Con il murale del brasiliano Thiago Mazza, anche il 2021 ha visto la street art fecondare di bellezza Civitacampomarano, il borgo molisano di circa 300 abitanti che resiste allo spopolamento grazie all’arte. Dopo i murales realizzati dagli spagnoli Cristian Blanxer e Victor Garcia Repo, è toccato dunque al brasiliano che, in linea con la sua cifra stilistica e attenzione alla vegetazione, ha scelto di rappresentare un fiori tipico della campagna molisana, la cui storia è ricca di significati.
Quella del melograno, infatti, è una storia antica come l’uomo, millenaria e che dall’Est si è spinta fino al Mediterraneo, sospinta da Fenici, Greci, Romani e Arabi. Thiago Mazza arriva da Ovest portando con sé lo studio sulla vegetazione, sulla flora. Al centro di questo simposio c’è Civitacampomarano, le cui campagne, proprio nei giorni di giugno e luglio brillano di un rosso tendente all’arancione. È il colore del fiore della Punica granatum, ossia del melograno.
Thiago nei primi giorni in paese ha osservato la vegetazione, col tatto ne ha sentito la ruvidezza e la morbidezza e con l’olfatto i profumi. Poi Mario, padre di una delle organizzatrici del festival, gli ha mostrato questo frutto setoso della natura, incandescente e vivo. Realizzato non molto distante dal muro dei due artisti spagnoli Cristian Blanxer e Victor Garcia Repo, il murale si appoggia sulla facciata superiore di un edificio e rappresenta due fiori di melograno ben evidenti adagiati su uno sfondo celeste come il cielo di questi giorni estivi e sgombro da nuvole. Un fiore è già sbocciato, l’altro è ancora semichiuso, una danza ciclica alla base della vita.
L’impatto visivo e cromatico accompagna, poi, una serie di significati: narrati e presenti in diverse religioni e culture, sia al fiore che il frutto stesso, simboleggiano la fertilità, la produttività, l’ospitalità e anche la coesione dei popoli (pensiamo ai grani della melagrana uno accanto all’altro). Civitacampomarano, negli ultimi anni, è stata crocevia di tutto questo e il senso che questa comunità vuole trasmettere è uno: qui la vita continua.
Le parole dell’ideatrice, l’artista Alice Pasquini
Con gli ultimi interventi, Civitacampomarano può vantare quasi 60 opere tra grandi muri, installazioni e opere su porte. Un unicum in Italia per lo spirito che alimenta dal 2016 il festival: «Nonostante tutte le difficoltà, assieme agli abitanti di Civitacampomarano vogliamo mandare ancora un messaggio di continuità – racconta Alice Pasquini, ideatrice del Cvtà Street Fest – La peculiarità di questa edizione ha permesso agli artisti di vivere il paese in un rapporto più intimo e delicato e questo ha permesso di entrare ancor più in contatto con gli abitanti, conoscere gli usi, costumi, lo spirito che anima questo festival. Emma, la più giovane delle bambine di Civitacampomarano, ritratta da Cristian Blanxer e Victor Garcia Repo, è il simbolo della resistenza di quei pochi bambini che qui crescono come se il festival fosse la realtà, la loro normalità. Thiago Mazza qui ha assaporato la cultura del rispetto della natura che è molto lontana se vivi in grandi metropoli. Qui il tempo e lo spazio sono dilatati, un aspetto prezioso e incontaminato e i murales mai come quest’anno si sono inseriti perfettamente nel contesto».