“Non vedo mai un paesaggio illuminato di fronte, vedo sempre un albero o qualche altra cosa con la luce dietro. Perché secondo me, una forma contrastata esprime di più e un paesaggio è più tormentato: tutto è come se crescesse, se lievitasse”. Da questo pensiero di Antonio Pettinicchi attinge il titolo la mostra “Controluce” allestita a Palazzo Gil di Campobasso e organizzata dalla Fondazione Molise Cultura, ad un anno dalla scomparsa del grande artista molisano.
Il filo conduttore che si ravvisa nelle 50 tele in esposizione, tutte di grandi dimensioni e prodotte dal maestro in età matura, è l’attaccamento alla sua terra e poi un forte senso di tormento e forse di rabbia. Antonio Pettinicchi, uomo impegnato politicamente e socialmente, evidentemente ha voluto imprimere nelle sue ultime opere quel sentimento di insoddisfazione e di sgomento, rappresentando figure di defunti, di volti dannati e teschi vaganti, di contadini tristi e pensosi, oppure il “carro funebre” o “il fuoco di sant’Antonio”. E poi nature morte su sfondi neri, paesaggi spigolosi con montagne aspre. Colori “acrilici e poveri”, ma accesi ed aggressivi. Dal rosso all’azzurro, dal bianco al nero e qua e là un po’ di giallo, grosse colate cromatiche trasmettono al visitatore uno stato di inquietudine e nel contempo di curiosità. Più sereno appare l’artista quando rappresenta il paese natio, Lucito, con le sue casette ben colorate, talvolta un po’accartocciate ma dai contorni nitidi, oppure nelle incisioni dal tratto netto, marcato, degno della mano di un artista. Una mostra, insomma di rilevante impatto emotivo, che a detta dei più, potrebbe trovare spazio in una qualsiasi galleria metropolitana internazionale. Un progetto culturale di qualità, tutto made in Molise, avviato quattro anni fa quando si è cominciato a spulciare fra i dipinti di Pettinicchi, che ha visto impegnati molti ragazzi e dove, per la prima volta, il pubblico ed il privato hanno lavorato in sinergia.
La Fondazione Potito, parte attiva nell’evento, ha messo a disposizione i locali dell’Art Garage, in via Duca D’Aosta, 10, per esporre opere di diversi periodi che aiutano a comprendere l’evoluzione interiore ed intellettuale dell’autore. Valido supporto nell’allestimento anche quello dello studio “Artes Contemporanea” di Vincenzo e Laura Manocchio, impegnato altresì nella realizzazione di un prezioso catalogo.
Orari di accesso: dal martedì alla domenica, dalle 17.00 alle 21. Ccsto del biglietto 5.00 euro o 3.00 per under 25 e over 65.
Ma alla fine un grande interrogativo resta. Il 27 settembre, ultimo giorno della mostra, queste opere, assieme a tutta la vastissima produzione di Pettinicchi e di altri artisti conterranei dove andranno a finire? Si riuscirà prima o poi in Molise a trovare una collocazione permanente per celebrare e far conoscere i nostri maestri?
Rossella Salvatorelli