Franco Fiorito, Renzo Bossi, Sissinnio Piras, Massimo Ianniciello, Salvatore Ladu, Nicolò Scialfa, Maruska Piredda, Carlo Spreafico, Alessandro Colautti. Questi soltanto alcuni dei nomi di politici di tutta Italia, che siedono o sedevano all’interno delle assisi regionali e che in differenti modi sono stati accusati di utilizzo improprio di denaro pubblico, fino ad essere accusati di reati come il peculato e la truffa aggravata. Mutande, aeroplani di carta, libri, quadri, collant, nightclub, birra, bracciali, case. Questo ed altro nei documenti scottanti raccolti da tutte le procure nazionali che hanno condotto molto spesso a misure cautelari, fino all’arresto delle persone coinvolte nelle indagini.
È diventato una sorta di marchio registrato, tutto italiano, che fin ora ha, in maniera diversa, interessato quasi tutte le Regioni dello Stivale con esiti sconvolgenti e braccialetti argentati ai polsi di molti esponenti della politica regionale. Anche in Molise qualcosa sembrava essersi mosso, con le indagini della Procura condotte dal Gico della Guardia di Finanza, che hanno passato al setaccio le spese dei gruppi consiliari afferenti alla scorse legislature. Indagini durate mesi, corredate da verbali intercettazioni ed interrogatori che hanno portato gli uomini del Corpo a consegnare tutto nelle mani del PM Nicola D’Angelo.
A questo punto sembrava, da voci di corridoio, che anche dalle nostre parti qualche conseguenza altisonante quell’indagine avrebbe generato. Infatti delle centinaia di controlli e di scartoffie passate sotto esame, con particolare attenzione a quelle di ristoranti e librerie, pareva che qualcosa non tornasse agli inquirenti. Qualche indiscrezione estiva, infatti, parlava di alcune fatture non proprio limpide riguardo a cene politiche offerte in un ristorante della costa, da un ex esponente della politica molisana, con importi apparentemente spropositati.
Da quei giorni però, a distanza di decine di settimane, sembra che tutto si sia fermato a quel punto, ossia quando sembrava che la bomba stesse per scoppiare anche nella piccola regione Molise. Una riparametrazione rispetto ai casi nazionali naturalmente è dovuta, poiché nelle Regioni dello scandalo le somme imputate sono esponenzialmente maggiori rispetto alle nostre, ma il principio comunque resta uguale. Un utilizzo improprio, leggero e sprezzante del denaro pubblico. Non possediamo informazioni sullo stato attuale delle cose, ma considerato il tempo trascorso fin adesso rispetto all’inizio delle indagini, i magistrati che si interessano della questione a stretto giro o archivieranno tutte le posizioni oppure dovranno proseguire nelle indagini, partendo però, dal riconoscimento di qualche reato.
Si partì da Batman Fiorito in Lazio e passando per tutta Italia, in cui le Procure gareggiavano a chi ne “pizzicava” di più, si è arrivati a qualche giorno fa in cui sono scattate le manette ai polsi dell’Idv ligure Nicolò Scialfa, vicepresidente del consiglio Regionale della sua regione. In Molise, invece, pare che nelle carte sia tutto in ordine. Adesso sarà necessario attendere i riscontri delle verifiche che gli ispettori ministeriali stanno svolgendo, al fine di verificare eventuali abusi sulla gestione di alcune indagini della Questura di Campobasso e le conseguenze che esse genereranno anche sulle tante inchieste attualmente in essere che riguardano politici regionali di massimo livello.
Una considerazione viene spontanea: ma è possibile che in tutta Italia qualcosa di irregolare è stato accertato ed in Molise, invece, godiamo della gestione di politici illuminati e senza macchia? Non vogliamo assolutamente avviare la caccia alle streghe o una strenua ricerca della condanna a tutti i costi, ma appare piuttosto inverosimile che tra centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici, neanche un centesimo sia stato mal speso in anni di gestione politica.
Se poi così sarà, festeggeremo e scherniremo tutta Italia, mettendo sugli scudi le foto dei nostri Consiglieri Regionali portandoli in trionfo.
L.T.