che è la stessa suocera a cambiare, dal fazzoletto si passa alla mappa. L’altro e il ponte, dopo il matrimonio c’è il corteo nunziale e gli sposi passano attraverso i ponti, coperte ornate di vari simboli di buon augurio. Per la donna significava un atto di sottomissione, dalla propria famiglia passa ad una nuova, e il passaggio di status sociale.
Quest’anno la manifestazione si svolgerà venerdì 11 agosto 2017 a partire dalle ore 17.00, presso Largo Zullo a Baranello, grazie anche alla collaborazione di “Largo Zullo nel Cuore”, con il seguente programma:
– apprezzamento de la Dodda
– cofane a Filarella
– lu prime Liette
– la serenata a la Zita
– La Vescta de la Sposa
– Lu katrimonie antiche dell’ottociente
– le Ponte de bone Aurie
e pe finì … tutte a lu pranze de la Zita
( Mariateresa Di Lallo)