Non è ancora al giro di boa il primo Festival nazionale dell’astronomia, in corso a Campobasso dal 10 marzo, e sono già diverse le esperienze vissute a contatto con il cosmo. Eventi e giornate che lasciano il segno, soprattutto nella formazione di bambini e ragazzi, principali destinatari dell’offerta didattica… stellare.
Il Festival ha segnato un nuovo, importante record: oltre duecento giovani, provenienti da cinque scuole diverse, anche extraregionali, come l’ Istituto comprensivo di Quadri in Abruzzo, hanno visitato nella stessa giornata il planetario dell’Istituto nazionale di astrofisica e le mostre del Festival nella location di via Roma. Duecento bambini e ragazzi, tutti in una volta, in orari differenti, ben indirizzati dalle astro-guide e alle prese pure con i laboratori didattici, organizzati da DiScienza, dove l’astrofisica diventa gioco al motto di “Costruisci, esplora, impara”.
Nella scuola “Enrico D’Ovidio”, infatti, i bambini, dai 5 anni in su, e anche gli adolescenti, mescolano l’estro con l’attività manuale su oggetti di uso quotidiano. Razzi, vibrobot, circuiti morbidi e robot comandati dal cervello: per fare la scienza servono mani, curiosità e fantasia! L’associazione no-profit DiScienza è maestra nella divulgazione scientifica destinata a persone di tutte le età: “Tutte le nostre attività – spiega Marta Serpietri, tra i responsabili dell’associazione – hanno il duplice obiettivo di educare alla scienza e alla tecnologia, e allo stesso tempo divertire. Il tutto in piena filosofia maker”.
I laboratori durano circa un’ora e prendono ispirazione dal tinkering, una metodologia didattica che punta all’apprendimento simultaneo di scienze, tecnologia, arte, ingegneria e matematica (steam education). Metodo che consente di sperimentare attraverso attività di costruzione che valorizzano la creatività, il divertimento e l’indagine, fortificando l’impegno e la concentrazione.
Le attività sono diversificate per ogni fascia di età, in particolare per gli studenti delle scuole primarie e secondarie, ideate per scoprire le basi dell’elettronica attraverso la plastilina conduttiva, scoprire la ‘forza’ del pensiero per guidare i robot, costruire razzi e macchine ad aria e creare un robot vibrante.
A giudicare dal grande successo ottenuto, per i giovani e giovanissimi campobassani è evidentemente un piacere costruire e imparare… giocando.
Quello dei lab, ottimamente guidati dagli esperti di DiScienza, è anche un ottimo modo per vivere le mostre nel weekend, quando il Festival è aperto a tutti: i bambini in un’aula a creare robot e, contemporaneamente, i genitori nelle sale espositive e multimediali.
Il Festival dell’Astronomia, organizzato con il contributo della Regione, il patrocinio del Comune di Campobasso, e l’importante e robusto supporto dell’Inaf, proseguirà fino a maggio, con le visite guidate e le conferenze a tema in calendario. Altri scienziati e ingegneri nucleari sono sul punto di atterrare nel capoluogo regionale. E’ il momento delle cose infinitamente piccole. Avete presente il bosone di Higgs, o particella di Dio? Ne sentiremo parlare tra una settimana al centro di Campobasso, nello scorcio storico di piazzetta Palombo dove chiunque potrà imbattersi nel grande collisore di adroni, meglio noto con l’acronimo inglese Lhc. Campobasso come il Cern di Ginevra? No, ma in fatto di divulgazione scientifica anche il Molise si difende bene.