Quarta edizione de “La Festa del Morrutto” a San Giovanni in Galdo il 20 agosto, soddisfatti i membri dell’Associazione Amici del Morrutto e soddisfatti soprattutto molisani e turisti che hanno partecipato alla manifestazione. Un borgo antico, tipico molisano, dalle strette viuzze, scalinate in pietra, cantine scavate nel tufo, uno scenario naturale da fare invidia ai registi. Artigianato artistico locale e non, restauri di mezzi e macchine d’epoca, pezzi unici antichi che parlano di passato, di fatica e di bellezza, artisti “moderni” che mettono emozioni nella lavorazione di vimini, legno, nel traforo dell’acciaio o nei dipinti. Profumi di cucina e prodotti locali che si snodano, si incrociano tra la folla e fanno ritornare alla memoria antiche ricette, quella della nonna. Ritmi e musiche che allietano la serata. Tutto questo all’interno di un borgo antico del Molise. Tutto questo è il Molise.
Soddisfatto, stanco ed emozionato il Presidente dell’Associazione Amici del Morrutto, Stefano Trotta: ” questa manifestazione è nata per gioco, quattro anni fa, ed ogni anno cresce e si arricchisce sia in presenze che in offerta. Questa quarta edizione ha visto la presenza anche dei ragazzi della Comunità La Valle, guidata da Padre Lino che tra i lavoro in ferro battuto presentatici hanno potato anche l’Ambone e il tavolo dell’Altare forgiato per la visita di Papa Francesco. Abbiamo recuperato una strada del borgo antico per fare ammirare tutto lo splendore di questa parte del paese, tante le energie spese, tanti i sacrifici ma la soddisfazione è vedere rivivere il nostro borgo e vedere la presenza di turisti che arrivano anche al di fuori dei confini regionali, lo scorso anno le presenze sono state 3mila, ma quest’anno la previsione è nettamente maggiore”.
Tra la gente incontro “Nicolino”, si proprio lui, lo storico direttore artistico degli Zig Zaghini, che ha passato il testimone al nipote Marco Messore, passeggiare tra i vicoli della sua patria. Poco distante un quartetto, tre le band che si sono esibite durante la serata, ed ecco Marco, che non balla ma suona e canta. I “Messalina” questo il nome del quartetto scelgono un repertorio “ swing” di classici rigorosamente italiani e qualche inedito scritto proprio da Marco.
O ancora continuando a curiosare in un vicolo scopro la mostra personale di Mario De Lisio, un’occasione per poter esporre un piccola parte degli oggetti e foto che compongono l’archivio – museo di Mario De Lisio e Candido De Lisio di Castellino Del Biferno. Tutto il materiale è stato raccolto con parsimonia e dedizione da Mario De Lisio in circa 50 anni ed è stato esposto proprio alla festa del “Morrutto”,dove ha suscitato tanta curiosità e riscosso altrettanto successo. ( La mostra permanente è allestita presso il Palazzo De Lisio in Castellino del Biferno).
Che dire, vedere rivivere un borgo antico, poter ammirare artigianato artistico, sentire i profumi della cucina tipica molisana, ristora cuore e mente. Quanto è bella questa regione, quanta storia nei suoi borghi, quanto sapore nei suoi piatti, eppure c’è ancora chi dice: “ in Molise? Non ci vengo non c’è niente da fare!”, bè provi a chiedere ai turisti che questa estate hanno scelto di passare qualche giorno in questa terra. (MDL)