La fotografia diventa simbolo di riscatto delle donne che ogni giorno sono vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica.
Si chiama “Contro il femminicidio io ci metto la faccia” la mostra fotografica inaugurata ieri 8 Agosto nella sala consiliare del Comune di Casaclenda, nell’ambito dell’apertura della quindicesima edizione del Molise Cinema Film Festival. L’iniziativa è stata voluta dal network Borghi della Lettura in collaborazione con il Comune di Casacalenda e con la direzione artistica di Molise Cinema che l’ha inserita all’interno della programmazione di quest’anno.
La mostra, ideata e curata da Laura Caradonio e Teresa Battista, due giovanissime professioniste accomunate dall’amore per la fotografia, intende lanciare un messaggio forte al rispetto della donna, attraverso i volti feriti e sorridenti di donne, per lo più giovani molisane, che hanno inteso fare da testimonial per la realizzazione della mostra che potrà essere visitata fino alla fine del mese di Settembre.
A testimonianza dell’importanza dell’arte come strumento di impegno civile la manifestazione è stata aperta dal cantautore molisano Luigi Farinaccio sulle note di “L’ultimo bacio per te”, pezzo dedicato proprio alle donne vittime di violenza. A seguire si è tenuta una tavola rotonda coordinata da giornalista Davide Vitiello sulla necessità del potenziamento della rete di assistenza alle donne vittime di violenza. I lavori sono stati introdotti dai saluti del Sindaco di Casacalenda Michele Giambarba, del direttore artistico di Molise Cinema Federico Pommier Vincelli, dell’Assessore alla cultura e alle pari opportunità del Comune di Campobasso, Adele Emma De Capoa, e del Segretario regionale del COISP, Sindacato autonomo di Polizia, Gianni Alfano. Dell’esperienza dell’associazione Liberaluna Onlus, del centro antiviolenza di Campobasso e delle opportunità legate al progetto “In rete contro la violenza sulle donne” ha parlato Maria Grazia La Selva, presidente di Liberaluna. A seguire Amelia Boriati ha portato la sua testimonianza diretta di donna che dopo anni di soprusi, violenze fisiche e psicologiche consumate all’interno delle mura domestiche per mano dell’uomo che l’aveva sposata, ha avuto il coraggio di denunciare e di riconquistare gradualmente una libertà perduta, con il valido supporto delle professioniste del Centro antiviolenza di Campobasso al quale lei si è rivolto. Dalla sua voce rotta dalla commozione più volte è partito un messaggio di ribellione alle tante donne che vivono terrorizzate all’interno delle mura domestiche e che ogni giorno sono vittime innocenti di chi addirittura sostiene di amarle. Sul delicato tema del contrasto alla violenza di genere è fondamentale il ruolo delle istituzioni ma anche delle associazioni. In rappresentanza di queste ultime ha portato la sua testimonianza Giacinta Gasdia, presidente della sezione Fidapa di Larino e ideatrice dell’iniziativa della Panchina Rossa contro la violenza sulle donne; un piccolo ma prezioso simbolo di impegno civile e di innovativo arredo urbano, installato di recente lungo via Cluenzio, nel cuore del centro storico di Larino.
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