“La conoscenza della storia quale presupposto fondamentale per comprendere il presente”; “la rappresentanza politica e la volontà elettorale”; “il caso Molise”, sono i temi al centro di un seminario di formazione politica organizzato dal giornalista molisano Roberto Colella e dal segretario regionale dei Giovani Democratici, Davide Vitiello. Il corso che si è tenuto nell’aula dell’Università della Terza Età in via Milano a Campobasso, è il primo di un ciclo di appuntamenti rivolti a tutti coloro che vogliano acquisire una cultura di base per avvicinarsi alla politica attiva sul territorio. Sulla partecipazione politica si è soffermato Roberto Colella spiegando che si tratta di un qualcosa che va ben oltre la semplice facoltà di esercitare il diritto di voto. “L’attività politica si concretizza attraverso la partecipazione a comizi, corsi di formazione, adesione a proposte di legge di iniziativa popolare, acquisizione di una tessera di partito, fino a raggiungere una candidatura. Quanto maggiore è la partecipazione politica, – ha continuato Colella – più elevato sarà il livello della gestione della cosa pubblica. Viceversa, quando sono pochi coloro che svolgono un ruolo propositivo in ambito politico, si dà campo libero agli amministratori”. Poi relativamente ai partiti ha commentato che sia nel caso del “partito progetto” cioè portatore di istanze dal basso, sia che si tratti di “partito strumento”, creato per supportare gli obiettivi di un determinato soggetto, entrambi vanno considerati quali pilastri della democrazia, indispensabili nella dialettica politica.
Più critica la ricostruzione storico-politica su cui si è soffermato Massimiliano Marzillo, docente presso l’Università degli studi del Molise e autore di vari libri che approfondiscono il rapporto tra la politica e le istituzioni a livello locale.”La storia politica del Molise – ha sottolineato il relatore – è caratterizzata da alcuni aspetti negativi che ricorrono costantemente. Individualismo, litigiosità e paternalismo sono i fattori che da sempre hanno compromesso la politica sul nostro territorio. L’aver anteposto l ‘interesse del singolo a quello del partito ha rappresentato, nel corso degli anni, a parere di Marzillo, la causa scatenante delle diverse crisi verificatesi nel PSI, nel PCI e nella DC”. Da qui un excursus sull’avvicendarsi dei diversi esponenti del partito comunista, da Pietro Tanassi per i continui contrasti con Nicola Palmiotti, passando per le beghe che coinvolsero Nicola Crapsi, l’abruzzese Ferdinando Amiconi e l'”esterno” Gabriele De Angelis.
Infine la promessa di Massimiliano Marzillo di tornare in via Milano, in uno dei prossimi incontri che si terranno a partire dal mese di settembre, per analizzare anche il progetto politico della Democrazia Cristiana con le annesse criticità.
Formazione politica: al via il primo seminario con la ricostruzione storica di Massimiliano Marzillo
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